
Dall’Australia arriva l’ennesima dimostrazione di come gli stati spesso si impegnano a parole contro il riscaldamento globale ma poi le azioni vanno in altra direzione. Apprendiamo da The Guardian che l’Australia ha provato ad opporsi affinché la Grande Barriera Corallina fosse inserita tra i siti del patrimonio mondiale “in pericolo”, il primo a causa dell’emergenza ambientale. L’Australia è uno dei 193 paesi firmatari della convenzione sul patrimonio mondiale dell’UNESCO. Da tempo ci sono ricerche che dimostrano lo sbiancamento dei coralli a causa del riscaldamento delle acque a causa del riscaldamento globale. L’UNESCO lo aveva raccomandato per proteggere uno dei patrimoni più incredibilmente belli al mondo, ma secondo The Guardian «l’intensa attività di lobbying dell’Australia ha ritardato la dicitura “in pericolo”, una decisione che dovrebbe essere presa nuovamente in considerazione in una riunione in Russia nel giugno del prossimo anno».
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