
Il Niger è un paese con soli 26 milioni di abitanti su un territorio quattro volte l'Italia. Un paese dove le condizioni di vita sono tra i peggiori al mondo, spesso in questi anni si è trovato ad occupare l'ultima posizione dell'Indice di sviluppo umano. Ma è al centro di interessi politici, economici e militari di grande importanza. È uno dei paesi della fascia del Sahel rimasto (fino al 26 luglio scorso?) baluardo di una possibile vita democratica, pur avendo aree di insicurezza per gli abitanti, e scelto dall'Occidente per difendere i propri interessi e combattere la diffusione di gruppi islamisti legati allo Stato islamico o ad al-Qaeda e dell'influenza della Russia, con le truppe Wagner, nel Sahel stesso e in Africa in generale. Non solo ma l'area del Sahel e lo stesso Niger sono interessati da migrazioni verso altri paesi africani e verso il Mediterraneo.
Lo scorso 26 luglio le cancellerie europee e americana hanno iniziato a preoccuparsi perché il generale Abdourahmane Tchiani, capo della guardia presidenziale dal 2011, ha avviato un colpo di stato autoproclamandosi nuovo leader del Niger. Si tratta del quinto colpo di stato da quando ha ottenuto l'indipendenza dalla Francia nel 1960. Il presidente del Niger, Mohamed Bazoum eletto nel 2021 e primo eletto democraticamente nella storia post coloniale è stato rovesciato e messo sotto controllo dalle guardie presidenziali che avrebbero dovuto proteggerlo. In un messaggio alla nazione il 28 luglio ha sostenuto che la «sua giunta è subentrata a causa di diversi problemi in Niger, tra cui insicurezza, problemi economici e corruzione, tra le altre questioni».
A proposito di interessi economici va ricordato che il Niger produce il 7% di tutte le forniture globali di uranio, «il metallo radioattivo incombe così tanto nell'economia del paese che una delle più grandi arterie della capitale, Niamey, si chiama Avenue de l'Uranium» [1]. Nadia Addezio ci ricorda che «il 4 maggio [2023, ndr], la multinazionale energetica francese Orano (ex Areva) ha stretto un “accordo di partenariato globale” con il Niger per estendere lo sfruttamento dei giacimenti di uranio sino al 2040. Lo sfruttamento riguarda la miniera a cielo aperto controllata da Somaïr, compagnia mineraria nigerina che concentra le attività nella città di Arlit, nella regione di Agadez, a 1.200 km a nord della capitale Niamey. Cinque giorni dopo, il senato francese ha adottato un progetto di legge sull'accelerazione delle procedure di costruzione di nuovi impianti nucleari» [2].
La Francia è in prima linea nel Sahel e dopo che il Mali decise di abbandonare l'appoggio militare francese con quello dei mercenari di Wagner, concentro la sua presenza in Niger. Secondo Nellie Peyton «gli Stati Uniti affermano di aver speso circa 500 milioni di dollari dal 2012 per aiutare il Niger a rafforzare la sua sicurezza. Gli Stati Uniti mantengono una forte presenza militare nel paese, dove hanno precedentemente schierato droni armati. […]. Tra 1.000 e 1.500 soldati francesi sono basati nel paese, con il supporto di droni e aerei da guerra. Il loro ruolo è esclusivamente quello di sostenere l'esercito del Niger quando le forze locali identificano operazioni nelle regioni di confine che collegano Mali, Niger e Burkina Faso. In dicembre l'Unione europea ha deciso di istituire una missione militare triennale di addestramento in Niger, alla quale la Germania contribuisce con truppe. L'Italia ha anche circa 300 soldati nel paese» [3].
La condanna per il colpo di stato ha risuonato in buona parte delle cancellerie e delle istituzioni internazionali. Tutti gli osservatori, anche interni al paese, non trovano delle motivazioni concrete al momento. Per quanto sia difficile la situazione in Niger non è paragonabile per la sicurezza alla situazione dei suoi vicini. In tutto il Sahel con la caduta e la morte di Gheddafi nel 2011 sono arrivate moltissime armi leggere che hanno favorito i conflitti.
Ieri 30 luglio 2023 a Niamey, capitale del Niger, Migliaia di manifestanti si sono ritrovati davanti all'ambasciata francese per sostenere i soldati che il 26 luglio hanno rovesciato il presidente democraticamente eletto, Mohamed Bazoum. I manifestanti hanno anche inneggiato alla Russia e gridato contro la Francia e qualcuno che ha provato ad entrare in ambasciata prima che i militari li disperdessero [4].
Nel mentre ad Abuja in Nigeria si teneva, per quanto sta accadendo in Niger, un vertice di emergenza delle 15 nazioni facenti parte della Comunità economica degli Stati dell'Africa occidentale (ECOWAS). ECOWAS ha chiesto il reintegro del presidente Bazoum entro una settimana altrimenti «avrebbe preso “tutte le misure” per ripristinare l'ordine costituzionale. “Tali misure possono includere l'uso della forza per questo effetto”, […] ha anche imposto sanzioni finanziarie ai golpisti e al paese, congelando “tutte le transazioni commerciali e finanziarie” tra gli Stati membri e il Niger […]» [5].
Come possa imporre la forza non è dato saperlo non esistendo un contingente militare e comunque come spiega l'analista Danielle Resnick, «se il presidente della Nigeria Bola Tinubu– che è l'attuale presidente dell'ECOWAS – è in grado di dare peso e incoraggiare un riavvicinamento tra il governo militare e quello civile, che segnerebbe una svolta. Ma fin d'ora, c'è la sensazione che l'ECOWAS non abbia molta influenza sulla traiettoria politica e di sicurezza dei suoi stati membri» [6].
Chi invece ha la forza per rispondere è ovviamente la Francia dove il presidente della Repubblica, Emmanuel Macron ha detto che «”non tollererà alcun attacco contro la Francia e i suoi interessi” in Niger e Parigi risponderà “immediatamente e senza trattare” ».
Forse Macron ha trovato il modo per distogliere i francesi dai problemi interni?
Pasquale Esposito
[1] Niger coup: Simple guide to what's happening, 28 luglio 2023
[2] Nadia Addezio, La maledizione dell'uranio: strategico per Parigi, letale per i nigerini. Dal 1969, 28 luglio 2023. L'autrice descrive anche le sofferenze umane e I disastri ambientali provocati dall'estrazione dell'uranio.
[3] Nellie Peyton, , 28 luglio 2023
[4] Au Niger, des milliers de manifestants devant l'ambassade de France à Niamey, 30 luglio 2023
[5] West African gov'ts give Niger coup leaders a week to cede power, 30 luglio 2023
[6] Marianne Everett, ‘Last bastion of democracy in the Sahel': Uncertainty in Niger prompts concern among allies, 27 luglio 2023
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