Alessio Arena, Ninna nanna delle mosche

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Intriso di realismo magico fino dalle prime pagine, “Ninna nanna delle mosche” di Alessio Arena, pubblicato da Fandango Libri, per molti aspetti assomiglia a una fiaba e per altri ad un poema epico. L’equilibrio iniziale è rotto da una lettera che ha il potere di costringere i protagonisti a mettersi in viaggio mentre tutti gli altri personaggi si spostano per rincorrerli, soccorrerli, o accidentalmente si imbattono nella vicenda perché a loro volta sul percorso o fermi nei luoghi attraversati.

Ninna nanna delle mosche” viene costruito intorno a una vicenda storica probabilmente poco nota: lo sfruttamento delle miniere di salnitro, materiale dotato di straordinarie proprietà di fertilizzante, nel nord del Cile. A cavallo tra fine ottocento e inizio novecento si addensarono in queste plaghe desolate piccole comunità di emigranti italiani, attirati dalla ricchezza che poteva essere ricavata dalle viscere del paese più lungo d’America. Attorno alle raffinerie di salnitro furono edificate cittadelle nel deserto sudamericano, molto diverso da quello del Sahara. Qui, nella pampa arsa e compatta, vivevano la loro dura vita gli operai divisi in quartieri “per scapoli” e “per ammogliati”, come le squadre di un’amichevole di calcio.
Queste cittadelle di cui l’autore delinea un quadro estremamente dettagliato, frutto di ricerca accurata svolta anche con la permanenza nei luoghi della narrazione, furono destinate all’abbandono e alla dimenticanza dalla capacità dei chimici europei di ricreare il salnitro artificialmente in laboratorio.

copertina Ninna nanna delle moscheLa storia si svolge a pendolo tra due Paesi lontani e divisi come mondi paralleli, oltre al nord del Cile viene raccontata la vita di un piccolo borgo lucano che ha il nome di una delle città invisibili di Calvino: Palmira.
È da qui che partono i due protagonisti principali, Berto e Gregorio, giovani amanti dello stesso sesso, in periodi diversi della storia. La prima partenza avviene per costrizione violenta, la seconda per disperazione mentre si teme di aver perduto per sempre l’essere amato.
Questo amore, definito convenzionalmente “diverso” ma che di diverso dagli altri ha forse soltanto una sconfinata intensità, è il motore della storia in cui le donne coinvolte hanno tutte capacità esoteriche e o magiche e sentono forte il richiamo con le forze misteriose e ineluttabili del destino.
Serafina canaria, la ninnanannara cieca di giorno; Assunta, la monaca smonacata; Dorotea, la pianista del deserto; Pascuala, la padrona del circo; Rosa, la poppante dagli occhi ostinatamente chiusi e tutte le altre subiscono le conseguenze di questo viaggio in due tempi, accompagnato dal ronzio delle mosche che sembrano conoscere più e prima degli uomini dove il fato attende di compiersi.

È una lettura ammaliante e magica, musicale che rivela pienamente la competenza artistica di Alessio Arena, musicista e compositore, oltre che viaggiatore e insegnante. La sua sensibilità di origine partenopea con ampie contaminazioni ispaniche e sud americane gli consente di costruire un perfetto “patto con il lettore”, ossia quell’accordo in virtù del quale, se l’autore crede in quello che scrive ci crederà anche chi legge, come chi ha letto Marquez ha creduto nelle vicende della solitudine a Macondo. Tutte le invenzioni immaginifiche contenute in questo libro appaiono perfettamente verosimili in un mondo creato a posta per stupire e per raccontare senza mai derogare alla fedeltà della ambientazione storico-geografica.
Il romanzo, come tutti quelli del suo genere, crea un universo fantastico in cui sostare è estremamente piacevole anche per le sonorità sofisticate e godibilissime della prosa.
Stefania Squillante

Alessio Arena
Ninna nanna delle mosche
Fandango Libri, 2021
Pagine 256
€ 17,00

 

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