
E adesso chi glielo dice a Trump e agli altri negazionisti che uno dei patrimoni naturali più grandi e belli al mondo è morto? Stiamo parlando della Grande Barriera Corallina in Australia. A causa dell’innalzamento della temperatura delle acque – dovuta ai cambiamenti climatici – e all’incuria sui temi ambientali dei precedenti governi australiani (e dei cittadini che li hanno sostenuti e votati) il 67% dei coralli nella parte nord della barriera sono morti. Per ora nell’area centrale “solo” il 6% e morto, mentre quella meridionale gode di buona salute. Ma non è detto che le cose non peggiorino anche nelle altre aree visto che la temperatura continua a salire.
Il corallo in queste aree si è completamente sbiancato, espellendo le colorate alghe zooxanthellae. Queste ultime crescono assorbendo il diossido di carbonio liberato dall’ospite e restituiscono sostanze nutrienti. In loro assenza il corallo “muore di fame”.
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