Brasile. Jair Bolsonaro accusato di crimini contro l’umanità

Brasile Amazzonia
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“Conosci quella sua risata? Hahahaha” [imitando la risata] è come il senatore Flávio Bolsonaro ha risposto quando gli è stato chiesto la reazione del padre, Jair Bolsonaro, presidente del Brasile, di fronte alla relazione finale della la Commissione parlamentare d’inchiesta del Senato (CPI).

Anch’io sono stato contagiato [dal Coronavirus, ndr], ho preso l’idrossiclorochina, il giorno dopo andava bene. È perché costa poco? Il trattamento è ancora in discussione”. Con queste parole Jair Bolsonaro, il giorno dopo la lettura del rapporto della CPI, ha nuovamente esaltato l’uso di farmaci inefficaci contro la Covid e ha disdegnato l’efficacia dei vaccini per combattere la malattia che, in Brasile, ha già falcidiato più di 600.000 persone nel paese.

Il rapporto preparato dal senatore Renan Calheiros del Movimento Democratico Brasiliano descrive il presidente del Brasile come uno dei principali responsabili dell’aggravarsi della crisi sanitaria e suggerisce che Jair Bolsonaro sia ritenuto responsabile e indagato per 9 crimini, tra cui uno contro l’umanità [1]. Quest’ultimo capo d’imputazione è legato, secondo l’accusa, al ritardo nell’acquisto di vaccini e farmaci testati scientificamente e autorizzati dalle autorità competenti che avrebbero ridotto al minimo le conseguenza della pandemia da coronavirus.

Lo scorso Maggio c’era stata la testimonianza del presidente di Pfizer in America Latina, Carlos Murillo alla Commissione d’inchiesta che spiegava come il presidente e il ministero della Salute avessero ignorato almeno cinque offerte, tra agosto e novembre 2020, di acquisto di vaccini con forniture limitate nelle prime e consistenti nelle ultime due. Murillo precisava che «“La nostra offerta del 26 agosto era valida per 15 giorni. Dopo quei 15 giorni, il governo brasiliano non aveva rifiutato l’offerta, ma nemmeno l’aveva accettata”. L’obiezione principale erano le clausole del contratto che il Brasile considerava abusive, ma che altri 66 paesi hanno accettato senza obiezioni» [2]. In quei mesi e fino a Marzo 2021 era ministro della Salute il generale Eduardo Pazuello, anche lui sulle stesse posizioni di Bolsonaro, è stato accusato per crimini contro l’umanità.

La relazione finale oltre a elencare le mancate azioni per rallentare la pandemia – ricordiamo che non furono emanate leggi che restringessero i movimenti o che obbligassero all’uso della mascherina – di disinformazione, di rimedi inutili e/o pericolosi per la salute, spiega anche di come l’agire fosse stato “per trarne beneficio economico o politico”.
L’accusa della CPI è dettagliata in un documento di più di mille pagine e che «indica circa 70 presunti colpevoli (66 persone fisiche e due persone giuridiche) per una serie di azioni e una rete di disinformazione, dentro e fuori il Governo, per promuovere una “macabra strategia” che ha addirittura trasformato alcuni brasiliani ricoverati in ospedali privati in cavie umane fornendo loro farmaci senza provata efficacia scientifica e senza informare i malati e le loro famiglie. […] L’accusa di crimine contro l’umanità si concentra principalmente sul comportamento del governo nei confronti dei gruppi indigeni che ha escluso dal suo piano di vaccinazione, per i quali lo accusano di azioni disumane, persecuzione e sterminio» [3].
Il prossimo 26 ottobre il documento dovrà essere votato dalla sessione plenaria della Commissione d’inchiesta dove l’opposizione ha la maggioranza ma c’è sempre il fatto che la Procura Generale della Repubblica è presieduta da un avvocato legato al presidente.

Pasquale Esposito

[1] José Matheus Santos e Roberto Crispim, Bolsonaro desdenha de vacina e enaltece ‘kit Covid’ após CPI apontar 9 crimes dele na pandemia, 21 ottobre 2021
[2] Afonso Benites, La investigación sobre la gestión de la pandemia en el Senado brasileño estrecha el cerco sobre Bolsonaro, 15 maggio 2021
[3] Carla Jimenez, Una comisión del Senado acusa a Bolsonaro de crímenes contra la humanidad, 20 ottobre 2021

 

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