
Mi piace pensare all’ironia come ad una poesia della quotidianità, capace di elevare ed iconizzare quei momenti che caratterizzano la vita di tutti noi. Precisando che la vera ironia, quella autentica, non ha nulla a che fare con la superficialità, anzi, al contrario, porta in profondità e, tra una risata e l’altra, è una potente spinta alla riflessione.
L’ironia ha tante modalità e forme, può essere sobria e sottile, lampante e sfacciata, maleducata e seccante, scritta, parlata, mimata, filmata.
Nella vita ho avuto la fortuna di entrare in contatto con tanti “geni” dell’ironia, come Sabina Guzzanti e Elda Alvigini, da cui ho appreso molto più che da patinati “professoroni”. Del resto, l’ironia, la satira, il sarcasmo, sono una lente attraverso cui osservare, analizzare, elaborare e interpretare la realtà. Certo sono delle modalità espressive sincere, impietose, a tratti toste e severe ma che, nello stesso tempo, migliorano la qualità della vita, anche perché, diciamolo: ridere fa bene, ed anche riderci su!
Insomma, satira ed ironia non servono ad annullare i problemi ma a guardarli da un altro punto di vista e magari ad affrontarli con un altro piglio e un’altra grinta.
Quindi, quando c’è la possibilità di godersi uno spettacolo cerco sempre di non perderlo, perché arricchisce, mette in movimento e allena la mente, attività che nella mia vita è davvero prioritaria. Tutto questo, e l’aver conosciuto la bravissima Cristiana Vaccaro, mi ha portato a U.G.O. – Unidentified Gabbling Objects, format formidabile che ormai seguo fedelmente da anni, che mi regala sempre emozioni forti, grasse risate, sani pensieri.
U.G.O. nasce nel 2017, a cura, oltre che di Cristiana Vaccaro, di Annalisa Dianti Cordone, Arianna Dell’Arti, Paola Michelini, Cristina Pellegrino ed è un format in continuo movimento, aperto all’ingresso di nuove protagoniste, perché le donne di U.G.O. sono tutte superstar!
U.G.O. come suggerisce il nome, è un format non ben identificato o identificabile, anzi, è stato concepito a partire da un’esigenza di libertà di espressione, proprio per non rispecchiare nessuna etichetta, stereotipo o convenzione.
U.G.O. è sempre diverso, è una realtà dinamica, in movimento.
U.G.O. è come una montagna russa, non sai bene cosa accadrà. Sai solo che ci saranno diverse attrici, intelligentissime, capaci di pungere e accarezzare, nel brevissimo spazio di 10 minuti al massimo. Ciascuna di esse ha una sua identità, un suo linguaggio, si esprime con monologhi, racconti, suoni, dialoghi o satire, ed è il pubblico che ogni volta si deve adeguare, non il contrario.
Il 19 luglio U.G.O. è stato al Globe Theater, invitato alla rassegna Tutta scena – Il teatro in camera, che sarà visibile in streaming su Tvloft, quindi, dato che chi non ha potuto esserci avrà modo di vederlo online, non voglio spoilerare nulla, ma solo fare i dovuti complimenti alle sei meravigliose attrici.
All’irriverente Paola Michelini che ci ha sbollentato subito con un pezzo tanto meraviglioso quanto maleducato, coraggioso e colto che, con nonchalance e “leggiadria” è passato dall’attualità, alla storia, da Roma a Londra, dalla questione dei rapporti uomo-donna al papato.
Ad Annalisa Dianti Cordone, perché ci ha trasmesso che si possono superare i 40anni con dignità e freschezza, anche senza un look da “pagliaccetto”.
A Martina Catuzzi per la sua sfacciataggine, l’ironia e per la trovata finale che è stata una ciliegina sulla torta.
Ad Arianna dell’Arti che, ridendo e scherzando, fa della pura filosofia.
A Cristina Pellegrino, per la sua capacità di farci ridere su situazioni in cui, spesso, per noi donne può non essere scontato trovarsi a proprio agio e mi riferisco proprio allo sguardo “Sean Penn”.
A Cristiana Vaccaro che ha affrontato il tema della crescita personale facendoci sbellicare con le lacrime agli occhi.
Faccio i miei complimenti a tutte perché, anche stavolta, U.G.O. si è rivelato un demolitore di cliché e un motore di riflessione, profondamente umano. E se al centro c’è sicuramente l’identità della Donna che, volenti o nolenti, ancora vive vita dura, voglio fare i complimenti ai coraggiosi maschi in sala.
E non solo, visto che noi non siamo sessiste, chiudo approfittando di questo spazio anche per ringraziare quelli che, per me, sono i grandi protagonisti dell’ultimo periodo: Zero Calcare, Federico Palmaroli e Claudio Morici che, con la loro arguta intelligenza, ci fanno volare e hanno sicuramente contribuito a rendere più digeribili i periodi dei lockdown.
Ludovica Palmieri
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