
Ercolano 1975: la vicenda si colloca temporalmente tra la strage di Piazza della Loggia e la tragica morte di Pier Paolo Pasolini.
Antonio, esponente della destra più becera e fascista, è proprietario di un ristorante dove si organizzano banchetti e cerimonie. Massimo, il fratello che ha studiato, lo aiuta nella gestione delle attività commerciali, sta per sposare la fidanzata Annarella. I due fratelli sono orfani di entrambi i genitori e Antonio ha maturato nei confronti del fratello minore un ruolo da padre padrone.
Un giorno il riservato Emilio viene assunto come sguattero di cucina e ben presto tra lui e Massimo nasce una irrefrenabile attrazione e sebbene Massimo abbia sempre represso la propria latente omosessualità non resiste al richiamo di Emilio.
Dopo aver fatto l'amore Massimo rifiuta in ogni caso di prendere atto della propria identità sessuale: “a me non si capisce, io sono normale, ho una ragazza, mi sto per sposare”.
L'amplesso tra Massimo ed Emilio è rappresentato come una danza tribale molto fisica che li lascia nudi e sfiniti in una intimità e confessione delle proprie esperienze che travalica i confini dei sensi e che si trasforma in una storia sentimentale, dove la forza dell'amore di Emilio si palesa quando il ragazzo fa a Massimo il suo regalo di nozze. Emilio non lascerà più Ercolano per raggiungere la libera Londra. La sua rinuncia decreterà la sua condanna.
Sullo sfondo delle vicende dei protagonisti vediamo un tessuto sociale dove regna il non rispetto della legge, la violenza, l'intolleranza, la delazione.
Francesco Di Leva si conferma un attore intenso con una voce che esprime un arcobaleno di emozioni, dalla timidezza iniziale di chi sa che deve nascondere la sua omosessualità alla spregiudicatezza del bacio a Massimo nel momento in cui intuisce che potrebbe essere corrisposto.
Stefano Meglio è un credibile Antonio grazie ad un cipiglio da fascista e da guappo del paese, forte con i deboli non esita a scatenare la rabbia del suo branco contro Emilio quando a causa di una delazione viene a sapere della relazione tra i due uomini.
Mentre i primi due personaggi sono autentici nell'espressione della propria personalità è in Emilio, interpretato da Andrea Vellotti, che cogliamo tutta la triste messinscena per apparire diverso, per corrispondere al codice di condotta sessuale dell'ambiente nel quale vive che è solo l'anticipazione di un futuro infelice.
Una drammaturgia semplice con una scenografia minimalista che assegna a ciascuno dei tre protagonisti un'area del palco, scene intervallate dalle canzoni d'amore che accompagnano lo spettatore nel divenire delle emozioni dei due amanti; “Se bruciasse la città” di Massimo Ranieri, “Ipocrisia” di Angela Luce, i Queen.
La conclusione della storia d'amore tra Emilio e Massimo è inevitabile stante le premesse, a Ercolano non c'è nessuna possibilità per due uomini che si amano.
Adelaide Cacace
Teatro Elfo Puccini – Milano
fino al 26 gennaio
12 baci sulla bocca
di Mario Gelardi
spettacolo della Compagnia Nest
regia di Giuseppe Miale di Mauro
scene Roberta Mattera, costumi Giovanna Napolitano
luci Ettore Nigro
con Francesco Di Leva, Stefano Meglio e Andrea Vellotti
aiuto regia Giuseppe Gaudino
produzione Nest Napoli Est Teatro
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