Angus McOg, Beginners

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L’album è buon lavoro. È questo è un fatto che mi ha consentito l’ascolto senza interruzioni.
Beginners è un album americano e non tanto perché è tutto cantato in inglese, quanto perché le sonorità ci vengono d’oltreoceano da quei territori che a me intrigano sempre, quelli dell’alt-folk. Ma ad un ascolto più attento, e questo è un altro buon segno, vi si trovano altri elementi che aggiungono personalità. Si tratta per esempio delle diavolerie elettroniche per sintetizzare il suono, forse grazie all’arrivo di Luca Di Mira (Giardini di Mirò) per il sound design; diavolerie che però non hanno invaso ma solo arricchito la trama.

Angus McOg, alter ego del modenese Antonio Tavoni, arriva con Beginners al terzo album in studio dopo l’esordio autoprodotto Anorak (2011) e Arnaut (2013). Ora insieme al già citato Luca Di Mira vi troviamo anche il batterista Nicola Bigi.
A leggere gli artisti, da lui stesso citati, che fanno parte del suo retroterra musicale vengono i brividi: Wilco, The National, Bon Iver, Father John Misty, Yo la Tengo, Elvis Perkins, Bonnie Prince Billy, José Gonzales, Low Anthem, Fleet Foxes, J Tillman, Nick Drake, Tim Buckley, Bob Dylan, Neil Young e qua e là le citazioni musicali le si rintracciano.

E così è per Turkish Delight che volta lo sguardo agli Arcade Fire, una cavalcata chitarre e batteria che sembra virare al pop ma che invece rallenta e poi riprende e nel lungo finale diventa strumentale con la batteria a segnarne il ritmo.
Poiché mi chiedo
Una via d’uscita dal tuo amore
Una via d’uscita
Piuttosto chiaro, preferirei andare ora
Mi fissi come se non ti importasse

Anche Laika di grande intimismo soprattutto nella parte inziale guarda oltreoceano e presenta una sezioni d’archi ben orchestrata, soprattutto per i violini che entrano in primo piano sul finire del brano.
È la title track a mettere in evidenza la grazia armoniosa del suono acustico e della voce di Antonio; una ballata di oltre cinque minuti che potrebbe comparire nelle radio americane dove ci sono ancora passaggi di strumenti ad arco che sottolineano il songwriting o ne concedono aperture verso spazi più ampi.
Ehi, lasci cadere le chiavi sul tavolo
E due sacchetti di gastronomia
Mentre ti togli le scarpe
Ehi, mi sono seduto vicino alla finestra
E per la prima volta ho visto
Gli storni in cerchio

Per tornare ai sintetizzatori e alle novità delle sonorità Angus McOg va ascoltato Ulysses, decisamente elettrico e che presenta un geniale passaggio psichedelico che affianca un movimento d’arpa prima che il brano riprenda stilemi pop rock.

Beginners deve il suo titolo alla seconda raccolta di racconti di Raymond Carver, prima che questa venisse ampiamente rimaneggiata da parte dell’editor Gordon Lish. Ma anche i brani rimandano ad una scrittura da racconto,  un po’ come accadeva con gli Okkervil River dove non c’era nemmeno il ritornello.
Non vi curate di noi e ascoltate.
Ciro Ardiglione

genere: alt folk
Angus McOg
Beginners
etichetta: Angus McOg records (Audioglobe)
data di uscita: 24 Agosto 2018
brani: 10
durata: 00:52:43
album: singolo

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