
La tecnologia digitale e informatica è oggi tanto prepotentemente avanzante, da coinvolgere ormai tutti i settori e condizioni della nostra vita quotidiana, soprattutto i comportamenti inconsci più sconfinati, fino a modificare radicalmente il nostro assetto culturale senza passaggi.
Da una primordiale e molteplice forma tecnologica specifica il “digitale” apre potenzialità sconvolgenti, superando di gran lunga e d'un colpo quella specificamente tecnica portandoci attraverso canali impervi di una nuova comunicazione e democratizzazione eterea infinita.
Fino ad una nuova “filosofia assoluta”, introduttiva alla diversa Società anni 2000: “era digitale totale”, altrimenti definibile tout court come “epoca intelligente” o “smart age” (inglesismo, come sempre significativamente sintetizzato – tipica concretezza linguistica inglese).
Il termine “intelligente / smart” si trasferisce, così, dai vari temi e spazi, solo apparentemente particolari – quartiere smart, village smart, città smart, territorio smart, smart-global, smart-auto. smartphone, etc. – verso un crescent culturale sempre più vasto, sintetizzato ed unificato. Fino a diventare l'assoluto “smart”.
Non si tratta della solita “intelligenza” umana che cambia qualche nuovo orizzonte, ma l'intelligenza delle “intelligenze multiple”, che si universalizza in una specie di materia ed antimateria intellettuale e non solo.
È la nuova prerogativa che caratterizza l'era contemporanea, in modo diverso dall'era moderna del secolo scorso, quando la razionalità (intelligenza) era essenzialmente individualizzata. Oggi la contemporaneità comporta una nuova razionalità sempre più collettiva, estensiva e comprensiva al tempo stesso, che guarda, questa volta, alla dilatazione ed alla integrazione in progressione senza confini, senza differenze culturali settorializzate. Spalmando una nuova “intelligenza” (smart) senza differenze, senza barriere. Global. Ovvero, meglio, Glocal.
Una nuova rivoluzione concettuale. Dopo quella di fine ‘800 – la Rivoluzione industriale, quella delle macchine a vapore, elettricità, etc. –; quindi dopo quella della “rivoluzione atomica nucleare e biologica” del secolo scorso; quindi, finalmente, quella della attuale “contemporaneità intelligente”, che attraversa trasversalmente tutte le nuove tecnologie, la “digitale” e quelle dell'infinitamente grande e quelle dell'infinitamente piccolo (nanotecnologia, nuovo focolaio rivoluzionario assoluto). Non senza paure. Come sempre, del resto, di fronte a qualsiasi rivoluzione concettuale totalizzante. Mai totalizzante come quella presente, prossima futura.
Potremmo considerare il nuovo fenomeno in atto in modo più significativo, e forse finalmente più rassicurante, come effetto di “massima compensazione culturale” come mai prima. La nuova intelligenza dell'uomo che conforma un diverso modo di metabolizzare l'universo.
La tecnologia comunque non prevarrà. L'intelligenza umana vince sempre.
Un fenomeno analogo è stato quello della “sostenibilità”, concetto in origine nato solo in seguito alla problematicità specifica ecologica ed ambientale, poi divenuto sempre più generale ed assoluto.
Se non sarà l'epoca “smart” potrà essere qualche nuovo aggettivo onnicomprensivo a monopolizzare inesorabilmente il pensiero totalizzante degli anni Duemila. Basta che non sia l'avvento dell'epoca nanotecnologica. Allora sì che ci sarebbe da spaventarci davvero.
Comunque un nuovo processo logico evolutivo ci pervaderà in modo sempre più complesso. Di generalizzazione massima delle nostre scoperte scientifiche-tecnologiche, per trovare la “formula unica” di risoluzione dell'intera nuova essenza umana. Come l'analogo sforzo della fisica, alla ricerca di una speciale formula unica (matematica) per spiegare l'intera realtà dei corpi, dello spazio, del tempo. Poi ci sarà l'ultima “formula unica” fisica-astratta, cioè l'unico del tutto.
Eustacchio Franco Antonucci
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