È trascorso poco più di un anno dalla nascita del governo di Mariano Rajoy, ma la sua ricetta neoliberista imposta dalle istituzioni finanziarie europee per i prestiti concessi e dai mercati finanziari non ha prodotto che un aggravio della recessione con un aumento della disoccupazione dalla già stratosferica percentuale del 23% al 26%. Ma «”non è stato Rajoy a salvare la Spagna, ma Mario Draghi, capo della Banca Centrale Europea” scrive The Economist. All’inizio del 2012 ha dato il là a uno speciale meccanismo triennale di finanziamento lanciato dalla Banca centrale europea. La Spagna è stata salvata da un salvataggio “umiliante” come quelli toccati a Portogallo, Grecia e Irlanda» [1]. Bilbo/Bilbao, Museo Guggenheim. Foto Pasquale Esposito Se la Spagna per ora è salva, forse perché troppo grande per fallire, gli spagnoli sono allo stremo. L’austerità continua a tagliare risorse e peggiorare le condizioni di vita dei lavoratori. Gli statali hanno perso la tredicesima dello scorso anno e perderanno quella del 2013 e del 2014, la pausa pranzo è stata da poco dimezzata, i giorni di permesso passano da cinque a tre e la metà dei ventidue giorni di ferie andranno fruiti durante l’estate. La casa che stanno perdendo centinaia di...