
Annella Prisco ci racconta la storia di Ada, una donna chiamata a fare i conti con la sua vita e con le sue speranze. Un romanzo sobrio ed efficace in cui le parole, i simboli e le emozioni coinvolgono il lettore.
Nel suo romanzo Specchio a tre ante, Annella Prisco ci racconta la storia di Ada, una donna che, pur essendo ancora giovane, è costretta dalle circostanze della vita a cercare un difficile equilibrio fra le cose vissute, i sogni sfumati e i dolori patiti.
Con un'elegante sobrietà – sobrietà che a ben vedere lega l'autrice alla sua protagonista – Annella Prisco ci restituisce ad una letteratura che – senza sangue, senza violenza, senza effetti speciali – è fatta di una scelta accurata delle parole, di atmosfere che coinvolgono il lettore, di opzioni stilistiche sempre soffici, anche quando descrivono eventi forti.
Citazione 1
Eppure, quel giorno sorrideva felice, girando i suoi occhi grigioverdi verso gli invitati, quasi a voler trovare una conferma a quella svolta un po' frettolosa a cui si era consegnata.
Mi sembra che si possa dire che Annella Prisco lavora le parole nella piena consapevolezza che esse non sono nostre e che noi le prendiamo in prestito; esse giungono da una lunga tradizione che le ha levigate, come pietre di fiume, condensando significati, speranze, ambizioni, e chi scrive si serve della loro potenza per lasciarle poi scorrere verso il lettore: così si rinnova una catena che unisce chi scrive a chi legge. C'è oggi, probabilmente, bisogno di tornare a romanzi come questo che sappiano vivere della ricchezza delle parole e della loro magica congiunzione.
Citazione 2
La voce adamantina di Emiliano le echeggia nelle orecchie in ogni momento, a conferma di un rapporto speciale, esclusivo, costruito con lui sin dai suoi primi anni di vita.
Ada, come ci ricorda l'autrice, è un nome palindromo e contiene in sé la segreta arte del narrare: preferite partire dall'inizio o dalla fine? Andare in avanti o risalire la corrente?
Lo stare e l'andare si danno la mano; il cercare e il perdersi si incontrano. L'autrice intreccia abilmente il passato con il presente, e ci ricorda che, ad ogni vera svolta della vita, siamo chiamati a tornare indietro per andare avanti.
Ada porta con sé il peso della nostra umanissima ricerca d'identità: essere insieme ciò che siamo stati e ciò che non siamo più; da una parte capaci di riconoscerci, e dall'altra sopresi dai mutamenti che sono avvenuti.
Ed ecco che l'autrice semina indizi che possiamo seguire, fino all'elemento centrale che viene indicato nel titolo: uno specchio a tre ante.
Piccoli specchi appaiono, qui e lì, fra le pagine e tra le mani di Ada; piccoli specchi nei quali è possibile controllare la pettinatura o il trucco; piccoli specchi che possono restituirla a sé stessa mentre sta per affrontare emozioni che non aveva previsto; piccoli specchi che le parlano di quello che sta per accadere e di quello che sta per lasciare. Le sue immagini si ingarbugliano e si sovrappongono.
Citazione 3
Intontita si avvicina al comò e guarda fissa l'immagine del suo volto disfatto e segnato, riflesso nelle tre ante della toilette antica. I due profili del viso, pur con impercettibili differenze, combaciano e si ricompongono nell'interezza dello specchio centrale.
Ada ci passa davanti con il suo trolley e il suo desiderio di tornare da Roma verso Napoli e poi nella vecchia casa di Acciaroli.
Ada ha già vissuto una parte della sua vita; una vita che sembrava seguire un copione già scritto, con tappe quasi ineludibili: lo studio, il matrimonio, un figlio, le rinunce che non possono più essere colmate. Su tutto l'aleggiare della paura di non avere più nulla da desiderare. Così scorre la vita di Ada, fino a quando un incontro sembrerà in grado di cambiare il corso della sua esistenza. Non osiamo svelarvi troppo della trama per non privarvi della gioia della scoperta. Noi incontriamo Ada mentre si avvia a cercarsi, tra presente e passato, in una vecchia casa che si apre per lei come un vecchio baule della memoria.
Citazione 4
Un tepore, proprio del mese di giugno e dell'estate appena iniziata, comincia a sciogliere in lei quella sensazione di freddo e tremore che l'ha accompagnata per tutta la notte, da quando ha messo piede nella casa di Acciaroli.
Una vecchia casa chiusa da tempo, eppure da sempre abitata nel ricordo. Ada lascia entrare il mondo esterno nel suo mondo interiore, e l'aria fresca della sera e della notte la turbano, mentre i sogni e i ricordi scorrono.
Uno specchio a tre ante, uno specchio antico in cui riflettersi. Ada non è solo un nome palindromo; Ada è anche un nome costruito su tre sole lettere. Ada è come una vita che si riflette in uno specchio a tre ante per scomporsi e ricomporsi, per far combaciare quello che lei è stata con quello che lei si appresta ad essere.
In un'immagine potente, che si fa metafora assoluta della mutevolezza di chi ambisce a restare sé stesso proiettandosi verso il futuro, Annella Prisco ci guida verso il sole del nuovo giorno che sorge; un sole che finalmente riscalda e spinge a volgere lo sguardo verso l'orizzonte, verso quella attesa che ci porta al domani.
Antonio Fresa
Annella Prisco
Specchio a tre ante
Guida, 2020
Pagine 176; euro 14,00
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