
Un premio Nobel per la Pace meritato quello ricevuto da premier etiope Abiy Ahmed Ali, non solo per la pace sottoscritta con l'Eritrea di Isaias Afeworki, ma anche per gli sforzi fatti e che continua a fare perché sia definitiva, per le riforme nel suo paese, per quello che sta facendo in termini di supporto ai negoziati per le dispute tra Kenya e Somalia, per la crisi sudanese o per le relazioni tra Gibuti e l'Eritrea. Un premio Nobel necessario, oserei dire, per sostenerlo perché hanno già provato con un attentato ad ammazzarlo e per sostenere tutta quella parte dell'Africa che vuole mettere fine ai tanti conflitti che portano dolore e morte.
Con l'Eritrea è stato un semplice gesto: accettare l'arbitrato dell'ONU sulla disputa che aveva generato la guerra. E poi è scoppiata la pace anche per le tante famiglie separate da quel conflitto che non era mai morto.
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