
“Ripensò al libro letto la sera prima e soppesò sogni e delusioni. I primi, per quanto in trasferta, difendevano a fatica il misero gol di vantaggio sulle seconde. Un catenaccio ostinato, ma chissà per quanto ancora.”
Andrea Scanzi, nato ad Arezzo nel 1974, è noto al grande pubblico, in ragione delle sue numerose apparizioni televisive, soprattutto come giornalista, opinionista e politologo. Ma Scanzi ha scritto molti libri occupandosi non solo di politica e costume ma anche di musica, sport, di vini e di cani. E, nel 2015, con La vita è un ballo fuori tempo, si è cimentato con la narrativa proponendoci un romanzo divertente, ironico, satirico, ricco di battute e situazioni folgoranti, di momenti amari, malinconici e poetici, di citazioni letterarie, musicali e perfino gastronomiche.
Il protagonista è un quarantacinquenne giornalista frustrato e disilluso, inviato sportivo per un improbabile quotidiano diretto, con piglio dittatoriale, da un viscido personaggio che non perde occasione per vessarlo, alle prese con le sue dolorose delusioni sentimentali, con amici a dir poco singolari (un playboy misogino, un irriducibile quanto incapace tennista, un cassiere di night tormentato dalla moglie e una cavia di prodotti drenanti), con la frenesia rivoluzionaria del nonno novantenne e dei suoi squinternati compagni di avventura che decidono di boicottare l'ennesima celebrazione governativa (la Cerimonia Solenne del Massone Buono!). Ma c'è di più: una bellissima e silenziosa barista del tutto insensibile alle avances, peraltro solo mentali, del protagonista; un labrador che si nutre esclusivamente di crocchette all'alchermes; un giovane collega disadattato che non vuole rassegnarsi a spegnere i propri entusiasmi. Da questo racconto sconnesso e surreale, ricco di avvenimenti e personaggi assurdi, emerge il ritratto di un paese immaginario nel quale è facile riconoscere i tratti distintivi della realtà nella quale viviamo e immedesimarsi nel disagio esistenziale del protagonista. Scanzi riesce a dosare e alternare, con abilità e con una scrittura sempre piacevole e sottilmente ironica, momenti di grande comicità e lampi di poesia e tenerezza e ci invita, senza proclami e sempre senza alzare la voce, a vincere l'immobilismo al quale a volte la società sembra volerci costringere e a non rinunciare mai ai sogni e all'utopia.
In alternativa un libro insolito e inusuale per contenuti e modalità di scrittura.
Paolo Sorrentino Hanno tutti ragione
“La porca verità è che capisci cosa significa avere la vita davanti quando quella si è posizionata tutta dietro. Semplice come la sete. E allora l'uomo si moltiplica, diventa una folla di rimpianti.”
Paolo Sorrentino, nato a Napoli nel 1970, è un regista e sceneggiatore di fama internazionale. Basti ricordare, tra i vari premi vinti dai film da lui scritti e diretti, l'Oscar come migliore film straniero attribuito nel 2013 a La grande bellezza, il suo sesto lungometraggio. Nel 2010 Sorrentino esordisce come scrittore dando alle stampe Hanno tutti ragione.
Protagonista del romanzo è Tony Pagoda, un cantante melodico partenopeo in fase di calante successo, disperatamente dedito alla cocaina e in profonda crisi esistenziale, il quale ripercorre, con estrema sincerità e senza alcun pudore, i tanti momenti significativi della sua vita. Tony è un personaggio dal cinismo esasperato, crudele nei confronti del prossimo come di se stesso, insofferente a tutto e a tutti, totalmente privo di empatia, misogino, irriverente, offensivo, soggetto a incontrollabili attacchi d'ira, aggressivo e violento. E tuttavia, dietro la barriera di tutti questi insopportabili difetti, non è difficile scorgere la sua fragilità, la sua insicurezza, la sua debolezza, la sua incapacità di adattamento, la sua disperata ricerca di una purezza interiore, di una sincerità di sentimenti, di una reciprocità di rapporti impossibili da trovare e perfino da esprimere. Questo suo lungo monologo, questo sconnesso viaggio lungo la sua travagliata e sgangherata esistenza, questo incontrollato flusso di pensiero è condotto da Sorrentino con un linguaggio del tutto originale, in un italiano napoletanizzato ricco di neologismi, di paragoni surreali, di fantasiose metafore, di costruzioni sintattiche a volte sconnesse ma sempre estremamente e precisamente efficaci per trasmetterci le giuste emozioni. Hanno tutti ragione è un libro che ci dispensa amarezze, delusioni e disillusioni, che ci costringe a guardarci dentro e a riflettere su tante scomode verità, che tocca i nostri più profondi e spesso nascosti sentimenti e che ci lascia alla fine pervasi da una serena e incontrollabile malinconia.
GianLuigi Bozzi
A - B - C - D - E - F - G - H - L - M -N - O - P - Q - R - S - T - U - V -Z
La stesura di questo Alfabeto non ha alcuna particolare pretesa.
Vuole solo essere un gioco, un espediente per ricordare e segnalare autori e titoli che ritengo validi.
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