
Il filo dello stupore, il romanzo di Antonella Pane, ci presenta il percorso di una donna alla ricerca di un equilibrio interiore fra lavoro, responsabilità, affetti e identità.
Una storia esemplare, per parlare di tante possibili vicende, quando ci si sente presi negli ingranaggi di una carriera all’apparenza invidiabile e di una struttura aziendale che ci porta a scontarci con le nostre attese.
Le riflessioni suggerite dal romanzo di Antonella Pane, senza cadere in una facile sociologia, sono tante e tutte necessarie. Nella gerarchia delle diverse professioni alcune appaiono, almeno all’apparenza, più positive e socialmente riconosciute. Nell’esistenza di ognuno, così come accade ad Angelica, la protagonista di questa storia, si aprono, però, delle crepe che lasciano scorrere lo sconcerto, l’ansia e, talvolta, un vero dolore per le condizioni in cui si svolge la nostra vita: il lavoro che spazio deve avere nella costruzione del nostro futuro? E quali compromessi possiamo accettare senza sentirci minacciati nella nostra identità, nella nostra visione etica, nei nostri rapporti con gli altri? Davvero il successo è un valore che si può anteporre a tutto? In effetti, la protagonista, con una dolorosa presa di consapevolezza, si rende conto di correre il rischio di essere stritolata in meccanismi che non sono i suoi e sommersa dalle attese e dalla ricerca di risultati che le vengono indotti dalla sua azienda.
Il mondo del lavoro ha mille aspetti e mille sfaccettature. Ogni professione e ogni attività nascondono il rischio di snaturare le persone e indurle a vivere esperienze che non avevano preventivato. In alcune realtà si potrà indagare e riflettere sullo sfruttamento o sui pericoli da correre; in altre realtà, all’apparenza più appaganti e vincenti, si corre il rischio di allontanarsi da sé stessi, dai propri ideali e dalla propria sensibilità umana: il pericolo non è meno grande ed espone ad una sensazione di vuoto che non potrà più essere retta.
Citazione 1
Tutto inizia una mattina quando un groviglio di emozioni mi sveglia con il sorgere del sole. Nell’aprire gli occhi le avverto come sassi nello stomaco. Mi alzo e rovescio sulla carta ciò che ho incamerato negli anni.
La costruzione di un percorso di successo porta a volte a spingere troppo sull’acceleratore. Chi assume ruoli apicali, vede crescere le proprie responsabilità, anche oltre le motivazioni che l’avevano spinto all’inizio del suo cammino. Ci si accorge, a volte, che il bisogno di far carriera non è reale ma indotto da un meccanismo aziendale che chiede una dedizione sempre più netta e marcata. Il romanzo di Antonella Pane, Il filo dello stupore, porta il lettore a riflettere su questo tema, non a caso poco trattato e discusso dalle aziende. Le organizzazioni produttive non possono pronunciarsi su queste dinamiche così stritolanti, perché verrebbe messa in discussione la loro credibilità e la loro stessa organizzazione. Ed ecco che appare, allora, molto più semplice definire come “perdente” chi non intende farsi carico di nuove, pesanti, responsabilità. Chi prova a sottrarsi ad un meccanismo di attese e proposte, diventa un’anomalia di non facile gestione.
Citazione 2
Realizzo che i miei stati d’animo accompagnano le stagioni. In primavera emergono le mie insicurezze e le mie paure che somatizzo con qualche disturbo fisico, in autunno sprigiono tutta la mia energia che concretizzo in coraggiose decisioni. In marzo le mie storie finiscono, in settembre nuovi amori nascono. La natura si addormenta e io mi risveglio, rifiorisce e io mi spengo.
Angelica, la protagonista del romanzo, si ritrova a vivere una profonda crisi. Professionista stimata, lavora in un’azienda di fama internazionale che opera nel settore del lusso e si occupa da tempo di selezione, formazione e sviluppo del personale con buona soddisfazione e motivazione. La veloce crescita del gruppo per il quale lavora, con la quotazione in borsa, costringe a rivedere le diverse posizioni nell’organizzazione aziendale. Ad Angelica vengono addossate crescenti responsabilità, anche in campi che non sono esattamente corrispondenti alle sue competenze.
Citazione 3
Comincio a lavorare con ritmi ancora più serrati di prima. Cerco di tenere sotto controllo tutte le attività da coordinare e realizzare, scrivendole su dei fogli di carta. Non ho molto tempo a disposizione e le cose da fare sono infinite. Il mio cervello va a mille. La sera a casa rimango a lavorare fino alle dieci e, sia il sabato sia la domenica, non mi risparmio. Mi sembra di essere una macchina che corre senza mai fermarsi, spinta da una forza invisibile e minacciosa.
Molti, se si fossero trovati al posto di Angelica, avrebbero visto in queste novità un’opportunità da cogliere al volo. Lei entra, invece, in una profonda crisi personale e mette in discussione sé stessa e la sua storia. Angelica decide di far chiarezza dentro di sé per comprendere se le sue aspettative e le sue mete corrispondono, in qualche modo, a quelle che le vengono imposte dal lavoro; sente, insomma, avviando un percorso di indagine profonda grazie alla psicoanalisi, di dover raggiungere una maggiore consapevolezza di sé e dei suoi modelli di vita. Questo cammino la porta ad un accordo con l’azienda per rivedere la sua collocazione e trasformare il suo rapporto di lavoro in una consulenza. Intanto il percorso di cambiamento è ormai avviato, e la porterà ad un avvicinamento alla religione e a Dio che non aveva mai previsto.
Il suo modo di vivere, anche grazie ad una serie di incontri significativi e pieni di umanità, sarà del tutto modificato e la gamma delle sue sensazioni e gratificazioni si andrà allargando con una relazione sempre più profonda con la propria anima e con il dolore e l’amore che gli altri possono far nascere in noi. La gestione dei sentimenti e delle relazioni, sottratta ad una sorta di arida contabilità fra il dare e l’avere, porterà Angelica alla scoperta di nuove fonti di gioia e serenità.
Citazione 4
Dopo questo episodio le cose lentamente cambiarono tra di noi. Lo spavento, che entrambi prendemmo, ci riavvicinò definitivamente e ci fece comprendere quanto fossimo importanti l’uno per l’altra. Il sole tornò a fare capolino nel nostro matrimonio.
Attraverso una lunga serie di vicende, alcune delle quali particolarmente dolorose, Angelica condivide, quindi, con il lettore la sua esperienza, paragonabile a tante altre in cui, non riuscendo ad intravedere una via d’uscita, si rischia la disperazione. Il filo dello stupore indica, quindi, la volontà di dare un ordine all’esistenza, individuandone le priorità e il senso: un grande gomitolo di fili intrecciati da dipanare e riordinare secondo una nuova e più appagante visione della vita. Lo stupore consiste, allora, nello scoprire che è ancora possibile cambiare quando si è davvero disposti a mettersi in discussione.
Antonio Fresa
Antonella Pane
Il filo dello stupore
Manni, 2022
Pagine 222
€ 17,00
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