
24 aprile 2013 crolla il Rana Plaza di Dacca in Bangladesh seppellendo 1.134 lavoratori del settore tessile, quasi tutte donne sottopagate, in un ambiente malsano, in totale insicurezza e con ritmi di lavoro aberranti. Una tragedia che ha segnato uno spartiacque nella consapevolezza e conoscenza da parte dell'Occidente di chi c'è e lavora in fondo alla filiera produttiva a tagliare, cucire e assemblare i vestiti che indossiamo, per una manciata di centesimi all'ora. Mai i vestiti che indossiamo sono costati così poco come negli ultimi decenni, la fast fashion ha riempito i nostri armadi e ricoperto di rifiuti tessili Paesi africani come il Ghana, ma questa è un'altra storia. In questi dieci anni qualcosa si è fatto per migliorare la sicurezza dei luoghi di lavoro dell'industria tessile in Bangladesh, sindacati sono nati e tentano di salvaguardare i diritti umani basilari delle lavoratrici, ma pochissimo è cambiato in termini salariali, tantissimo rimane da fare.
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