
Per il Boss si è mosso tutto il mondo dell'informazione specializzata e non, televisiva, radiofonica e senza distinzioni di “parrocchia“.
Sicuramente il segno di un artista universalmente riconosciuto e rispettato, ma anche, non dimentichiamolo, la testimonianza della forza delle relazioni sviluppate dal management dell'artista.
Romana centra le sue considerazioni sui testi e sulla posizione “politica” che Bruce Springsteen assume in contrapposizione alle idee espresse dal suo manager Landau che ha definito Magic un disco di intrattenimento e non sulla guerra [1].
il lamento di un artista che parla con una prosa sottile e ricca di metafore>> seguendo il tracciato di una storia sempre attenta al contesto sociale e politico. Non una parola su come suonano i brani [2].
Un disco che si innesta nell'alveo dei precedenti e quindi prevedibile, ma che a partire da Gipsy Biker diventa ottimo, con il punto più alto raggiunto con Magicmolte fra le 12 canzoni sono severe reprimende e sguardi impietosi su un Paese che ha perso la propria vocazione positiva>> [3].
bel sentiresfumano prima del decollo, gli E-streeters ridotti a comprimari>>. Tra i tre brani che si fissano in testa quello da non perdere è Long Walk Home [4].
lo smalto, la grinta, la felice ispirazionesulle tirate del sax di Clarence Clemons o sull'ampio uso di chitarreper incendiarsi, brani pensati per essere suonati davanti al pubbliconon credere a niente di quello che ti dicono/ e ancor meno a quello che vedi>> come canta in Magic [5].
tra echi del grande passato di “Born to run” o “The River” e retaggi della perduta innocenza: come nello sketch a colori caldi di “Girls in the summer clothes” o nella struggente cavalcata di “Long Walk Home“, destinata a diventare un nuovo classico>>. Il tutto al servizio di un cantore di un un'America che si trova ancora immobilizzata dalle ceneri dell'11 settembre [6].
profondo nei contenuti>> e, poggiandosi su quanto dichiarato da Springsteen, leggero nel suono, più pop che rock. Talmente “spensierato” che Girls In Their Summer Clothesi Beach Boys di Pet Sounds suonati dalla E Street Band>>. Ancora una volta il Boss ha saputo interpretare e descrivere il sentimento e le inquietudini dell'America. Un paese che in Magic appare tradito negli ideali o che in Long Walk Homefacce estranee>>[7].
potenza ed energia>>. Un disco con poche parole dolci e pervaso da sofferenza e insicurezza. Uno dei migliori passaggi è Gipsy Bikerdove la chitarra ti riporta ai sapori di un tempo che fu ma venati di un'amarezza tutta nuovagli speculatori hanno fatto i soldi/sul sangue che hai versato>> [8].
generici, patinati e per nulla vivi>>, fino a definire Long Walk Home inutile (per Mannucci invece destinata ad essere un classico). Due i brani che si salvano: Radio Nowhere e Gipsy Bikerscritta bene e arrangiata meglio>>[9].
Chiudiamo con Labianca che nella sua corposa recensione apre e chiude contestando a Landau – manager di Springsteen – la definizione di Magic come un lavoro disimpegnato politicamente e leggero e godibile. Forse per sostenere le vendite anche rassicurando quel pubblico che non gradisce molto prese di posizione nette come quelle a favore di John Kerry nelle ultime presidenziali. Il disco non è per nulla semplice o scontato musicalmente come,
quando parte Girls In Their Summer Clothes, calata in uno scenario che sa di boardwalk e passeggiate ricordando i Drifters, ti aspetti una Lonesome Day, ma il cantato conduce altrove, tra le pieghe (“magiche”, come altro definirle) delle più elaborate evoluzioni di Brian Wilson, con o senza i Beach Boysennesimo capolavoro di impegno, realismo, integrità e commovente passione>>[10].
Non vi curate di noi e ascoltate.
Ciro Ardiglione
genere: rock
Bruce Springsteen
Magic
etichetta: Sony/BMG
data di pubblicazione: 28 settembre 2007
brani: 11+1
durata: 47:51
cd: singolo
[1] Cesare G. Romana – Il giornale – 28 settembre 2007
[2] Larry Rodgers, The Arizona Republic, nella traduzione di Internazionale, 5 ottobre 2007, pag.82
[3] Marinella Venegoni – La Stampa – 28 settembre 2007
[4] Maurizio Iorio – Rockstar ottobre 2007 – pag.97
[5] De Luca Flaviano, “È troppo vintage la magia del Boss…” – Il Manifesto 28sett07 – pag. 12
[6] Stefano Mannucci, “Springsteen, ritorno al grande rock Con la E Street Band per raccontare la speranza e la paura dell'America”, Il Tempo, 29 settembre 2007
[7] Niccolò Borella, MAX 2007, pag.XX
[8] Luca Valtorta, “Springsteen:<<noi, nati per correre, ora dobbiamo tornare a casa”, Il Venerdì 12 ottobre 2007, pag.84
[9] Marco Sideri – BLOWUP. ottobre 2007 – pag.86
[10] Labianca Ermanno – delrock.it
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