
Eccoci alla seconda puntata di questa nostra breve e concisa presentazione degli album di debutto nei dintorni del rock. Sono tante le pubblicazioni e certamente tante altre quelle sfuggite, nonostante le puntate che potrete leggere sulla nostra rivista web da qui alla fine dell'anno.
C'è l'Italia e il mondo anglosassone con la regola che vi prendono parte gli album degli artisti che per la prima volta danno alle stampe la loro opera senza tener conto di precedenti singoli ed ep.
Buona lettura e soprattutto buon ascolto quando troverete qualcosa che catturi la vostra curiosità. E scusateci per gli assenti.
Strambi, stravaganti, bizzarri e originali fin dai soprannomi che si sono dati i singoli componenti de Il Nido un quartetto abruzzese goliardico e potico. I piedi della follia, tanto per stare nell'argomento, il loro album d'esordio. «Un match Zappa vs. Zorn», che caratterizzato dal «continuo cambio di atmosfere (marcette orchestrali, hardcore, stacchi cabarettistici, jazz da balera, intimismo cantautoriale, etc.) può essere spossante, ma la qualità è sempre notevole» [1].
Este, Alana e Danielle Haim formano appunto la band Haim e dopo una gavetta cominciata nel 2007 si sono presentate a settembre al mondo con Days Are Gone, un «disco che punta dichiaratamente alle classifiche. E se in alcuni brani l'intenzione è fin troppo palese, in altri ci sono spunti che fanno intuire un talento che potrebbe venir fuori in modo più cristallino nelle prossime produzioni » [2].
“È la totale liberazione dei miei dolori più profondi, la vera e difficile storia della mia famiglia usata come veicolo per una terapia di gruppo, necessaria e a tratti violenta“. Sono le parole che Andrea Appino ha usato per descrivere il suo album d'esordio da solista: Il testamento. Voce e autore degli Zen Circus, Appino ha avuto con sé Giulio Favero (Il Teatro degli Orrori), Franz Valente (Il Teatro degli Orrori), Rodrigo D'Erasmo (Afterhours), Marina Rei e i Gatti Mézzi. «Un grido primordiale, un'espolisione di rabbia rock che ha per detonatore il vissuto privato […]. In festa della liberazione, tra il boss di Indipendence Day e il Guccini dell'Avvellenata, la poetica di Appino si fa ancora più sincera e spietata: “Come mio padre34 anni fa, una vita ad allontanarlo e poi diventare come lui”» [3].
Il 9 settembre usciva Snapshot – dodici tracce di rock in meno di quaranta minuti – degli irlandesi The Strypes. I quattro ragazzi sono sotto l'etichetta Virgin e sono finiti nelle “top five” degli album in Irlanda e in Inghilterra. Ross Farrelly, Josh McClorey, Pete O'Hanlon e Evan Walsh con la produzione di Chris Thomas hanno confezionato un buon disco, «fra le puntuali – e un po' scontate – schitarrate da vecchia scuola del rock'n'roll e gli assoli di armonica di prammatica, questa collezione che alterna i (pochi) brani originali alle (molte) cover eccellenti, scorre veloce, aiutata dalla matematica precisione con cui la maggior parte dei pezzi resta sotto la fatidica soglia dei tre minuti. Per ora possiamo prenderli solo per animare la festa del liceo» [4].
Sarah Fornito e Cecilia Bernardi, già ideatrici di Diva Scarlet, fondano la band Decana nella quale suonano anche Enrico Liverani alla batteria e Daniela Caschetto al basso. Umberto Maria Giardini (fino al 2010 Moltheni) ha prodotto il loro album omonimo. Anche se è un esordio si tratta di musiciste mature «”Una promessa inattesa” apre le danze con un alt rock dalla grana grossa. Un pezzo essenziale, diretto, dal sound vagamente retrò e molto compatto. Ci sono i Novanta, gli anni d'oro dell'alt rock a guidare la carica; si sentono palesemente e i Decana, del resto, non ne fanno mistero (la masterizzazione è stata curata, non a caso, da Carl Saff in quel di Chicago. Tu pensa)» [5].
Il producer newyorkese Nicolas Jaar e il chitarrista Dave Harrington ovvero i Darkside arrivano al debutto con Psychic i primi di Ottobre ed il risultato sembra felice, «un disco capace di racchiudere fra le sue canzoni tutto il fascino futuristico della coppia Jaar-Harrington ovviamente, ma al tempo stesso pienamente consapevole di quello che definirei il percorso complessivo della musica elettronica dagli anni settanta ad oggi. E non è tutto. Ascoltando attentamente gli otto, lunghi pezzi che compongono l'album non è difficile imbattersi in momenti rockeggianti, trip hop e indie di assoluto valore e fantasia» [6].
Dal 2010, dalle parti di Lucca, Antonio Ciulla, Elia Lazlo Bartolini, Francesco Renieri e Luca Modena creano i Violacida, ma solo lo scorso settembre pubblicano il loro primo disco dal titolo Storie mancate. Un disco che sul piano musicale richiama gli spartiti del brit-pop, partendo anche dai Beatles e passando per i Blur mentre le liriche rimandano al meglio dell'Italia con Pavese, Pratolini e Tondelli, «ma più che soffermarsi sulle palesi influenze, i Violacida sono bravi a tessere un tessuto di storie narrate con grande intensità di testi e musica, come in “Occhi Belli” e nella splendida leggerezza di “Dormire”» [7].
Ed eccoci, dalla California, al quartetto elettro-rock formato da Geoff Halliday (voce e tastiere), Ryan Sweeney (chitarra), Sean Hess (batteria) e Alex Staniloff (basso). Sono gli Hands fondati a Philadelphia dai primi due e poi trasferitisi al sud. La loro fortuna, più che la creatività dei loro brani è dovuta a Brave Motion scelta come “colonna sonora” di uno spot pubblicitario. L'album di debutto che la contiene ha il titolo di Synesthesia. «È tutto rimasticato da 60 anni di rock'n'roll, rielaborato e riproposto con una certa bravura; ma la scintilla della creatività vera, quella sta a mille miglia da qui» [8].
[8] Bizarre, BlowUp, giugno 2013, pag, 92
Arrivederci alla terza puntata e non vi curate di noi e ascoltate!
Ciro Ardiglione
[1] Bizarre, BlowUp, ottobre 2013, pag. 99
[2] Ercole Gentile, www.rockol.it, 15 ottobre 2013
[3] Michele Chisena, xL, marzo 2013, pag. 131
[4] Francesco Segoni, www.ilmucchio.it, 28 ottobre 2013
[5] Marco Jeannin, www.rockol.it, 24 luglio 2013
[6] Cesare Veneziani, www.soundwall.it, 7 ottobre 2013
[7] Marco Del Casale, www.impattosonoro.it , 22 ottobre 2013
[8] Bizarre, BlowUp, giugno 2013, pag, 92
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