Brasile: Lula nuovo presidente in un paese intriso di bolsonarismo

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Quella di Luiz Inácio Lula da Silva, leader di sinistra, è una vittoria utile al Brasile ma anche all’America Latina e al resto del Mondo. Utile per la democrazia, per la difesa dei più deboli e per l’ambiente.

Ma Lula avrà davanti a sé una strada in salita perché i suoi avversari e quelli della democrazia sono tanti in Parlamento, sono in tanti a governare gli stati a cominciare da uno di quelli più importanti San Paolo dove ha vinto Tarcisio de Freitas ministro delle Infrastrutture nel governo Bolsonaro e perché la penetrazione nella società del bolsonarismo è profonda. Del resto sia pur con livelli diversi è quanto è successo negli Stati Uniti nel dopo Trump, un presidente molto vicino allo stesso Bolsonaro. E poi ci sono i militari di cui lo stesso presidente uscente (capitano in pensione) aveva fatto parte e che ha favorito in questi anni, anche giustificando l’intervento che portò alla dittatura. Eh già, i militari che non solo non hanno simpatie per Lula e per il suo partito (PT) ma che dovranno pronunciarsi sull’indagine sulle macchine elettroniche utilizzate durante il voto, voluta da Bolsonaro per giustificare brogli in caso di sconfitta, e nella quale ha coinvolto il ministro della Difesa Paulo Sérgio Oliveira, ma il cui rapporto non è stato ancora pubblicato [1]

Il 30 ottobre sono stati convocati per il ballottaggio alle elezioni presidenziali più di 156 milioni di brasiliani (il voto è obbligatorio in Brasile) e il 79,45% si è recato nei 472.075 seggi aperti in 5.570 città del Paese, oltre alle 181 in giro per il mondo.

Lula ha vinto con il 50,9% dei voti contro il 49,1% del presidente uscente, uno scarto che significa oltre due milioni di voti a vantaggio del primo. Sarà il primo presidente ad essere eletto per la terza volta e sarà anche quello più anziano (77 anni) a condurre da gennaio prossimo. Una vittoria meno larga di quella annunciata dall’ultimo sondaggio ma

Jair Bolsonaro deve averci provato fino all’ultimo a fermare Lula dal suo terzo mandato. Nella giornata la Corte Elettorale Superiore (TSE) del Brasile aveva chiesto spiegazioni alla Polizia Stradale Federale del perché stessero svolgendo operazioni che potevano ostacolare la circolazione delle persone di fatto impedendo di andare ai seggi. Ma soprattutto l’oramai ex-presidente ci aveva provato raccontando falsità, negando l’evidenza dei fatti, favorito da un Brasile. in molte parti “ostaggio” dei social, come quando afferma di «aver ridotto i disboscamenti in Amazzonia, benché sia smentito dalle cifre ufficiali. «Non è vero? Che importa? La verità non esiste, esiste quello in cui crede la gente» commenta rassegnata Marielle, consulente di marketing politico» [2].

Il Brasile è un paese oramai profondamente spaccato con due visioni opposte su tutti gli aspetti della vita da quelli economici, a quelli sociali, ai diritti umani, alla salute e alle questioni ambientali. Lula sapeva bene di quanto fossero importanti nello spostare consensi la propaganda di Bolsonaro, favorita dal dominio sui social e dall’appoggio del mondo delle chiese evangeliche, la forza economica e politica dell’agrobusiness (33 dei suoi 50 maggiori donatori sono legati a questo settore [3]), gli aiuti sociali dell’ultimo periodo ma la condanna per corruzione e così sapeva bene che per vincere avrebbe avuto bisogno di allargarsi verso il centro mettendo in atto accordi per un campo più largo. Anche se la sua proposta politica è rimasta ancorata alla tassazione dei ricchi e alla crescita dei servizi per le persone indigenti.
La preoccupazione di reazioni da parte di Bolsonaro e del suo campo non sono scongiurate anche perché mancano due mesi alla sua uscita di scena da presidente, quando perdendo le immunità, rischia anche di dover fronteggiare altre accuse in tribunale ad esempio per il suo rifiuto di acquistare vaccini contro la Covid-19. In Brasile ci sono stati settecentomila morti.

Pasquale Esposito

[1] igor Gielow, Relatório sobre urnas é 1º teste entre Lula e os militares, 30 ottobre 2022
[2] Federico Nastasi, Lula o Bolsonaro, l’ora della verità dopo tante fake news, 30 ottobre 2022
[3] Jean-Mathieu Albertini, Pourquoi Bolsonaro, président désastreux, est-il encore aussi soutenu au Brésil?, 29 ottobre 2022

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