CRISPeR, avvelenamento da funghi e possibili antidoti

funghi Amanita Phalloides

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Quando scrivemmo di CRISPeR la prima volta immaginammo il cambiamento della vita che ne sarebbe derivato come una probabile conseguenza delle sue applicazioni. Erano del resto intuitive le enormi potenzialità, alcune anche preoccupanti se riferite ai gameti, che la metodica di modifica di una sequenza genica avrebbe potuto portare sia in termini di scientifica – evidentemente moltissimo – che in uso diagnostico ed utilizzo in nuove prospettive terapeutiche. Allora, però, che si sarebbe potuto ipotizzare una soluzione di antidoti per le tossine fungine proprio non se ne parlava.

crispr editing genomaÈ Nature che ne pubblica la notizia correlata, redatta da Saima Sidik, una autrice di argomenti scientifici che lo scorso 16 maggio ha riportato quanto evidenziato dal lavoro di Quiaoping Wang e Guohui Wan dell'Università cinese Sun Yat di Guangzhou [1]. Questi ricercatori impegnati nello sviluppo farmacologico hanno riproposto, attualizzandola verso le tossine fungine, una precedente ricerca utilizzata per studiare il veleno delle meduse. L'editing genetico di è stato fondamentale nel determinare le cellule scelte per avere sequenze nucleotidiche con mutazioni diverse. Un modo selettivo che consentisse di studiare che tipo di effetto avesse su di loro l'alfa amanitina, uno dei prodotti naturali a più alta pericolosità che si conosca.

Quel che è stato fatto presso l'Università di Guangzhou è che grazie a CRISPeR [2] – nano cesoia in grado di modificare secondo le necessità una sequenza nucleotidica di un acido nucleico – sono stati messi insieme gruppi di cellule umane, ognuno dei quali aveva una mutazione genetica introdotta attraverso la tecnica di editing genomico, e poi sottoposti ad esposizione della tossina fungina. Da queste operazioni è emerso che l'alfa amanitina non poteva avere effetto sulle cellule prive dell'enzima funzionale denominato STT3B (un enzima codificato nell'uomo dal gene STT3B, subunità dolichildifosfooligosaccaride proteinaglicosiltransferasi; si tratta di un omologo di un lievito essenziale nella proliferazione cellulare). Oltre questa evidenza, i ricercatori cinesi hanno cercato una sostanza che potesse bloccare l'azione della STT3B ed hanno visto che il verde indocianina, un colorante molto in uso negli anni '50 nella diagnostica per immagini sviluppato da Kodak, utilizzato sui topi esposti all'alfa amanitina, ne ha ridotto la mortalità. Il verde indocianina inoltre è tollerato dall'uomo fino a determinati dosaggi, cosa che farà propendere per una sperimentazione clinica probabilmente molto presto se l'Università riuscirà ad ottenere fondi per continuare le ricerche. Questa versione da antidoto del colorante non è stata ancora valutata sull'uomo ma la metodica espone sicuramente a valutazioni che nel tempo potranno divenire soddisfacenti. Così, Heldge Bode, chimico del Max Planck Institute for Terrestral Microbiology a Marburg, rallegrandosi e commentando il risultato favorevole ottenuto in Cina, afferma il suo plauso verso il risultato e conferma la pericolosità della famiglia di amanitine, i polipeptidi responsabili dei maggior decessi per ingestione fungina.

Volendo dare una connotazione ulteriore sull'utilità potenziale dello studio, occorre esaminare i numeri sugli avvelenamenti da funghi che si hanno nei registri dei centri antiveleno. Ve ne sono però di non aggiornati, ovviamente non sulla realtà degli ultimi tre anni – a causa della pandemia – ma soprattutto a causa del numero enorme di casi che sfugge al controllo perché, per fortuna, le vittime non necessitano di cure sofisticate. Tuttavia, i numeri disponibili attraverso il Bollettino Epidemiologico Nazionale danno comunque l'idea della gravità del fenomeno e di quanto ci sia ancora da fare in termini di informazioni adeguate [3]. Le discipline legate alla micologia sono sempre in costante aggiornamento. Lo studio ha riguardato osservazioni tra il 1998 ed il 2017 che hanno contato oltre 15.000 richieste di consulenze per intossicazione da funghi, delle quali il 19,5% ha avuto diagnosi di intossicazione da tossine da amanitina per 637 persone. Di queste, 40 sono decedute e comunque l'80% di loro è giunto alle cure troppo tardi, ben oltre le 24 ore dopo l'ingestione dei funghi. Altri 33 pazienti non sono deceduti ma hanno sviluppato insufficienze renali irreversibili. I dati riportano che l'85% delle ingestioni di funghi hanno avuto conferme che erano stati ingeriti senza che i raccoglitori avessero conoscenze adeguate per farlo. Non erano neanche stati controllati negli Ispettorati micologici, centri identificati nei dipartimenti di prevenzione delle ASL per accertarne la commestibilità. Altro dato che rende conferme sulla dimensione del problema è quanto rilevato dal solo Centro Antiveleni di Milano (CAV) nel primo decennio del secolo attuale, dal 2000 al 2010. Hanno rilevato 1984 casi, dei quali 26 evoluti verso il decesso mentre per altri 11 è stato necessario un trapianto d'organo.

Emidio Maria Di Loreto

 

[1] Saima Sidik, Deadly mushroom poison might now have an antidote — with help from CRISPR , Nature, 16 maggio 2023, in https://doi.org/10.1038/d41586-023-01630-9.
[2] CRISPR (o CRISPeR) significa Clustered Regularly Interspaced Short Palindromic Repeats, traducibile in ripetizioni palindromiche brevi raggruppate regolarmente in intervalli; è stato paragonato ad una cesoia, ad una nano cesoia, oppure meglio, ad una cesoia molecolare. È una tecnica molto usata per modificare una sequenza nucleotidica; un editing genomico che permette di modificare sequenze di DNA. Per farlo la si associa alla funzione della proteina Cas9, una endonucleasi, per cui il nome esatto della metodica sarebbe CRISPeR-Cas9. Per funzionare necessita di una guida che indichi la sequenza da tagliare. Questo compito è affidato ad un RNA che permetta di individuare la sequenza, vi si appaia e permette al sistema di operare tagliando la sequenza. Appena dopo entrano in gioco i sistemi di riparazione cellulare sulle parti su cui si è intervenuto.
[3] Istituto Superiore di Sanità, Epidemiologia e clinica delle intossicazioni da funghi in Italia: valutazione retrospettiva di 20 anni (1998-2017) del Centro Antiveleni di Milano, https://www.epicentro.iss.it/ben/2019/aprile/epidemiologia-intossicazione-funghi.

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