Conflitto israelo-palestinese. Il fallimento dell’Accordo del secolo

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In Bahrein, la Conferenza di Manama, boicottata dall'Autorità palestinese, aveva l'obbiettivo di presentare la prima parte di un “piano di pace” israelo-palestinese e magari avere il supporto di qualcuno che non fosse il solito amico di Washington. Ma la conferenza, o meglio il declassato “Peace to Prosperity Workshop” si è conclusa, come era nelle previsioni di tutti gli esperti,  e cioè con un fallimento.

Un conferenza, declassata a workshop, che si è trovata di fronte all'assenza israeliana, che appoggia le iniziative dell'amministrazione americana, a causa delle elezioni prossime e perché molti paesi arabi erano restii a partecipare in caso di delegazione israeliana di alto livello. Presenti l'Arabia Saudita, la Giordania, l'Egitto, il Marocco, i Paesi del Golfo. Assenti i palestinesi.

Alla fine con un duro attacco alla leadership palestinese, «Jared Kushner – genero di Donald Trump e “architetto” del progetto – ha affermato che le porte restano aperte al piano da 50 miliardi di dollari che intende rilanciare l'economia stagnante del popolo palestinese e dell'intera regione. Il 38enne investitore immobiliare ha quindi chiarito che presenterà il piano politico “al momento giusto”» [1]. È possibile che ciò avvenga dopo le nuove elezioni in che si terranno il prossimo settembre?

L'Organizzazione per la Liberazione della (OLP) riferendosi al piano afferma che «cerca di vendere il miraggio di una prosperità economica per il popolo palestinese fintanto che accetta e sostiene la perpetua prigionia. La libertà della Palestina dall'occupazione israeliana e dalla dominazione economica non sono negoziabili» [2]. Una posizione condivisa da molti noti imprenditori palestinesi nel settore bancario, immobiliare, manifatturiero, tecnologico che hanno boicottato l'evento.
L'unico palestinese iscritto a parlare era Ashraf Jabari, capo di un grande clan a Hebron, in , che ha «stretto legami con i coloni ebrei e ha contribuito a formare una camera di commercio per le imprese palestinesi e gli insediamenti per lavorare insieme. I leader palestinesi hanno criticato il sig. Jabari come un emarginato politico che si trova di fronte a mandati in sospeso per crediti inesigibili» [3].
Saeb Erekat capo negoziatore palestinese ha definito l'accordo del secolo «frutto solo delle iniziative e della prospettiva israeliana. Gli fa eco il parlamentare palestinese Mustafa Barghouti secondo cui nessuna soluzione economica potrà essere scambiata “con la nostra libertà”» [4].

Critiche e una chiusura di fatto sono arrivate dal premier sunnita del Libano, Hariri che ha dichiarato: «”il governo, il Parlamento e tutto il Libano sono contrari al cosiddetto ‘accordo del secolo'” che prevede, per il Paese dei Cedri, la “naturalizzazione” dei rifugiati palestinesi in cambio di denaro (90 milioni di dollari circa). La nostra Costituzione proibisce la naturalizzazione dei rifugiati”. Una posizione condivisa dal presidente (sciita) del Parlamento Nabih Berri, secondo cui “si sbagliano quanti pensano di tentare il Libano sventolando i miliardi”» [5].

Chi invece ha sostenuto, nel corso del workshop, il progetto è stata Christine Lagarde, direttrice del Fondo monetario internazionale (Fmi) che ha insistito sulla necessità di fra crescere l'economia e soprattutto il lavoro in Cisgiordania dove la disoccupazione è al 30% e nella dove è addirittura al 50%. Secondo Lagarde: «uno degli aspetti davvero buono del piano è identificare alcuni settori, come quello industriale ed economico, che porteranno occupazione» Si tratta di assicurarsi che questa iniziativa sia sostenuta» [6]

La contrarietà netta di una delle controparti è la premessa del fallimento, ma evidentemente serve «a escluderli ulteriormente dal gioco, a spingerli ulteriormente verso una posizione in cui non avranno più scelta» [7].

Oltre al piano economico c'è il piano politico fatto proprio di rinunce delle rivendicazioni palestinesi, infatti «dalle voci trapelate finora, la logica fondamentale sottesa al “Patto del Secolo” è proprio quella dello scambio tra la rinuncia ad alcune fondamentali rivendicazioni palestinesi – Gerusalemme capitale, ritiro israeliano dal Golan, diritto al ritorno dei rifugiati palestinesi all'estero, formazione di uno stato indipendente in Cisgiordania e a Gaza – in cambio di ingenti investimenti e aiuti economici a favore di uno stato palestinese solo semi-indipendente e limitato ad alcuni territori della Cisgiordania (forse sotto tutela congiunta israeliana a giordana) e verso i campi profughi palestinesi all'estero, i cui abitanti dovranno essere incorporati come cittadini negli stati che li ospitano» [8].
Se poi pensiamo che le elezioni israeliane prime e quelle americane poi non sono un buon viatico politico per parlare di un conflitto che va avanti da decenni, si capisce come questo Accordo del secolo, come è stato chiamato, sia su un binario morto.

Forse questo incontro a Manama è stato più utile per parlare del convitato di pietra in qualsiasi questione mediorientale: l'Iran. Molti delle nazioni presenti, oltre agli evidentemente, sono in contrasto o in guerra con Teheran che comunque è dalla parte palestinese anche per una posizione geopolitica complessiva nell'area. Sicuramente sarà stato un momento per discutere di come fronteggiare la “minaccia” iraniana.

Nella sostanza il piano prevede risorse per 50 miliardi di dollari in dieci anni per aiutare innanzitutto Cisgiordania e la Striscia di Gaza, ma anche i paesi confinanti Giordania, Libano ed Egitto dove vivono tantissimi palestinesi. Più in dettaglio ci sarebbero investimenti per 27,5 miliardi di dollari in Cisgiordania e Striscia di Gaza, 9,1 miliardi in Egitto, 7,4 miliardi in Giordania e 6,3 in Libano.
Si tratta di «un mix di sussidi, prestiti e investimenti privati, e saranno concentrati su progetti e iniziative riguardanti i settori delle telecomunicazioni, del turismo e della sanità, per rafforzare i pilastri dell'economia, dei servizi sociali e delle istituzioni» [9].

Ma siamo proprio sicuri che politici israeliani e americani sono interessati a impegnarsi, anche durante le rispettive campagne elettorali, di impegni su cui non c'è l'accordo delle parti principali?
Pasquale Esposito

[1] “Conferenza di Manama: un fallimento annunciato, ‘la pace non si compra col denaro‘”, http://www.asianews.it/notizie-it/Conferenza-di-Manama:-un-fallimento-annunciato,-‘la-pace-non-si-compra-col-denaro'-47392.html, 27 giugno 2019
[2] “Olp, nessun popolo dignitoso può accettare il piano Usa”, http://www.ansamed.info/ansamed/it/notizie/rubriche/politica/2019/06/26/olp-nessun-popolo-dignitoso-puo-accettare-il-piano-usa_d1c03b2e-265a-4563-a375-d340d0b88359.html, 27 giugno 2019
[3] David M. Halbfinger, “In Bahrain, U.S. Tries to Promote Mideast Peace Through Prosperityhttps://www.nytimes.com/2019/06/25/world/middleeast/israel-palestinian-peace-kushner.html, 25 giugno 2019
[4] “Manama, Kushner lancia il piano di pace israelo-palestinese. Protesta in Cisgiordania”, http://www.asianews.it/notizie-it/Manama,-Kushner-lancia-il-piano-di-pace-israelo-palestinese.-Protesta-in-Cisgiordania-47381.html, 26 giugno 2019
[5] “Conferenza di Manama: un fallimento annunciato, ‘la pace non si compra col denaro‘”, ibidem
[6] Umberto De Giovannangeli, “L'accordo per il Medioriente declassato a opportunità, ma l'obiettivo della conferenza in Bahrain è la normalizzazione”, https://www.huffingtonpost.it/entry/laccordo-per-i-medioriente-e-stato-declassato-a-opportunita-in-bahrain-la-conferenza-della-normalizzazione_it_5d138aeee4b0e45560362583, 26 giugno 2019
[7] Pierre Haski, “Il prevedibile fallimento del piano di Washington per la Palestina”, traduzione di Andrea Sparacino, https://www.internazionale.it/opinione/pierre-haski/2019/06/26/fallimento-piano-washington-palestina 26 giugno 2019
[8] Eugenio Dacrema, “Israele-Palestina: cosa resta del “Patto del secolo” di Trump?”, https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/israele-palestina-cosa-resta-del-patto-del-secolo-di-trump-23358 , 24 giugno 2019
[9] “Palestina: piano di pace Usa da 50 miliardi. Ma Olp e Israele lo bocciano”, https://www.ilsole24ore.com/art/palestina-piano-pace-usa-50-miliardi-ma-incassa-gia-primi-no-ACJbcwT, 22 giugno 2019

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