Basket: Dinamo Sassari esonera Sacchetti allenatore del triplete

Dinamo Sassari basket
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Se Stefano Sardara, il presidente della Dinamo Sassari, avrà azzeccato anche questa decisione troverà posto in pianta stabile nell’olimpo dei dirigenti del basket  nazionale. Dopo un triplete vinto nell’ultimo anno (Supercoppa italiana, Coppa Italia e Scudetto),  di gran lunga in anticipo sui programmi fissati che volevano la Dinamo nel basket scudettato entro il 2018, l’allenatore dei miracoli in terra di Sardegna ha avuto il ben servito. Questa volta ha contato la serie di ben sei sconfitte consecutive in Eurolega e qualche difficoltà tecnica, o per meglio dire interpretativa, sul gioco della propria squadra.
Più volte negli ambienti cestistici, anche nell’ultimo anno di successi, si era ricamato sul difficile rapporto tra il presidente Sardara e Sacchetti, rapporti sempre ricomposti, per fortuna, visti i successi che successivamente venivano conseguiti. Anche quando sembrava potesse essere corretto l’avvicendamento alla guida della squadra.
Nella scorsa primavera, dopo la conquista della Coppa Italia,  la Dinamo inanellava sconfitte e sembrava che il fuoco che l’aveva portata al successo si fosse spento. Così però non fu, Sacchetti restò al timone e tutti ricordiamo le sette gare per l’assegnazione dello scudetto che fu guadagnato da Sassari dopo che Reggio Emilia aveva avuto la palla in mano per chiudere in gara sei. Tutta  l’Isola, che già si era compattata con questa formazione, si ritrovò ancora di più legata in simbiosi con questi cestisti e con il suo allenatore. Anche In Italia i seguaci della palla a spicchi poterono apprezzare sia il gioco vincente, magari troppo altalenante ma efficace, ed anche la sportività dei tifosi al seguito di Sassari.

Dopo i festeggiamenti estivi post scudetto si pensò  quindi bene di continuare l’esperienza con  i Sacchetti a cui era dovuta la chance di continuare dopo i successi conseguiti, malgrado Sardara avesse colto segni che inducevano a ripartire su nuove basi. Con il g.m. Pasquini, a detta della società,  Sacchetti ridisegna la nuova Dinamo che però stenta come non dovrebbe ad inizio stagione: sei sconfitte su sei in Eurolega  ed un totale di dieci gare perse sulle 14 giocate in questa stagione.  Riprendono corpo le perplessità di Sardara che forse  lo attanagliavano da troppo tempo e, a questo punto, il presidente dice di dover prendere a malincuore la decisione di avvicendare l’allenatore.  Dal punto di vista tecnico pare che l’accusa maggiore sia che Sacchetti lasci “improvvisare”  il gioco da attuare ad un roster per lo più abituato a rispettare consegne rigorose; se così fosse forse servirebbe un percorso di conoscenze più lungo che adesso non può garantire la chimica e gli affiatamenti di squadra; adesso il prodotto finale non assicura la Dinamo che Sardara vorrebbe. Per questo si è detto  stop al cammino comune e, mentre sul web si rincorrevano valanghe di attestati verso Sacchetti ricolmi di stima cestistica e riconoscenza per l’ottimo percorso fatto nei sei anni alla Dinamo Sassari, veniva annunciato in Marco Calvani il sostituto. L’allenatore romano che portò nel 2012 /2013 la Virtus alla finale scudetto è stato scelto tra numerose ipotesi autorevoli che lo scenario mette a disposizione in questa fase (Pianigiani, Dalmonte, Luca Banchi). Sacchetti al momento non ha rilasciato dichiarazioni preferendo non alimentare la tensione in una formazione alla vigilia di un importante incontro contro Pesaro.

Qualcuno torna a parlare di riconoscenza negata ma la realtà è quella che impone di cambiare quando il successo non arriva. L’alternativa sarebbe stata quella di attendere per tentare di vedere ancora una volta il gioco fantasioso e spumeggiante di Meo Sacchetti esplodere come nel passato per confermarsi almeno ai vertici nazionali. Questa volta non è stato così e rimane  la delusione per quella parte affettiva che ogni tifoso della palla a spicchi  non avrebbe voluto vivere. Sacchetti esce comunque con un gran carico di riconoscenza  e da vincitore di un triplete a Sassari, a Sardara vanno gli auguri nella speranza di aver visto giusto mentre a Calvani  tocca adesso la patata bollente di ripartire da una splendida terra e da splendidi tifosi a cui dovrà garantire un basket che risulti almeno gradito se non ugualmente vincente.

Emidio Maria Di Loreto

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