
Terzo appuntamento della rassegna “Bimbi Belli – Esordi nel cinema italiano”: Tutti al mare di Matteo Cerami. Il film nasce dall'idea del produttore Gianfranco Piccioli di rimettere in piedi una pellicola ambientata in un'unica location ad Ostia sulla stessa spiaggia di Casotto di Sergio Citti (prodotto sempre da Piccioli). La macchina da presa in Casotto però rimane all'interno di una cabina-spogliatoio collettiva, Tutti al mare si svolge tra un chiosco e la spiaggia antistante.
Ogni mattina Maurizio, insieme a sua madre costretta su una sedia a rotelle, apre il chiosco sul litorale laziale. Un chiosco frequentato da clienti di ogni tipo, un bambino accompagnato dal nonno nostalgico dei bei tempi fascisti, una coppia lesbica, uno strampalato omosessuale con un pappagallo, un curioso parente di Maurizio affetto da cleptomania, una diva televisiva, ed infine carabinieri, vigili e finanzieri che chiudono sempre un occhio in cambio di un posto in spiaggia o di un pranzo a base di pesce fresco.
Roma. Cinema Nuovo Sacher, entrata, 2011. Foto Pasquale Esposito
Nel dibattito che ha seguito la proiezione, sollecitato da alcune domande del pubblico, Cerami ha spiegato di aver voluto tratteggiare personaggi dell'Italia di oggi, costretti dal vuoto che li anima ad indossare maschere che non riescono mai a togliere. Chi scrive ritiene però che quella che in Citti è una galleria di personaggi che racconta uno spaccato dell'Italia degli anni settanta, nel film di Cerami si trasforma in una superficiale e compulsiva carrellata di situazioni abbozzate e personaggi macchiettistici. A tratti la pellicola strappa qualche risata ma fallisce nel tentativo di raccontare sotto il profilo sociale, morale o antropologico l'Italia contemporanea, tentativo, povero di contenuti e spesso retorico (si pensi al finale del film con il gommone degli immigrati che sbarca sulla spiaggia), che per altro rimane solo sulla carta non divenendo materia filmica.
Matteo Cerami, rispondendo ad una domanda di Nanni Moretti, si è detto soddisfatto di aver esordito con questo film ma si è lamentato sulla politica distributiva perché il suo lavoro (già dalla locandina) è stato proposto come appartenente al filone delle facili commedie vacanziere. Da un punto di vista tecnico ha spiegato che, pur trattandosi di un film corale, ha lavorato poco su scene che mettessero tutti insieme gli attori, il che, unito al fatto di aver potuto contare sull'esperienza di attori del calibro di Gigi Proietti (protagonista anche in “Casotto”), Anna Bonaiuto, Ennio Fantastichini, ha influito positivamente sulle poche giornate a diposizione per girare il film. Uno dei personaggi è interpretato da Vincenzo Cerami, padre di Matteo, co-sceneggiatore sia di “Casotto” che di “Tutti al mare”.
Stasera, ore 21.30, quarto film in rassegna, Nessuno mi può giudicare di Massimiliano Bruno.
Rocco Silano
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