
Il Governo giallo-rosso probabilmente non cadrà. Forse perché Renzi farà un passo di lato. Forse perché Conte troverà un modo per evitare lo scontro definitivo come accadde con Salvini. Forse non cadrà perché l’appello da più parti ai “costruttori” non finirà nel vuoto e nonostante si sia sfilato l’UDC che rimane nel centro-destra. Forse si percorrerà la strada di un governo con meno dei 161 voti per avere la maggioranza. È già accaduto in passato. Si tiene la contabilità. Sono giornate di calcolo e giornate di campagna acquisti come dimostra la scambio di accuse tra Mastella e Calenda.
Lo spettacolo è indecoroso e non tanto per la ricerca di una maggioranza parlamentare ma per il metodo e soprattutto per il contesto. Quello di una crisi senza precedenti dal Secondo dopoguerra e per la quale non c’è un cambio di passo che ci indirizzi verso un futuro migliore. Che non è quello dei cantieri per il Ponte sullo Stretto.
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