Cantine aperte: pane, olio e vino abruzzese

bottaia

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I giorni del 28 e del 29 maggio sono quelli dell'appuntamento con Cantine Aperte, un grande brindisi collettivo organizzato tutti gli anni dal Movimento Turismo del . La visita può riguardare 600 cantine sparse in 18 regioni, ma gli eventi a cui si può partecipare sono variegati, un mix culturale dove il vino incrocia concerti, mostre, street food, fotografia ed anche laboratori di cucina. E, per quello che ho potuto constatare, ha incrociato anche le precauzioni anti-pandemiche grazie ad una selettiva prenotazione via web.

In le cantine aperte sono 43 e noi ci siamo recati da Marramiero con Rita e Felice, un'altra Rita e Luca, amici con i quali condividiamo passione e cultura del vino. La cantina è nell'entroterra pescarese, una zona a spiccata vocazione enoica ma anche olivicola. Personalmente manco per una visita da almeno un quarto di secolo. Un lasso di tempo che ha sicuramente inciso sulle dimensioni della cantina ed anche sull'offerta, più completa ed attenta di quella della prima volta. Erano i tempi di Inferi, quelli quindi successivi al 1993, l'etichetta che definisce inizialmente il Montepulciano affinato in barrique di Allier per questa cantina, e con Anima e Dama a completarla grazie anche ad un Cerasuolo che è sempre presente in questi luoghi e pure di elevatissimo livello qualitativo. Periodi dopo i quali il movimento del vino in Abruzzo, al quale non è certo mancata la spinta propulsiva anche delle Cantine Marramiero, ha prodotto numeri e considerazioni all'epoca insperabili.

germogli vigneto
Germogli nel vigneto Marramiero. Foto Emidio M. Di Loreto

Promette benissimo il pomeriggio, appena dopo l'ingresso nel viale della cantina, si materializzano incontri con antiche amicizie; quelle di affetti profondi che gli anni lontani della prima gioventù ed i chilometri di distanza semmai hanno rafforzato. Vilma e Luigi escono mentre noi entriamo e quindi i troppi anni di privazioni di frequentazioni non riescono a tenere sufficientemente a bada la voglia di salutarsi come si conviene. Depone davvero bene l'evento: una immagine immediata di una vigna, ordinata ed imponente per la sua estensione, e con i germogli per i nuovi frutti ben evidenziati al pari degli ulivi che delimitano il viale di ingresso, rende contezza della nuova stagione produttiva e di quanto prezioso il ciclo del rinnovo delle produzioni possa significare anche bellezza. Il disbrigo delle pratiche per gli accessi è snello e ci ritroviamo presto nelle sale dagli imponenti contenitori inox. Si possono individuare perché ben evidenziati quelli destinati alle innovative fermentazioni Ganimede [1]. Le nuove tecniche di cui anche questa cantina fa uso. La pulizia dell'acciaio e l'enormità dei contenitori è impattante ma non rende l'idea della qualità dei prodotti che ne derivano come potrà fare il legno. Subiamo evidentemente l'influsso della tradizione dei materiali naturali, dei metodi antichi, come se fossimo accompagnati dal profumo di quelle cantine frequentate in gioventù, grazie alle nostre origini in terre di vendemmie e di vini proiettate però alle quantità, pagadebit, per pagare i debiti come si soleva dire.

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Germogli olivo. Foto Emidio Maria Di Loreto

Immediatamente dopo subiamo una prima conferma alla vista di una barricaia che ne accoglie centinaia, ed anche una smentita con le prime degustazioni che ristabiliscono importanza agli acciai, grazie all'accattivante livello dei prodotti che ne derivano.
La vera sorpresa però arriva con la prima degustazione accompagnata da pane e olio. Per il pane a dir il vero siamo abituati meglio, ma, l'olio – per chi ne ha di derivante da proprie piantagioni umbre di moraiolo, rajo e leccino – è stato sorprendente. Sono state confermate le eccellenze italiane e del centro Italia. Il risultato di quel pane e olio è stata una piacevole introduzione al seguito, un olio [2] risultato denso di sapori e profumi dall'erba al carciofo e sottilissime ipotesi di sentori mandorlati ai quali abbiamo abbinato un calice di Sessanta passi. È stato questo l'incontro più caratterizzante. Un Pecorino sontuoso, prodotto dal 2010. Prende nome con appropriatezza insuperabile dalla larghezza del tratturo, l'autostrada quasi sempre di erba che i transumanti con le loro greggi percorrevano in settembre verso la Dogana di Foggia e che hanno fitta rete in Abruzzo e quindi anche nelle tenute Marramiero.
Una bottiglia il cui nome segna a fuoco l‘appartenenza, la storia, l'essenza, di questi popoli e della cantina, del vino e di chi con orgoglio ne diffonde il senso culturale che ne deriva attraverso l'eccellenza del prodotto. Il Sessanta passi è stata una interessantissima scoperta, prodotto di facile gradimento alla beva, malgrado una evidente complessità all'attenta degustazione. Sicuramente accompagnerà parecchi nostri piatti di pesce, o spuntini e non solo durante la prossima estate. Con l'accesso alla zona gourmet siamo stati riforniti di un Rosè Marramiero…da ri-degustare con meno interferenze, con maggior esclusiva dedizione, prodotto che malgrado ciò ha indotto una curiosità insperata per bollicine di così fine eleganza per queste produzioni. Nella zona gourmet un calice di Inferi ci ha indotto a riflessioni che però potrebbero risultare vittime dei ricordi. L'Inferi che tante pietanze ha accompagnato nelle nostre degustazioni, dentro e fuori ristoranti e taverne, lo ricordavamo diverso, un prodotto a maggior complessità. Per carità a beva sempre graditissima, anche dai miei amici che lo hanno alternato con soddisfazione ad Incanto che a differenza nasce e conosce solo inox e bottiglia cosa che ne caratterizza il prodotto. L'impressione è di un Inferi appiattito sui gradimenti del mercato senza lasciare più spazio a quelle interessanti interpretazioni che l'iniziale austerità del prodotto inducevano forse per un più marcato utilizzo dei legni e delle sue tostature.

In conclusione di serata l'evento che dal punto di vista sociale è meritevole di gran considerazione. Si è potuto godere del suono di un gruppo di apprezzati professionisti (Pianoforte: Edo Graziani; Basso: Celeste Bernabei; Percussioni: Fabio Tucci; Chitarra e voce: Francesco Ciancetta)  che hanno proposto brani noti rivisitati in chiave jazz molto apprezzati anche dal giovanissimo pubblico. Quando il piano a mezza coda è stato lasciato per fine esibizione uno degli avventori si è messo alle tastiere e ha fatto partire a raffica Rino Gaetano, qualche napoletanità storica e il Lucio Battisti del periodo di Mogol. Qui la dimostrazione della consacrazione della Musica che conta, quella non sarà dimenticata con ragazzini, tantissimi, con i testi sui telefonini che intonavano alla perfezione La canzone del sole  scritta in una cantina della vicina Silvi Marina nel 1971, dall'accoppiata vincente dei due maestri. In questi frangenti è esplosa tutta la voglia di riscatto dalle restrizioni passate, sono in un attimo cadute tutte le perplessità sul contagio, e giovani e meno giovani, anche supportati dal maestro al piano tornato per la circostanza sui suoi passi, hanno elevato la condivisione del momento al massimo.

Rispetto al passato di Cantine Aperte, l'organizzazione attuale, e la complessità dell'offerta non permette più di far visita multipla, malgrado si abbia notizie di giri in pulman al completo che sono stati organizzati. Più cantine nella stessa giornata, come i percorsi che definivano un tempo gli eventi precedenti, adesso non sono più proponibili per la ricchezza delle proposte. Bisogna scegliere l'evento ed affidarsi a quello…e sicuramente occorrerà completare l'esperienza in altri anni con scelte che riducano le lacune che l'offerta di nuovi prodotti traccia costantemente.
Emidio Maria Di Loreto

[1] Il fermentatore Ganimede è un innovativo sistema verticale che sfrutta l'anidride carbonica (CO2) prodotta per rimescolare le vinacce durante la fermentazione. Il tutto viene svolto essenzialmente utilizzando la pressione prodotta dalle uve durante la fermentazione.
[2] Blend di Moraiolo, Maurino, Intosso, Ascolana, Leccino, Leccio del Corno, Perenzana e Frantoio
http://www.movimentoturismovino.it/it/eventi/2/cantine-aperte/
https://marramiero.wine/

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