
Questo lavoro, vincitore dell'Orso d'Oro al 71° Festival del cinema di Berlino (1 – 5 marzo 2021), del regista romeno Radu Jude, si inserisce all'interno della riflessione che i giovani autori del cinema rumeno stanno attuando sulla loro società, va detto con egregi risultati. Da qualche anno si parla della “nuova onda” del cinema rumeno, che sta portando una ventata di novità nel panorama cinematografico di quel paese. Ovviamente i vari registi (Puiu; Mungiu, Palma d'Oro a Cannes nel 2007; Porumboiu; Mitulescu; Muntean e ovviamente Jude), hanno diversi stili, ma per alcuni critici sono contraddistinti da quello che si chiama “realismo minimalista”.

© Silviu Ghetie / Micro Film 2021
In questo lavoro Radu Jude mostra di saper maneggiare la macchina e gli stili con una certa destrezza e di utilizzare l'ironia caustica per mostrare le contraddizioni e le ipocrisie della società rumena. Il regista nella prima parte utilizza una tecnica appunto, realista, ma spezzettata da continue divagazioni, che lo fanno oscillare fra il neorealismo, il cinema sovietico di Vertov e la nouvelle vague francese. Questo vagare senza meta avvicina molto questa prima parte al concetto situazionista di Détournement.
Il film inizia fin dai titoli di testa a sfidare lo spettatore nella ricerca di contenuti altri rispetto al visibile, con la dichiarazione programmatica “Una parodia di un film popolare” e la citazione di uno dei più importanti testi religiosi dell'induismo: “Nessuno capisce che il mondo / sta affondando nell'oceano del tempo / così profondo e infestato /da quei grossi coccodrilli chiamati / vecchiaia e morte” Mahābhārata XII.28.43
Bad luck banging or loony porn si divide in tre parti, dove la seconda (la più godibile a parere di chi scrive) pare essere apparentemente sconnessa dalle altre due. La prima parte, denominata appunto “una parodia di film popolare” é preceduta da un filmato casalingo porno che per errore poi finisce su internet. Radu Jude nelle sue note di regia dichiara di volere svolgere una riflessione sul concetto di osceno e ci mostra una Bucarest dove vengono continuamente mostrate pubblicità con richiami più o meno espliciti al sesso, macchine parcheggiate sui marciapiedi, centri commerciali che hanno gli stessi loghi in ogni parte del mondo, persone che camminano per strada e si girano verso la macchina. Quindi cosa è osceno? Un filmato porno o una città che perde la propria identità sulla spinta del potere invasivo del consumo? E in tal senso anche il sesso, mostrato ed esibito per vendere prodotti non è altrettanto osceno?

© Silviu Ghetie Micro Film 2021
La seconda parte del film, denominata “Breve dizionario di aneddoti, cartelli e meraviglie” si presenta come un blocco di appunti visivo, dove in stretto ordine alfabetico vengono affrontate una serie di questioni che riguardano soprattutto le contraddizioni della società rumena. Ci troviamo di fronte ad un mercatino delle immagini: spezzoni di internet, immagini di repertorio, spezzoni di TV popolare, riprese di videocamere, spot pubblicitari ecc. ecc. In questa seconda parte il regista, ispirandosi all'estetica di André Malraux, decide di lasciare questa struttura aperta, senza un reale filo conduttore, ma lasciando il lavoro destrutturato, come appunto un bozzetto. Jude, nelle sue note di regia fa esplicito riferimento a Malraux: “Senza dubbio, ogni vera poesia è irrazionale in quanto sostituisce, alla relazione ‘stabilita' tra le cose, un nuovo sistema di relazioni”. Questo è il tentativo che il regista compie in questa seconda parte, costruire un nuovo sistema di relazioni che dia una nuova prospettiva al presente. Sempre affidandosi a Malraux che scriveva: “Delacroix, malgrado affermasse la superiorità del dipinto finito sullo schizzo, conservò numerosi suoi schizzi, che in termini di qualità egli considerava opere d'arte al pari dei suoi migliori dipinti”, il regista conquista una estetica dello schizzo, e attraverso questa incompiutezza riesce a mostrare la struttura portante della cultura dominante. E si ritorna ancora al concetto situazionista del Détournement e allo smantellamento delle immagini per ricostruirle con un nuovo senso. Alcuni spezzoni della seconda parte colpiscono per la capacità di mostrata di illustrare con poche immagini o parole, il sistema di relazioni nascosto: La Rivoluzione francese diventa una linea di cioccolatini; la Rivoluzione rumena del 1989 diventa una linea di “Vino Rosso Rivoluzione”; In uno spezzone di repertorio del 1944, l'esercito rumeno svolge una sfilata in attesa di sapere se schierarsi con i sovietici o con i nazisti; “Bambini prigionieri politici dei loro genitori”; “Sei bambini rumeni su dieci subiscono violenza domestica”. Si parla anche del cinema con questa lunga citazione: “A scuola abbiamo imparato la storia della Gorgone Medusa, il cui viso era così orribile che solo a guardarlo uomini e animali venivano trasformati in pietra. Quando Atena istigò Perseo a uccidere quella creatura mostruosa lo avvertì di non guardarla mai in volto, ma di guardare solo il suo riflesso sul suo scudo lucido. Seguendo questo consiglio, Perseo tagliò la testa a Medusa. La morale è che non vogliamo e non possiamo vedere gli orrori, perché rimarremmo paralizzati dalla paura e che abbiamo modo di sapere come sono fatti solo guardando immagini che ne riproducono l'aspetto. Lo schermo cinematografico è lo scudo lucido di Atena.”
La terza parte, denominata “Prassi e insinuazioni (Sitcom)” è ambientata nel cortile dell'istituto dove l'insegnante viene processata dai genitori con l'accusa è di infangare il buon nome della scuola. In una fotografia satura e pop, proprio come quella delle sitcom, i personaggi si muovono come maschere simboliche e il processo assume una valenza farsesca. Viene nuovamente mostrato il filmato porno con reazioni avverse. Ma la discussione fa emergere la violenta cultura patriarcale della società rumena ancora attraversata dall'antisemitismo e dalla irrisolta questione rom. Un personaggio cita anche il bunga bunga di italiana memoria e la cosa di per sé dovrebbe attivare una riflessione anche sulla cultura patriarcale italiana.
Bad luck banging or loony porn si conclude con tre finali distinti, ma il migliore a parere dello scrivente è l'ultimo.
I tre finali sono: “Il film era uno scherzo”; “Vi abbiamo solo intrattenuto un po'”; “Il film era solo uno scherzo ed ecco come finisce”. La valutazione complessiva sul film è positiva, anche per la scelta di raccontare la storia dell'insegnante con una certa levità, utile però a mostrare la cruda realtà. Il regista effettivamente usa i canoni da commedia amara che rende il lavoro piuttosto scorrevole. In questo film, che è stato girato in periodo di pandemia, le attrici e gli attori indossano la mascherina e quindi questo può essere considerato il primo film diretta testimonianza del periodo storico. Questa scelta effettuata dal regista è la dimostrazione che la creatività e il bisogno di raccontare possono essere superati in maniera positiva, diventando una sfida. Quindi in questo caso l'uso della mascherina è esso stesso una innovazione linguistica.
Per quanto la valutazione del film sia assolutamente positiva ho considerato la scena iniziale del filmato casalingo gratuita, anche se ha lo scopo di provocare lo spettatore.
Nei titoli di coda sono citati tutti coloro che hanno fatto da riferimento teorico ai contenuti del lavoro. Sono citati fra gli altri Walter Benjamin, gli italiani Umberto Eco e Curzio Malaparte, ma mi è sembrato un po' fuori posto Emil Cioran, ma questo è un altro discorso.
Francesco Castracane
Bad luck banging or loony porn
titolo originale Babardeală cu bucluc sau porno balamuc
durata: 106 minuti
paese di produzione: Romania, Lussemburgo, Repubblica Ceca, Croazia
anno: 2021
dal 16 aprile in esclusiva su MioCinema
distribuzione Lucky Red
Interpreti e personaggi
Katia Pascariu: Emi
Claudia Ieremia: La preside
Olimpia Mălai: Signora Lucia
Nicodim Ungureanu: Tenente Gheorghescu
Alexandru Potocean: Marius Buzdrugovici
Andi Vasluianu: Signor Otopeanu
cast tecnico
Scritto e diretto da Radu Jude
Prodotto da microFILM Romania
Coprodotto da Paul Thiltges Distributions (Lussemburgo)
Endorfilm (Repubblica Ceca)
Kinorama (Croazia)
In associazione con Bord Cadre Films (Svizzera), Sovereign Films (UK)
Produttrice Ada Solomon
Co-produttori Paul Thiltges, Adrien Chef, Jiří Konečný, Ankica Jurić Tilić
Produttori associati Dan Wechsler, Jamal Zeinal-Zade, Andreas Roald
Direttore della fotografia Marius Panduru, RSC
Montaggio Cătălin Cristuțiu
Scenografie Cristian Niculescu
Costumi Cireșica Cuciuc
Trucco Bianca Boeroiu
Musiche Jura Ferina, Pavao Miholjević
Aiuto regista Isabela von Tent
Suono Hrvoje Radnic (suono in presa diretta)
Dana Bunescu (ideazione del suono)
Missaggio del suono Michel Schillings
Line producer Valentino Rudolf
Effetti visivi Raoul Nadalet, Espera Productions
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