Antonio Formichella: Mudanza

copertina del libro Mudanza di Antonio Formichella
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Non è facile trovare un’etichetta o una definizione per questo lavoro di Antonio Formichella. A ben vedere, quest’oggettiva difficoltà a catalogare il testo potrebbe derivare da una consapevole movenza dell’autore o da quella condizione di mudanza (letteralmente, mutamento, trasloco, in spagnolo) che costituisce l’intima essenza del testo.

Citazione 1

La scelta del nome è presto spiegata: in questi ultimi anni tutti e quattro abbiamo cambiato casa o stiamo per farlo. Oltre che per questo curioso ma non causale nesso, la scelta è caduta su mudanza perché il filo rosso delle nostre discussioni è sempre stato il tema del cambiamento.

copertina del libro Mudanza di Antonio FormichellaIn un’epoca di crisi e di trasformazione, il bagaglio di paradigmi e certezze che avevano definito la griglia entro cui interpretare il “secolo breve” non è più in grado di cogliere i nuovi fenomeni sociali.
L’interprete degli eventi – e potete cogliere nell’essere “interprete” tutte le sfumature di significato che vi piacerà coltivare – è per così dire costretto a un continuo movimento, mutamento e trasloco politico, esistenziale, musicale, letterario e così via. In altri termini, il bagaglio di conoscenze e giudizi che aveva accumulato fino ad un certo punto del suo percorso è, almeno in alcuni passaggi, un peso che non aiuta a dischiudersi ad altre esperienze.
E allora mudanza è anche il coraggio di rimettersi in discussione, come amici, come genitori, come coniugi, come lavoratori e così via per affrontare un mutamento continuo e a tratti traumatico.

Citazione 2

Ecco, verso Mauro e i membri di mudanza ho un debito di riconoscenza per avermi aiutato a rientrare pienamente nel mio presente e ad acquisire un atteggiamento di maggiore apertura verso il futuro che mi porta oggi a pensare convintamente che il meglio debba ancora venire. Lo hanno fatto con la loro capacità di porsi in ascolto, con la loro intelligenza, con la loro curiosità e aperture verso il mondo e le persone.

La parola “crisi”, abusata con continuità nella nostra comunicazione troppo frettolosa e caotica, non nasconde necessariamente un tracollo; essa postula, piuttosto, la ricerca di un equilibrio nuovo e attuale.
I rimandi alla filosofia e ai suoi linguaggi – linguaggi che l’autore frequenta con una consapevolezza che ha dei tratti che ci piace definire “affettivi” – servono a costruire un metodo e una tempistica dell’approccio che riconosce nel tempo storico una necessità e una durata che non siamo in grado di “scavalcare” con la facile pretesa dell’immediatezza.
Comprendere, capire, analizzare e poter gestire una reazione adeguata sono un cammino fatto di tempo, fatica e, in non pochi passaggi, anche sofferenza. In tutti i campi, da quelli più privati a quelli pubblici, non ci sono facili rifugi e la nostalgia delle certezze potrebbe essere il più pericoloso dei mali.

Citazione 3
Lo spero fortemente. I giovani devono poter tornare a sperare in prospettive di vita migliori e meno precarie e devono accalorarsi, sbagliare e crescere attraverso la partecipazione protagonista alla dimensione politica e collettiva, imparando nuovamente a percepirsi e declinarsi attraverso il pronome noi e non più nella triste e limitata prospettiva di un io chiuso e insensibile alle sorti degli altri e del mondo.

Mudanza, nelle pagine che Formichella costruisce con pazienza ed eleganza, è allora un’attitudine, un modo d’essere che si è, per uno di quei giochi che la storia ci riserva, andato costruendo in un gruppo di WhatsApp.
Un gruppo di amici che, al cospetto del nuovo millennio, sono chiamati dalle esigenze di un mondo che muta a traslocare e lavorare lontani; un gruppo di amici che decide di non disperdere il nobile patrimonio di complicità, intesa e desiderio di confrontarsi: un mezzo moderno diventa l’occasione per continuare a intessere dialoghi “antichi”, anche per chi si ritrova a migliaia di chilometri di distanza.

Citazione 4
Ma un viaggio è anche, se non soprattutto, un’occasione per conoscere meglio noi stessi, perché mentre tutto intorno a noi cambia, in qualche misura cambiamo anche noi. Viaggiare porta con sé sempre il preludio, il segno, e la speranza di un cambiamento e di una trasformazione personale. Per questo è del tutto naturale che il viaggio rappresenti la metafora perfetta della mudanza.

Un dialogo continuo che vibra a prescindere dal mezzo usato; un dialogo continuo che, nella sua valenza esteriore, consente un continuo scambio di punti di vista e, nella sua dimensione interiore, aiuta a gestire le domande e i dolori che l’esistenza porta con sé.
In tutto il libro, e non ce ne voglia l’autore se condividiamo sentitamente con lui questa difficoltà, la certezza che la storia, la vita, la politica e così via continuano anche oltre la colpa più grave della nostra generazione: quella sorta d’amarezza che, derivando dal mutare delle nostre certezze, si può drammaticamente trasformare in un iniquo e inopportuno giudizio sul futuro dei nostri figli e delle giovani generazioni nel loro complesso.
Non siamo in grado di individuare tutti i motivi che hanno portato l’autore a questa fatica della scrittura; certamente, a giustificare queste pagine, basterebbe quell’esigenza morale – e Formichella la sente con evidente forza – di riaprire la strada al domani, all’utopia, alla sfida, almeno per quelli che del futuro saranno i protagonisti.
Antonio Fresa

Antonio Formichella
Mudanza
Il seme bianco, 2018
€ 14,90; pagine 150

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