
“Io c'ero”, mi sarebbe piaciuto iniziare cosi la recensione ma sfortunatamente non è possibile, sarei stato presente ad uno dei più grandi concerti della musica rock.
Purtroppo quel 31 Dicembre 1977 quando i Ramones suonarono per il mitico “It's Alive” avevo scoperto il Punk da pochi giorni, esattamente a metà dicembre quando al cinema vidi il film “Il Belpaese” di Luciano Salce, la pellicola non era granché aveva una colonna sonora di tutto rispetto con tutti brani tratti dalla compilation “Punk Collection” (Rca) che vennero usati nelle scene più caotiche. I Ramones benché presenti nella compilation non furono utilizzati per il film. Per scoprirli dovettero passare ancora alcuni mesi quando comprai il loro primo LP l'omonimo del 1976, 14 canzoni in meno di mezz'ora.
Cosa ha significato per me quel disco lo ha spiegato benissimo Pablo Echaurren nel suo libro “Cretin Hop”, che paragonava il panorama musicale esistente alla terra popolata dai dinosauri, i Ramones furono il meteorite che ne causò l'estinzione. I dinosauri ci asfissiavano con assoli, brani interminabili e uno sfoggio di tecniche sofisticate che non facevano altro che allontanare la gente dal R'n'R.
I Ramones ci fecero capire come il Rock fosse diventato noioso, e ce lo fecero capire non inventando nulla di nuovo ma riprendendo il garage degli Anni '60, il surf ed anche il pop classico, canzoni brevi suonate a velocità vertiginose.
It's Alive esce nella primavera del '79, quest'anno ha compiuto 40 anni e Rhino ci propone un cofanetto con il doppio vinile del concerto della notte dell'ultimo dell'anno, i tre concerti dei giorni precedenti in CD che completano tutte e quattro le date del breve tour inglese e un libro accompagnato da note di copertina scritte dal produttore e musicista Steve Albini e da Ed Stasium, che produsse il disco e che si è occupato della rimasterizzazione di tutto il materiale presente nel box.
Il clou del cofanetto è naturalmente il doppio vinile che riproduce la serata di quel fine 1977, quello fu l'anno del punk e chiuderlo con una esibizione dei Ramones fu la degna conclusione per un periodo musicalmente importante. Dopo niente più sarebbe stato lo stesso.
Il concerto fu aperto dai Generation X di Billy Idol che davanti a tutto il bel mondo punk dell'epoca proposero una performance abbastanza scadente.
Quando salirono sul palco i Ramones si capì subito che sarebbe stata una serata memorabile, i fast four erano in forma smagliante, passa in un attimo tutta la noia: la velocità, la semplicità e l'orecchiabilità delle loro canzoni riesce a smuovere anche chi era lì solo per una fugace passerella.
Si comincia con Rockway beach ed in meno di un'ora si arriva , dopo 28 canzoni 28, all'apoteosi finale di We're a Happy Family con tanto di cartello con gli auguri di buon anno e l'immancabile “Gabba Gabba Hey”.
Chi usciva dal Rainbow consapevole di aver assistito ad uno dei live che avrebbero fatto la storia non solo del punk ma della musica rock, non era conscio di aver partecipato ad uno spettacolo spartiacque.
Successivamente l'industria discografica avrebbe trasformato il punk in new wave e quella che sembrava una rivoluzione alla fine si risolse con una grande truffa, ma questa è un'altra storia.
Gabba Gabba Hey
Cesare de Stefano
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