
Incastonata nel cuore della Galleria Borghese, come una gemma, Tiziano. Dialoghi di Natura e Amore, è una mostra tanto piccola quanto preziosa. Costruita, dalla curatrice Maria Giovanna Sarti – che, non a caso, la definisce una mostra dossier – attorno all’opera “Ninfa e Pastore”, generosamente prestata dal Kunsthistorisches Museum di Vienna.
La mostra trae dunque avvio dal prestito del museo viennese, che si inserisce in un virtuoso programma di scambi e cooperazioni tra le due istituzioni, per dare ampio risalto e visibilità ai capolavori del Maestro Veneto già presenti in Galleria.
Per questo, “Ninfa e Pastore” tela che l’artista termino nel 1575, un anno prima della morte, trova la trova la sua naturale collocazione nella sala XX della pinacoteca che accoglie i capolavori di Tiziano e della scuola veneziana. “Ninfa e Pastore”, disposta in fondo alla stanza è messa in risalto da un pannello rosso, così come le altre tre tele che compongono la mostra. Poche opere ma così significative da affrontare, nello spazio di un’unica sala, tante tematiche diverse. Prima tra tutte, come suggerisce il titolo della mostra, l’amore, nelle sue diverse sfaccettature. Poi, l’allegoria della musica e del tempo e, infine, la natura che appare in tutti i dipinti. Le opere si prestano ad una lettura che segue gli assi ortogonali della sala.
In quello verticale “Ninfa e Pastore” 1575 e le “Le tre età dell’uomo”, 1512 (per le versione di Edimburgo, qui proposta nella copia del Sassoferrato del 1682), ci fanno riflettere sul complesso tema del Tempo, il cui fluire è armonico come quello musicale. In entrambi i dipinti, la coppia di protagonisti si cimenta in un duetto, musicale ed amoroso. Come se l’autore, in età giovanile si chiedesse quanto tempo dedicare all’amore; e, in età matura, si rispondesse attraverso l’innovativa composizione del dipinto. Infatti, se nelle “Le tre età dell’uomo” il duetto amoroso, in cui l’uomo è spogliato e la donna è vestita, occupa una posizione di rilievo ma non predominante; condividendo lo spazio pittorico con la rappresentazione delle altre fasi della vita. In “Ninfa e Pastore” l’amore diviene protagonista. La coppia occupa il centro della composizione, assumendo una posizione decisamente più esplicita e consapevole, con la donna denudata che ci guarda, mentre si accarezza languidamente e l’uomo, perso in lei, ancora vestito, alle prese con lo strumento a fiato.

Kunsthistorisches Museum, Gemaldegalerie, Vienna. Ph. Coen © Galleria Borghese
L’asse orizzontale della sala vede dialogare “Amor Sacro, Amor Profano”, 1514-15 e “Venere che benda Amore”, 1565. Ancora una volta il protagonista è l’Amore, nelle sue diverse forme, sacro e terrestre. Il divino è rappresentato in entrambe le opere da Venere: bella tra le belle; mentre il profano è inteso come l’amore nella sua accezione terrena, legata al matrimonio. Nel giovanile “Amor Sacro, Amor Profano”, il pittore offre una rappresentazione concettuale, quasi didascalica di come dovrebbe essere l’amore coniugale; condensando nell’opera, attraverso una densa simbologia, tutti gli elementi necessari per una felice unione matrimoniale. La benevolenza di Venere; la bellezza, la castità, l’onestà della sposa; la temperanza, data dal Cupido che rimescola le acque della fonte; la vita, rappresentata dalla fonte stessa (prima sarcofago) e dai coniglietti, simbolo di fertilità, per citarne solo alcuni. Di fronte, “Venere che benda Amore”, 1565, riprende il tema, con una consapevolezza diversa, data, probabilmente, dall’età. Nella scena, l’elemento terreno si perde, per cedere tutto lo spazio a quello divino. Venere è intenta a bendare Cupido, pur sapendo che l’Amore cieco può rappresentare un serio rischio per il matrimonio. Per questo, un secondo Cupido – saggio – appare vigile dietro la dea, con uno sguardo vispo e indagatore. Delle due ancelle, quella con il seno sinistro scoperto rappresenta un’allusione al vincolo matrimoniale. Al centro, come confermato dalle radiografie, il Maestro aveva previsto un’altra figura femminile, poi tolta, per conferire maggiore organicità alla composizione e spazio al paesaggio, con il maestoso Cadore in lontananza.
Infine, in Tiziano. Dialoghi di natura e amore il Tempo non è solo un tema pittorico ma anche realtà umana. Il tempo dell’artista. Dal momento che la mostra ci presenta un Tiziano in dialogo con se stesso, offrendoci un’esaustiva, seppur rapida, panoramica sui cambiamenti intercorsi nella sua pittura dalla giovinezza alla più avanzata maturità.
Dalle opere giovanili: “Le tre età dell’uomo” e “Amor Sacro, Amor Profano”, perfettamente finite, aderenti ai canoni di bellezza dell’epoca, congelate in un tempo eterno e predefinito, in cui linea e colore procedono di pari passo; l’autore acquista una libertà sempre crescente. In “Venere che benda Amore” la pennellata si fa più materica e la composizione, sebbene definita a monte, obbedisce poi al volere dell’artista, che inizia a dare sempre maggiore risalto alla natura. Tutto questo deflagra in “Ninfa e Pastore”, in cui Tiziano è padrone di una nuova tecnica, maturata ed elaborata nel corso degli anni. Il pittore costruisce il dipinto a colpi di colore, lasciando volutamente indefiniti dei dettagli, per cui, tanto la rapidità delle pennellate, quanto i particolari sullo sfondo lasciati “non finiti”, derivano da una precisa scelta stilistica. Osservando quest’opera si evince come il maestro, nel corso degli anni, abbia radicalmente mutato la sua visione del rapporto uomo-natura. Dai paesaggi addomesticati, rassicuranti e felici, anche moralizzanti, della giovinezza, il pittore passa ai luoghi ameni, più aspri, meno docili, quasi sublimi dell’età adulta; per arrivare, in vecchiaia, ad una visione della natura, selvaggia, potente, a tratti minacciosa e preponderante. Come se, l’artista passasse da una concezione della natura dominata dall’essere umano ad una natura popolata dallo stesso; secondo una visione quanto mai attuale ed estremamente profetica.
Ludovica Palmieri
Galleria Borghese – Roma
Tiziano. Dialoghi di Natura e Amore
dal 14 giugno al 18 settembre 2022
a cura di Maria Giovanna Sarti
-----------------------------
-----------------------------
Se sei giunto fin qui vuol dire che l'articolo potrebbe esserti piaciuto.
Usiamo i social in maniera costruttiva.
Condividi l'articolo.
Condividi la cultura.
Grazie