Come saranno le auto intelligenti?

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Negli ultimi mesi si è sentito parlare in TV e sui giornali della “”, ovvero delle automobili a che l'azienda della Silicon Valley sta sperimentando in California.

auto google lexus

Si tratta di un'auto dotata di numerosi sensori, del GPS, di potenti computer e connessione ad Internet, in grado di muoversi senza alcun autista umano. Le informazioni provenienti da Google dicono che queste auto sperimentali hanno già percorso oltre 500.000Km trasportando impiegati nel tragitto casa-lavoro (1).

Anche le auto “normali” stanno diventando sempre più intelligenti, basta pensare ai cosiddetti “computer di bordo”, che danno diverse informazioni al conducente, o ai in grado di segnalare diversi guasti, dallo pneumatico sgonfio ai problemi di alimentazione elettrica, o alle centraline che controllano l'iniezione del carburante e ai cambi robotizzati, per proseguire con i sistemi di assistenza al parcheggio, che vanno dai sensori di parcheggio che avvisano con un suono, al sistema di parcheggio autonomo ormai disponibile anche in utilitarie o quasi. E che dire dei sistemi di protezione che autonomamente frenano l'auto se si avvicina troppo al veicolo che la precede?
Ormai manca poco al fatto che il papà, dopo aver caricato le valige, moglie e figli, comunichi che l'auto ha segnalato un problema, lo ha comunicato al servizio assistenza che sta provvedendo a una verifica da remoto, e che la partenza avverrà con un ritardo di 15 minuti.
Il passo successivo potrebbe essere, o meglio molto probabilmente sarà l'auto che comunica direttamente la propria posizione alle auto circostanti per evitare incidenti (2), e con il sistema di controllo del traffico cittadino, per permettere di programmare opportunamente la durata dei semafori, in modo da migliorare il traffico. Sarebbe fantastico se arrivati alla nostra destinazione  (es. ufficio) scendiamo dall'auto che trova un parcheggio da sola.
Un altro passo in avanti sarà la guida autonoma, come quella della Google car, con l'ottimizzazione automatica del percorso a seconda sia delle condizioni rilevate, sia dei suggerimenti del centro di controllo del traffico cittadino, e la possibilità di coordinarsi con altre auto sullo stesso percorso per formare degli “sciami” al fine di migliorare l'efficienza generale del consumo del carburante, es. sfruttando effetti di scia.
Immagino anche la possibilità, neanche troppo remota, di ottimizzare i consumi per sfruttare le aree di rifornimento di carburante (benzina/diesel e/o elettricità) più economiche.

Finora abbiamo visto alcune delle novità che molto probabilmente vedremo in un prossimo futuro sulle nostre strade, ma quali sono i rischi di queste nuove tecnologie, e quali i benefici attesi?
Le maggiori fonti di preoccupazione possono essere riassunte in:

1)    :

a.       Prendendo ad esempio l'auto di Google, è stata progettata per poter fare a meno di volante e pedali, ma fino a che non sarà completamente testata questi saranno comunque presenti, e l'autista può prendere la guida in qualunque momento.
b.      Sicurezza remota: è il caso per esempio di un hacker che riesca a prendere il controllo della nostra auto che ci sta portando al punto A, e la faccia andare  invece al punto B; oppure che semplicemente disattivi i freni dell'auto di qualcuno, o che magari riesca a segnalare un'emergenza a tutte le auto intorno, ottenendo la via sgombra nell'ora di punta. Ci si aspetta che tutti gli aspetti di sicurezza vengano affrontati e risolti prima che queste tecnologie siano diffuse sul mercato, ma possiamo esserne sicuri se non sarà data la possibilità di verifiche indipendenti e standard aperti.

2)    Standard: come sarà possibile fare in modo che tutti i possibili modelli di tutti i produttori dialoghino fra loro e con tutti i possibili sistemi remoti di gestione del traffico? Se  parto ad esempio per un viaggio in Gran Bretagna con la mia auto, si adatterà alla guida a sinistra senza problemi?

3)    Governance e : qui andiamo su argomenti ancora più spinosi, ovvero se ci sono sistemi che memorizzano dati relativi alle nostre abitudini (percorsi, orari, etc.) questi dati a chi appartengono, come vengono condivisi, quali entità private o pubbliche ne possono venire a conoscenza?

4)    Investimenti: chi pagherà per  le infrastrutture necessarie (reti, banda, server, etc.) per permettere tutte le cose che abbiamo visto? Chiaramente questo è collegato al punto precedente, ovvero chi gestirà il tutto, rispetto a chi pagherà?

Per quanto riguarda i benefici, anche senza analisi sofisticate possiamo indicare la maggiore sicurezza stradale, visto che non dovrebbero più esserci autisti ubriachi, drogati, troppo stanchi o troppo anziani, con i conseguenti benefici per i sistemi sanitari e previdenziali. Ne dovrebbe beneficiare anche la vita nelle città per il miglioramento del traffico e dei tempi di percorrenza e il risparmio energetico dovuto ad una migliore gestione della singola auto, l'ottimizzazione dei percorsi e dei flussi di traffico.
Insomma, come qualunque tecnologia luci e ombre, e il bilancio fra queste dipenderà solo dall'uomo.

Francesco Romeo

[1] Blog ufficiale Google (in inglese) – Uso dei prototipi della Google car per il commuting http://googleblog.blogspot.it/2012/08/the-self-driving-car-logs-more-miles-on.html
[2] Progetto pilota nella città di Ann Arbor (MI) http://www.greencarcongress.com/2013/08/20130829-cv.html

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