
La proposta di riforma per l’autonomia differenziata o riforma delle Regioni che dir si voglia voluta dalla Lega è una “secessione dei ricchi” per dirla con il professor Gianfranco Viesti. Di conseguenza è configurabile come un altro tassello per la rottura dell’Unità d’Italia. L’estrema destra che ci governa sempre attenta alla retorica del tricolore non si oppone. Il ministro per le Riforme Roberto Calederoli ha presentato in Conferenza Stato Regione la bozza di disegno di legge in proposito. Per quanto ci possano rassicurare con il dover stabilire livelli essenziali di prestazione “su tutto il territorio nazionale” (lo Stato dovrebbe farlo entro un anno, in caso contrario i trasferimenti di potere avverranno) non è accettabile perché “si applica il criterio della spesa storica sostenuta dalle amministrazioni statali nella Regione per l’erogazione dei servizi pubblici corrispondenti”. E poi il trasferimento avverrebbe sulle 23 materie identificate dalla riforma costituzionale del 2001 e su cui diverse Regioni, dalla Lombardia alla Liguria alla Toscana, hanno fatto richiesta. Di fatto ognuno per la sua strada dalla Sanità all’Istruzione, al trasporto, …
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