
Apples è l’opera prima del regista greco Christos Nikou, film presentato alla 77 Mostra Internazionale dell’arte cinematografica di Venezia nell’ambito della rassegna Orizzonti.
Christos Nikou si colloca nel filone della new greek weired wave che caratterizza film che raccontano le dinamiche di isolamento e alienazione e le conseguenze di queste sulla psiche umana.
Una pandemia mondiale colpisce l’umanità dove alcuni individui si ritrovano improvvisamente senza ricordi, in un mondo distopico e senza una specifica connotazione temporale. Ari viene ricoverato in ospedale dove in mancanza di parenti che lo vadano a reclamare viene inserito in un programma di ricostruzione dell’identità attraverso la creazione di ricordi che gli vengono dettati dai propri medici; Ari dovrà compiere delle azioni e documentare le stesse attraverso gli scatti di polaroid che andranno a comporre la struttura della nuova storia della sua vita.
Un tema di ampio respiro quello della pandemia che sconvolge le vite, cavalcato già da tanta letteratura di successo, da “Cecità” di Jose Saramago al padre del filone distopico Philip Dick con “Scorrete lacrime disse il poliziotto”. Un tema che parrebbe lanciare una grande riflessione sull’importanza dei ricordi nella costruzione della nostra identità; non possiamo non chiederci se ricordiamo tutto quello che abbiamo vissuto o solo quello che abbiamo scelto di ricordare, come sembra ci suggerisca il protagonista del film. Egli ci propone la chiave di lettura quando ci invita ad accettare i ricordi dolorosi in quanto proprio loro sono la colonna dorsale delle nostra identità.

Un film che sembra volerci porre grandi interrogativi su quanto l’esistenza dei ricordi sia determinata dall’esistenza di prove tangibili: dalle polaroid che Ari scatta ad ogni esperienza che gli viene imposta alle emozioni che sorgono incontrollate quando la sua quotidianità incrocia in maniera imprevista quella di Anna anche lei una paziente del progetto per la costruzione dell’identità.
Un argomento di ampissimo respiro quindi che però in Apples di Nikou ripiega sull’intimismo e il filo conduttore diventa la solitudine del protagonista e quando la sua amnesia possa essere autoindotta come mezzo per anestetizzarsi al fine di non accettare quello che è il dolore di un ricordo ingestibile per il protagonista.
Un dolore inaccettabile come inaccettabile è la sanità del corpo e della mente di fronte al dolore. L’amnesia si scopre quindi essere un escamotage che la mente adotta per proteggere se stessa, i ricordi riaffiorano quando si è pronti, quando si hanno le risorse per poter rielaborare il dolore.
“non mangi le mele?”
“non ricordo se mi piacciono”.
Adelaide Cacace
genere: drammatico
Apples
Durata: 90′
Regia: Christos Nikou
Attori: Aris Servetalis – Aris, Sofia Georgovasili – Anna, Anna Kalaitzidou, Argiris Bakirtzis
Sceneggiatura: Christos Nikou, Stavros Raptis
Fotografia: Bartosz Swiniarski
Musiche: The Boy (Alexander Voulgaris)
Montaggio: Giorgos Zafeiris
Scenografia: Efi Birba
Costumi: Dimitra Liakoura
Produzione: ARIS DAGIOS, IRAKLIS MAVROIDIS, CHRISTOS NIKOU, ANGELOS VENETIS, MARIUSZ WLODARSKI PER BOO PRODUCTIONS, IN COPRODUZIONE CON LAVA FILMS, PERFO PRODUCTION, MUSOU MUSIC GROUP & NOVA
Distribuzione: LUCKY RED
in uscita dal 31 marzo 2021 su MioCinema
genere: drammatico
-----------------------------
-----------------------------
Se sei giunto fin qui vuol dire che l'articolo potrebbe esserti piaciuto.
Usiamo i social in maniera costruttiva.
Condividi l'articolo.
Condividi la cultura.
Grazie