• Francia: prosegue il muro contro muro sulla riforma delle pensioni

    Ieri decima giornata di sciopero generale in Francia. La riforma delle pensioni di Macron, approvata dal governo senza il voto dell’Assemblea nazionale, destabilizza il Paese. Il presidente sembra sordo alle aperture dei sindacati e ritiene la legge indispensabile, ma molti cittadini la considerano un’imposizione dall’alto, senza possibilità di discuterne i contenuti. Secondo la CGT sono scese in piazza due milioni di persone, per il ministero dell’Interno 740.000 di cui 93.000 a Parigi. Per Le Figaro, le adesioni allo sciopero sono diminuite tra i lavoratori delle amministrazioni locali, i dipendenti statali e della sanità pubblica. Ma la protesta, pesanti i disagi in tutti i settori (si pensi ai mezzi pubblici), non sembra risentire troppo delle dichiarazioni di Macron, che prosegue sulla sua strada. La cultura dell’uomo solo al comando non sempre paga. Laurent Berger, leader della CFTD (secondo sindacato di Francia, più moderato) ha detto che qualora Macron scegliesse di non tornare al dialogo aiuterebbe l’estrema destra, «che se ne frega delle pensioni e della crisi sociale» e punta sul risentimento per arrivare al potere.

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