
Come stanno i bambini in Italia? La loro salute è migliorata o peggiorata dopo la pandemia? Quali sono le loro prospettive? Esistono delle sostanziali differenze a seconda della regione nella quale si nasce e si cresce? Per rispondere a tutte queste domande Save the Children ha lanciato a novembre l'ottava edizione dell'Atlante dell'infanzia a rischio in Italia dal titolo Come stai? [1]
Il documento mette in luce le grandi disuguaglianze che permangono nel nostro Paese tra i bambini e le bambine su base regionale. Esistono divari anche molto ampi nella aspettativa di vita tra coloro che nascono e crescono in Sicilia e coloro che vivono in Toscana che superano i 3 anni, ma il dato più impressionante, e moralmente inaccettabile, riguarda il numero di anni che una persona può aspettarsi di vivere in buona salute. Il divario alla nascita tra un calabrese ed un bolzanino supera il decennio e arriva a 15 anni se prendiamo in considerazione una femmina. Lo studio di Save the Children ha evidenziato come in Italia sarebbe fondamentale porre la salute di bambini ed adolescenti al centro delle scelte politiche.
Un milione e 400.000 bambine e bambini vivono nel nostro Paese in una condizione di povertà assoluta e la situazione è più grave proprio per i bambini che avrebbero bisogno di avere accesso ai servizi sanitari di base e dedicati alla salute mentale. Solo il 12% dei fondi pubblici per la salute sono dedicati alla sanità di base che è fondamentali per garantire la salute di bambini e adolescenti. La pandemia ha decisamente peggiorato la salute dei nostri figli e nipoti: sono diminuite le vaccinazioni nei primissimi mesi di vita e le diagnosi di tumori infantili si sono ridotte di un terzo.
Il numero dei consultori familiari sul territorio continua a decrescere già a partire dal 2014.
Un'indagine condotta tra il 2019 è il 2020 dalla Società Italiana di Pediatria registra un aumento del 40% dei ricoveri per patologie neuropsichiatriche infantili, Le principali cause sono: l'ideazione suicidaria, la depressione, i disturbi alimentari. In Italia sono presenti meno di 400 posti letto per ricoveri in neuropsichiatria infantile. Le disparità territoriali non danno spazio all'interpretazione dei numeri: nella regione Calabria non esiste nessun posto letto per bambini ed adolescenti con patologie neuropsichiatriche. Questa drammatica situazione comporta gravi conseguenze: l'obbligo per la famiglia di spostarsi dalla propria regione con il bambino o ragazzo che necessita di ricovero presso altre regioni determinando l'inizio di una “via crucis” familiare ed il fatto che si giunga ad una diagnosi medica ed a terapie appropriate solo in una fase avanzata e seria della malattia mancando le strutture territoriali che consentirebbero di intercettare i disturbi dei minori in una fase di insorgenza della malattie psichiatriche infantili [2].
L'Atlante di Save Children non punta il dito solo sul sistema sanitario, ma sottolinea quanto l'intero ambiente di crescita dei nostri bambini e ragazzi sia carente. La salute dei bambini è strettamente legata alla situazione socio economica dei genitori e su questo fronte ci troviamo ad analizzare una situazione a macchia di leopardo con dei dati molto preoccupanti nelle regioni del Sud Italia; in Campania due famiglie su cinque con figli minori vivono in una condizione di povertà relativa, il valore campano è più del doppio rispetto alla media italiana.
In un Paese dove la politica ed i media producono fiumi di parole parlando di denatalità forse varrebbe la pena soffermarsi sul dato della mortalità infantile pari ad 1,5 nati ogni mille in Toscana, ma che è il doppio in Sicilia e arriva a triplicarsi in Calabria. Ricordiamo che in Italia mancano ancora all'appello 1.400 pediatri per garantire servizi di base sul territorio.
Il dato delle regioni del Mezzogiorno è ancora più drammatico se letto in correlazione all'ascensore sociale bloccato, cioè alla possibilità per chi nasce al Sud da famiglia povera di emanciparsi dalla propria situazione economica. A tal proposito un interessante studio è stato realizzato da tre economisti italiani: Paolo Acciari, Alberto Polo e Gianluca Violante pubblicata recentemente sull'American Economic Journal [3] in cui essi fotografano un'Italia settentrionale allineata ai paesi Nord europei e agli Stati Uniti per quanto riguarda la possibilità per i figli di affermarsi guadagnando più dei loro genitori, ma un' Italia meridionale bloccata dove il futuro dei figli è strettamente correlato allo status economico dei propri genitori. Secondo questo studio, la mobilità sociale in Italia esiste, ma solo se nasci al Nord, la povertà nel meridione d'Italia si sposa con la mancanza di speranza di un futuro migliore, se nasci in una famiglia povera nel sud Italia è quasi certo che povero morirai.
Viviamo in un Paese dove l'inquinamento determina in molte delle nostre città un aumento delle polveri sottili la cui presenza è correlata all'asma infantile, un Paese dove l'accesso allo sport pare diventato elitario e nel quale un bambino su quattro non pratica nessuna attività sportiva nel corso del suo intero sviluppo, in Campania sono addirittura il 45% i bambini e le bambine che non vedono mai, durante la loro infanzia ed adolescenza, un campo da pallavolo o una piscina.
Il PNRR riuscirà a metterà in campo risorse e progetti per colmare disuguaglianze educative e sociali che compromettono il futuro della fetta di popolazione più giovane? Questo parrebbe l'orientamento annunciato dal ministro Bianchi, vedremo alla resa dei conti se ai fatti seguiranno alle parole.
Adelaide Cacace
[1] https://www.savethechildren.it/blog-notizie/salute-infantile-e-disuguaglianze-il-nuovo-atlante-dell-infanzia-rischio
[2] Annamaria Staiano, I disturbi neuropsichiatrici in età pediatrica: una nuova emergenza?, 9 settembre 2021; L'autrice è la Presidente della Società Italiana di Pediatria
[3] Paolo Acciari, Alberto Polo e Giovanni L. Violante, And yet it moves: intergenerational mobility in Italy, 3 luglio 2022
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