“Avevamo promesso di essere veloci e lo siamo stati”, questo quanto dichiarato dalla presidente del Consiglio Meloni al termine del Consiglio dei Ministri svoltosi il 31 ottobre scorso [1]. Ma per cosa? E con quale necessità d'urgenza? La partenza è stata a rullo compressore e – seguendo un'impostazione ideologica – ha messo subito mano a temi nevralgici come Giustizia, Sicurezza e Covid-19, per poi presentare anche la lista dei 31 sottosegretari e 8 viceministri. Le prime decisioni del governo si avvalgono di un decreto legge per mantenere in piedi l'ergastolo ostativo considerato uno strumento ineliminabile fra quelli a disposizione per il contrasto alla criminalità organizzata. Questa forma di pena detentiva tra le più dure, impedisce al detenuto di beneficiare di permessi o di aspirare all'inserimento nel regime di semilibertà a meno che non collabori con gli operatori di Giustizia. È quindi la forma di detenzione estrema – non a caso ricordata con la formula “fine pena mai” – che si applica nei confronti di chi si è macchiato di delitti di mafia o di terrorismo, oppure reati di pedopornografia o prostituzione minorile per finire con il reato di sequestro di persona a scopo di estorsione. Va ricordato che un anno...