Clorofilla Film Festival: l’ambiente al cinema

Clorofilla Film Festival
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Se volessimo riflettere ancora sul concetto di bello, non potremmo che imbatterci anche in quello di buono.
Entrambi ci accompagnano nella scoperta di una verità che esiste da sempre, ma che non è mai stata scontata nei fatti: quella che il benessere deve passare anche attraverso la tutela dell’ambiente che ci accoglie, in cui stare bene, poter intessere relazioni, anche attraverso la fruizione di arte. In questi termini, e nell’occasione di cui vogliamo qui parlare, è di nuovo il cinema a dare sostegno ad un percorso di riflessione. Riflessione che, pur rimanendo in un campo prettamente ideale e ideologico, approda facilmente in ambito reale e concreto. È il caso di Clorofilla Film Festival, rassegna di proiezioni di film inerenti ai temi cari a Legambiente e, nella fattispecie, al  Circolo Festambiente ospitato dal Parco della Maremma, responsabile del Centro Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile “Il Girasole”, sede operativa di attività nazionali e locali.
Ne abbiamo voluto parlare con Simonetta Grechi, organizzatrice e curatrice dell’evento Clorofilla, nonché membro della segreteria organizzativa di Festambiente.
Domenica 21 febbraio sono iniziate le proiezioni invernali di Clorofilla Film Festival con la visione del film “Unlearning” di Lucio Basadonne, nell’accogliente cornice del Museo di Storia Naturale della Maremma di Grosseto. Possiamo leggere questo evento come una interessante congiunzione con la più nota estiva Festambiente? Un tentativo ben riuscito, cioè, di creare continuità con i temi diffusi attraverso l’arte e la musica nell’importante festival di Rispescia (GR)?
Sì, l’intento è proprio quello di creare continuità. Clorofilla, è il festival di cinema di Legambiente che trova spazio ed è cresciuto proprio all’interno di Festambiente che è la manifestazione nazionale dell’associazione. Ma parlare di temi ambientali attraverso l’arte del cinema non è semplice. Per questo motivo su Grosseto cerchiamo di fare un’attività continuativa che ci permette di essere sempre in contatto con il nostro pubblico. Siamo un festival piccolo, non facciamo molta promozione delle nostre attività se non su internet, facebook e attraverso una newsletter mirata che curiamo da molti anni. Quando si è piccoli è necessario rinnovarsi sempre, reinventarsi, ma soprattutto “esserci” per essere riconosciuti. E questo lo possiamo fare attraverso la vitalità che ci contraddistingue, cioè con proiezioni, incontri, presentazioni di libri. 

Clorofilla, la linfa vitale che dà benessere e bellezza alle piante e che si attiva mediante la luce. Bel nome, evocativo! Come nasce questo progetto e che genere di benessere vuole dare a chi lo segue?
Nasce dal giornalista Pino Di Maula de La nuova ecologia, il mensile di Legambiente, che nel 1999 ha dato vita al festival che poi ci ha consegnato nel 2002. Noi da allora lo custodiamo a Festambiente come un bene prezioso, cercando di portare alla manifestazione nazionale dell’associazione, ma anche in altre località dove si svolge Clorofilla, documentari e corti a tema sociale e ambientale per rinnovare la discussione su argomenti urgenti attraverso l’arte del saper raccontare con le immagini. Il benessere che vogliamo generare è duplice: da un lato quello derivato dal parlare di sostenibilità e questioni ambientali attraverso il linguaggio dell’arte cinematografica; dall’altro far innamorare del cinema, o meglio di un certo tipo di cinema necessario, chi ha imparato a seguirci.

Un festival cinematografico all’interno di un ampio quadro ambientalista: in che modo possiamo conciliare cinema ed ecosostenibilità? E quanto c’è della bellezza cinematografica nella tutela dell’ambiente?
Cinema ed ecosostenibilità spesso vengono contestualmente legati dai temi dei molti lavori che ci arrivano per il concorso (che scade il prossimo 10 aprile). Ma negli ultimi anni si può trovare un legame anche sui set cinematografici che, sempre più spesso, decidono di adottare protocolli per la riduzione dell’impatto ambientale durante la lavorazione dei film. Come Clorofilla e come tutte le Feste di Legambiente, oltre a raccontare l’ambiente attraverso le “visioni”, siamo impegnati nell’azzeramento delle emissioni legate all’attività del festival, insieme ad AzzeroCo2.
Spesso la bellezza cinematografica ci fa innamorare dell’ambiente e ci insegna a tutelarlo o almeno ad essere informati e coscienti di quello che accade al pianeta. Ci sono tanti esempi di film o documentari che ci hanno aiutato, ci aiutano e ci aiuteranno nella nostra mission.

la-bella-gente ivano de matteo

Per l’edizione dell’estate 2015 vi siete ispirati a “Favole per bambini molto stanchi” del libro di Dente. Non è un mistero come dal vostro progetto trapeli una certa attenzione al sogno ed alla fiaba. E’ dunque possibile trovare un nesso tra fantasia e realizzazione concreta di alcune soluzioni?
Sì, ci siamo ispirati al libro di Dente. Ogni anno cerchiamo un libro che possa “guidarci” e lo scorso anno sono state le sue favole. Essendo Clorofilla un festival piccolo, a misura d’uomo, dobbiamo necessariamente “aguzzare la fantasia” per riuscire ogni anno nella sua realizzazione. Per esempio vendiamo panettoni e uova di Pasqua ai nostri affezionati sostenitori per realizzare almeno una parte delle nostre attività. Lo scorso anno con poco più di 10.000 euro abbiamo realizzato oltre 50 proiezioni per un totale di più di 30 appuntamenti in 11 località con i molti degli autori dei documentari come ospiti, ma anche con Giorgio Colangeli, Francesco Montanari, Dente, Marco Malvaldi, Dellera (bassista degli Afterhours), Danilo Nigrelli, le Bestierare, Francesco Bianconi dei Baustelle, un incontro con Elio Germano, Filippo Gatti, Radio Onda Rossa e Festival Resistente.
A ripensarci non ci sembra vero, ma in realtà è andata proprio così. E non avendo soldi pubblici, dobbiamo necessariamente trovare soluzioni che ci permettano di andare avanti.

Apprezzando la tenacia e l’impegno nel rendere fruibile a tutti un certo tipo di impostazione socioculturale, chiediamo di poter avere un piccolo spoiler delle prossime proiezioni di questa rassegna invernale.
Dopo l’apertura del 21 febbraio, continueremo domenica 28 febbraio con la proiezione de “La bella gente” di Ivano De Matteo. Un film a cui siamo molto affezionati perché, se è arrivato in sala, è merito della caparbietà e della tenacia del regista. Infatti è arrivato nei cinema ad agosto 2015 dopo sei anni dalle prime proiezioni nei festival. Poi il 13 marzo proietteremo “Bella e perduta” di Pietro Marcello e il 20 un’anteprima di alcuni corti del concorso 2016. Inoltre sono previsti l’incontro con un attore e la presentazione di un libro di cui però non possiamo ancora darvi indicazioni perché sono in fase di definizione. Dobbiamo dire che, ad esempio, tutte queste attività sono finanziate con i soldi della vendita dei panettoni.
Adelaide Roscini

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