
Sovvertire i pronostici, far sognare il pubblico, passare dalla rassegnazione al tripudio: questo accade a volte nello sport.
Italia vs Francia (22 – 21) è stata la riscossa di una generazione di rugbisti che ha dovuto confrontarsi troppo spesso con la vittoria azzurra di Grenoble 1997, con l'Italia dei Giovanelli, dei Troncon, Dominguez dei Francescato (solo per citare i più noti) e che ha traghettato l'Italrugby nell'olimpo del Torneo delle Sei Nazioni nel 2000. Dal fortunato esordio in casa con la vittoria sulla Scozia, di fatto è stata una lunga e costante ricerca di una ragione d'essere nel rugby di alto livello, una legittimazione a dispetto di voci che alternatamente chiedevano spiegazioni sulla presenza dell'Italia nel torneo.
In questo Sei Nazioni l'Italia, battendo la fortissima Francia, ha probabilmente posto la prima pietra sulla quale fondare una nuova stagione del movimento. Una Francia interdetta psicologicamente dalla sconfitta subita precedentemente con l'Inghilterra (19 a 9) e arrivata Roma con la presunzione di poter disporre di una Italia spenta e rassegnata. Tutt'altro. Il nostro XV ha tenuto mentalmente e fisicamente in ogni fase della partita, piegando i francesi nel secondo tempo. Una vittoria costruita azione dopo azione e incorniciata da una bella meta di Masi, autentico mattatore e insignito del titolo di “man of the match“. Due dei nostri giocatori Fabio Semensato e Andrea Masi sono nella “short list” per aggiudicarsi il titolo di miglior giocatore del Six Nations 2011 che quest'anno verrà votato direttamente dal pubblico nel sito dedicato al torneo (i risultati verranno pubblicati mercoledì 23 Marzo).
Insomma un momento magico e favorevole, una buona occasione per confermare e rilanciare l'Italia nel rugby che conta e raccogliere i frutti di una vittoria storica: quale migliore occasione per invogliare la Federazione ed i Club ad investire sui giovani talenti nostrani? E' di questi giorni la polemica F.I.R./Benetton Treviso sull'utilizzo di Semensato in Celtic League [1].
Nel frattempo agli azzurri, dopo gli applausi e gli incensi, è toccato rimboccarsi le maniche e pensare concretamente alla Scozia, decisa ad evitare il “cucchiaio di legno” ad ogni costo. Chiave probabile del match sarà il peso di tanta responsabilità sugli scozzesi, abituati certamente a tante battaglie, ma già bruciati in passato sull'erba del Murrayfield Stadium da una Italia favolosa (2007), vittoriosa dopo un inizio fulminante con tre mete nei primi sei minuti di gioco e relative trasformazioni, per un sonante 0 – 21. Poi finì 17 a 37 per noi, con il povero pubblico scozzese paralizzato con la stessa espressione incredula dei primi minuti di gioco. Ai nostri giocatori la possibilità di confermare il livello di gioco espresso con la Francia in una situazione mentale ottimale: niente da perdere e l'occasione di mostrare la stoffa. Il tecnico Mallett ha annunciato sei cambi nella formazione che scenderà inizialmente in campo, confermando però Masi nel ruolo di estremo. Burton torna come mediano d'apertura al posto di Luciano Orquera e provare di nuovo una linea mediana frutto diretto della franchigia Benetton. Una curiosità che fa bene al rugby: andate a vedervi la foto ufficiale di Fabio Semensato pubblicata sul sito del Benetton Rugby, un Semensato in versione “Napo orso capo” che non potrà non strapparvi un sorriso di autentico affetto rugbystico.
Zobi La Touche
[1] cfr. Massimo Calandi, “Fir e Benetton, lite su Semenzato”, www.repubblica.it, 15 marzo 2011
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