Bachi da Pietra. Quintale. Blues fangoso e rock possente intrisi di testi assordanti

Bachi da Pietra Quintale
history 3 minuti di lettura

Un album di cui sentiremo parlare ancora nel 2013. Non a Sanremo. La musica indie dovrà viaggiare tra le cave perché qui le pietre hanno un valore artistico.
Bruno Dorella e Giovanni Succi ancora una volta seminano bene e in profondità perché sono coleotteri liberi come vogliono che sia dalla loro nascita datata 2004.
Quintale è un disco possente, scarponi che indossiamo per scalare le montagne del rock primordiale, che indossiamo per poter affrontare il fango delle paludi del blues. Nell’incedere ci imbattiamo pure nella chitarra dolce  e lontana di Fessura, una finestra sulla ballata rock anche quando la batteria entra in primo piano “Fammi fesso, fesso come Fessura, lascia entrar  frescura in questa testa dura e chiusa”. Ma la dura marcia riprende con le sferragliate e le battute affondate sulla batteria in Mari lontani con voci lagnanti “fino a quando le nostre rotte intersecate per azzardo non ne trovi”.

Quintale arriva dopo più di due anni da Quarzo con l’intermezzo breve con i Massimo Volume. Come tradizione pochi supporti dall’esterno: il sax di Arrington de Dionyso in Enigma, Paolo Il Tarlo e Ma Anche No e la chitarra di Giulio Favero (Teatro degli Orrori) in Fessura e che presta la sua voce per alcuni cori un esordio interessante quanto azzeccato nel nuovo lavoro.
Indubbiamente un disco di grande respiro che “mi fa sentire bene darvi l’amore e la morte insieme solo per sentire il suono” [Dio Del Suolo] e che fin dalla iniziale Haiti con il suo iniziale suono prolungato e stridente apre un rock d’assalto e distorsivo.

Quintale ha ricevuto una rimarchevole accoglienza che in alcuni casi fa sospettare di un capolavoro. Le recensione spesso non si risparmiano elogi a cominciare da Valtorta che invita a comprare il disco, «sorprendente e potentissimo, vedi un pezzo come Paolo il tarlo […] e dai testi originali e spiazzanti» [1].
Non è da meno Stefanini che spinge l’ascoltatore a mandare a memoria i testi reiterando l’ascolto perché è un lavoro che sfiderà il tempo. Mi sembra particolarmente interessante poi la sua annotazione circa Dio Del Suolo e Ma Anche No che evocano «un’immagine piuttosto strana, epica ed insieme sinistra, nella quale Mark Lanegan canta Vasco Rossi» [2].
Sulle stesse note è Ciucci, per sua ammissione, mai stato un fan dei Bachi da Pietra ma convinto che lasceranno il segno perché «mescola un suono nervoso e duro a una fruibilità, propria del verbo rock’n’roll, mai toccata da queste parti […] dagli archetipi del rock duro (Haiti, Enigma) e del blues (Mari Lontani già un classico), virando sullo stoner (Coleotteri ma pure la straordinaria Sangue) “cullandosi” anche nella classica ballad ma non aspettatevi smancerie (Dio del suolo)» [3].
Altro giudizio positivo quello di del Basso che nel procedere dell’ascolto trova sempre buoni motivi per andare avanti ed  essere sicuro che chi li ascolterà per la prima volta non ne rimarrà affatto deluso. Ricordidamo la sua citazione per Coleotteri: «Dorella qui si sfoga in una sfuriata di “doppia cassa”, mentre Succi non rimane indietro, con liriche sferzanti […] ed una chitarra distorta decisamente nervosa. Fantastico» [4].
La recensione di Zampighi per nella sua positività è più articolata introducendo dei distinguo per cui «è innegabile come accanto ai solidi brani sopracitati, Sangue o Mari Lontani, convivano parentesi che, loro malgrado, “bromurizzano” la personalità particolarissima ed esclusiva dei Bachi. Ciò che accade, ad esempio, in Dio Del Suolo, in Ma Anche No o con la slide guitar di Pensieri Parole Opere» [5].
Non vi curate di noi e ascoltate!
Bachi da Pietra. Quintale. Blues fangoso e rock possente intrisi di testi assordantiCiro Ardiglione

genere: post-rock
Bachi da Pietra
Quintale
etichetta: La Tempesta
data di pubblicazione: 8 gennaio 2013
brani: 13 (l’ultimo presente solo nella versione digitale)
durata: 46:48
cd: singolo

canale telegram Segui il canale TELEGRAM

-----------------------------

Newsletter Iscriviti alla newsletter

-----------------------------

Se sei giunto fin qui vuol dire che l'articolo potrebbe esserti piaciuto.
Usiamo i social in maniera costruttiva.
Condividi l'articolo.
Condividi la cultura.
Grazie

In this article