Cat Power. Un ritorno decostruendo gli originali

cat power jukebox
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È tornata con un altro album di cover: . , meglio conosciuta come , si ripresenta, a due anni di distanza dal precedente, di e dopo aver interpretato il brano di Stuck Inside Of Mobile With the Memphis Blues Again per la colonna sonora del film Io non sono qui. cat power jukeboxAccompagnata dal gruppo Dirty Delta Blues interpreta 12 brani, fatta eccezione per tre titoli suoi di cui uno inedito, di artisti del firmamento musicale moderno. , , Bob Dylan, , , … e mi sembra che possa bastare per indicare con quale strada conferma la sua rinascita.

rifacimenti coraggiosi>> rispetto agli “originali” [1].

nessuno è trattato come un classico defuntoun amore per le canzoni che esce dalle casse, attraversa il tessuto del pigiama e fa bene al cuore>> [2].

in fondo c'è andata bene>>. Le migliori espressioni sono i suoi due brani e Metal Heartsinatriana>> New York New Yorkuna rarefatta>> Blue di Joni Mitchell. Le fila dei suoni sono imperniate sulla batteria di White e sulla chitarra di Bauer [3].

Jukeboxl'approccio filogico preferendo a questo la trasmissione di un sapere acquisito in un passato remoto>>. Il cuore da cui si dipana tutto l'album è composto da Belevie In You e Song To Bobbymozzafiato>> di Don't Explain (Billy Holiday), A Woman Left Lonely (Janis Joplin) e Blue (Joni Mitchell) [5].

Melissa Maerz spiega la bravura della Marshall – attraverso un approccio dylaniano – con la profondità nel rimodellare brani di altri autori tanto da farli sembrare suoi. La capacità di far scomparire le versioni originali nei suoi suoni è principalmente dovuto al cantare di personaggi che essi stessi tendono a dissolversi come vagabondi o pescatori. E così canta del cavalcare verso il niente di di Highwaymen e culla New York New York di Sinatra in una dolce e languida ballata, indugiando sulle parole “vagabond shoes” più di quanto faccia su “top of the heap”>> [6].

Jukebox essendo un album principalmente di cover fa balenare qualche dubbio. Ma Webb ritiene che, pur con i suoi limiti, vale la pena di acquistarlo. Un'artista fragile che si colloca tra la Marianne Faithfull e Patti Smith balzando tra gli strumenti come un <<pugile professionista>>. Se le versioni dei pezzi di Holiday, Joplin e Mitchell sono considerate le più ovvie – l'esatto opposto di quanto scritto da Palazzo, ndr– è con la magia di Silver Stallion che rasenta la perfezione [7].

Anche per Dordi quest'album va acquistato a maggior ragione per l'edizione limitata che porta in dono altri cinque brani. Con una voce <<più intensa che mai>>, accompagnata da ottimi musicisti che <<creano un tappeto caldo>> reinterpreta i brani con una <<notevolissima intensità>>. Un disco dove <Lost Someone di James Brown) e pulsante di liquida emozione (nella toccante Woman Left Lonely di Janis Joplin).>> [8].
Non vi curate di noi e ascoltate.
Ciro Ardiglione

genere:
folk-blues
Cat Power
Jukebox
etichetta: Matador/Self
data di pubblicazione: 22 gennaio 2008
brani: 12
cd: singolo

[1] Andrea Silenzi, La gatta suona meglio se ricanta certi classici, XL gennaio 2008, pag. 168
[2] Matteo Bordone, Rolling Stone, gennaio 2008, pag. 121
[3] Gianluca Testani, Il Mucchio gennaio 2008, pag.34
[4] Si tratta di The Covers Record (Matador / Self, marzo 2000) dove tra l'altro si trovano le interpretazioni di brani come (I Can't Get No) Satisfaction dei Rolling Stones, Red Apples di Smog, I Found A Reason dei Velvet Underground, Paths Of Victory e Kingsport Town di Bob Dylan.
[5] Diego Palazzo, BLOW UP. gennaio 2008, pag. 92
[6] Melissa Maerz, rollingstone.com 11 gennaio 2008
[7] Adam Webb, bbc.co.uk 4 gennaio 2008
[8] Paolo Dordi, Rockerilla 15 gennaio/15 febbraio 2008, pag. 43

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