L’arte non ha sbarre. LiberaMente fuori dal carcere: dalla street art alla fotografia

Barbara Oizmut, una donna
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È vero, l’arte non ha sbarre né confini, come il pensiero, come le idee.
Ed è così che il progetto di disegnare le idee nasce all’interno di LiberaMente, associazione giovanile che promuove l’espressione, il confronto e la realizzazione di idee, seguendo un percorso di lavoro fondato su sinergia e democrazia. L’obiettivo è quello di riportare la persona al centro della attenzione e del dibattito pubblico, incoraggiando la partecipazione dei cittadini al contesto del territorio, culturale e sociale, per conoscerlo e migliorarlo.

Intervisto Leonardo Ruggeri Masini, presidente e attivista di LiberaMente. Nel 2020, in piena pandemia, i giovani senza lavoro, con problemi e difficoltà vengono invitati nell’associazione per parlare e creare insieme progetti utili a sé e agli altri. Uno spazio libero dove si discute e se il progetto proposto piace nasce il gruppo di lavoro. Diversi sono i progetti a costo zero già decollati sul tema civico e sociale.

Il progetto speciale – Disegna le tue IdeeL’arte non ha sbarre –  si è posto invece l’obiettivo di portare arte e cultura all’interno del carcere attraverso laboratori, confronti, lezioni pratiche e sviluppo di nuove idee creative.

A tal fine LiberaMente ha invitato artisti, criminologi, magistrati, professionisti, sociologhi e assistenti sociali e i giovani volontari della associazione stessa

Moby Dick
Moby Dick

per strutturare i laboratori artistici all’interno della casa circondariale di Rebibbia, sezione femminile, perché diventassero momento di crescita per i giovani volontari e per le stesse detenute. Nel corso di otto mesi di lavoro e di incontri, si sono create relazioni tra tutti i partecipanti e una rete di apprendimento e scambio.

Con l’aiuto di esperti le detenute che hanno partecipato volontariamente agli incontri ed eventi, hanno appreso nuove tecniche e nuovi modi per parlare attraverso l’arte e hanno espresso i loro pensieri, idee, aspirazioni e speranze realizzando disegni e bozzetti che sono stati ripresi dagli artisti anch’essi invitati a partecipare al progetto. Non ultimo le detenute hanno avuto l’opportunità di apprendere un mestiere superando i limiti del carcere e guardando alla libertà con occhi diversi.

Jorit Marielle Franco
Jorit, Marielle Franco

I famosi street artist e fotografi, Jorit, Moby Dick e Barbara Oizmud hanno colto molti dei contenuti dei disegni raccolti per creare, in linea con il loro stile, tre murales, due opere all’interno delle mura del carcere di Rebibbia (Moby Dick e Barbara Oizmud) e la terza al Quarticciolo, quartiere popolare romano (Jorit). Quello che avete visto in copertina è il bozzetto per la realizzazione del murale di Oizmud e che racconta come l’amore, la forza di una donna anche nelle situazioni più dolorose e difficili è supportato sempre da un’altra donna, dalla cui collaborazione e condivisione possono nascere nuove cose.

Il murale di Jorit in particolare, è stato pensato come omaggio a una donna simbolo di lotta per i diritti dei più deboli: Marielle Franco politica, sociologa e attivista brasiliana, assassinata nel 2018 a causa del suo impegno politico.

Ecco: l’arte è entrata nel carcere come progetto e proponendo una funzione rieducativa della pena, e ne è uscita arricchita sotto forma di altre opere che sono nate grazie anche al contributo di coloro che sono restati all’interno del carcere.

Disegna le tue IdeeL’arte non ha sbarre ha coinvolto tutti i partecipanti e si è rivelato una fondamentale esperienza. Per i giovani volontari che hanno potuto scoprire qualcosa della vita in carcere, lontana dagli stereotipi e suggestioni cinematografiche, e hanno avuto l’opportunità di fare un percorso di avvicinamento a una possibile formazione professionale che possa trasformarsi in un lavoro in questo ambito. Per le detenute i laboratori ai quali hanno partecipato con interesse ed entusiasmo, hanno avuto come risultato la creazione di ritratti, paesaggi, sogni, paure e speranze, un pezzetto delle loro anime che è volato fuori dalle mura del carcere.

Questo progetto ha vinto il bando Vitamina G della Regione Lazio ed è uno dei progetti speciali incluso come “street art for rights “all’interno della Biennale MArtelive 2022, contenitore multiartistico e multidisciplinare che ingloba progetti e artisti e ha luogo ogni due anni in luoghi diversi.

Daniela di Monaco

Gli artisti

Jorit: artista di fama internazionale, associa un “profondo realismo e a una grande padronanza tecnica del mezzo pittorico con forti messaggi di natura sociale”. Ha iniziato il suo cammino nel 2015 a Napoli operando nel campo dei graffiti nella periferia nord e nel centro storico della città partenopea. Oggi, i suoi murales si trovano in tutto il mondo: in Spagna, Portogallo, Inghilterra, Norvegia, Olanda, Germania, Francia, Grecia, Stati Uniti e Australia. https://www.jorit.it

Barbara Oizmud: artista poliedrica, illustratrice e fotografa. Ha realizzato un’opera per Street Art for Rights all’interno della Casa Internazionale delle donne durante la Biennale MArtelive 2019. Attraverso la sua arte si occupa anche di temi legati al sociale e alla parità di genere. Il suo stile grafico, principalmente grafico, è particolarmente riconoscibile dalla rappresentazione di personaggi mitologici e onirici. sito FB Barbara Oizmud

Moby Dick è un artista romano che si dedica alla salvaguardia degli animali come squali, balene, lupi, specie in via d’estinzione (tartaruga caretta caretta, megattera)  e dell’ambiente nella sua integrità. Vigile del fuoco discontinuo, è attualmente il responsabile per le arti visive per la costola italiana di Sea Shepherd, che da anni si batte in difesa del mare. Porta avanti a colpi di bombolette spray la sua critica alla plastica monouso e alla mortificazione della biodiversità. Il 30 gennaio 2018 è stata presentata una sua opera di street art all’interno della Casa di Reclusione di Rebibbia.

Marielle Franco: è stata una voce importante del movimento LGBT+, combattendo per i più deboli, per la difesa delle terre dei piccoli agricoltori e in favore delle tematiche ambientaliste. È stata esponente del Partito Socialismo e Libertà brasiliano (PSOL). Ha presieduto il Comitato delle donne del Consiglio comunale ed è stata impegnata nella difesa dei diritti umani. È stata una voce ed una donna simbolo di libertà, ha lottato per incoraggiare le detenute del carcere, una donna che ha portato avanti con fierezza e senza paura la lotta alle ingiustizie sociali e contro il depauperamento della biodiversità e dell’ambiente. La sua compagna di lunga data è Mônica Tereza Benício, che oggi sostiene la sua memoria e i suoi valori.

 

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