
La disponibilità di organi da destinare ai trapianti è sempre stato un problema che ha segnato la vita o la morte di tanti che ne necessitavano. Per questo, molto oltre le donazioni da cadavere mai sufficienti per il fabbisogno, si sono distinte aziende che hanno molto lavorato per avere disponibilità di organi, cuore principalmente, provenienti da suini soprattutto, che potessero dare se non risposte almeno aiuti alle necessità. Da questi lavori, oltre che avere un cuore di maiale destinato ad un trapianto ad un umano, è emersa un'altra soluzione inaspettata come spesso capita nella Scienza e di cui riferiremo più avanti. Cosa evidentemente non nuova negli studi scientifici come ad esempio nel caso del disulfiram e della retinite pigmentosa.
Una delle aziende impegnata nel dare organi geneticamente modificati in modo da non dare significative risposte antirigetto dai riceventi umani, è Revivicor – United Therapeutics. Ha dato disponibilità di organi provenienti da suini trattati in modo da essere privi della molecola Alfa-Gal, responsabile del rigetto. Grazie a questa disponibilità si è tentato a Baltimora nel Maryland il così detto xenotrapianto, cioè utilizzante organi provenienti da specie diverse [1]. La scelta è stata obbligata a causa di un soggetto che non aveva altre possibilità per le sue condizioni e per le rigorose norme sui riceventi che stabiliscono i criteri di utilizzo di organi umani. Per questo si ottenne che il 57enne sig. David Bennet, paziente del cardiochirurgo Muhammad Mohiuddin dell'Università del Maryland che è anche guida del team di ricerca per questo xenotrapianto, potesse essere il beneficiario con una autorizzazione ad hoc per l'utilizzo del cuore suino geneticamente modificato.
Le autorizzazioni non concesse dalla FDA in precedenza erano state dettate dalla necessità di aggiungere prove di utilizzo dei cuori da suino, modificati geneticamente grazie alle note tecniche di editing genomico denominate CRISPR-Cas9. La FDA pretendeva che si facessero prove aggiuntive attraverso il passaggio di un trapianto in almeno 10 babbuini prima che si desse l'ok al trapianto su umano. Le condizioni che portavano velocemente a morte certa del sig. Bennet, avevano suggerito di autorizzare il tentativo che però concesse una sola settimana di vita supplementare al paziente.
Grazie al coraggio e alla disponibilità del paziente, in quella settimana, si è avuta una mole enorme e preziosa di dati che per gli scienziati getterà le basi su un futuro più illuminato nelle terapie di xenotrapianti. Si continuerà in queste direzioni, si otterranno altri organi, sicuramente anche reni provenienti da suini modificati, insomma si ha certezza che si stia generando un percorso che si spera approdi a risultati di conforto.
Del resto, l'uso della modifica dei geni, possibile attraverso CRISPR-Cas9 a questo ha portato, con una gran accelerazione ed anche una maggior speranza in prospettiva sempre crescente. Le modifiche di cui sappiamo riguardano almeno tre geni di maiale che sono responsabili dell'attivazione del sistema immunitario con l'aggiunta di sei geni umani che dovrebbero facilitare negli uomini l'accettazione dell'organo trapiantato. Si lavora parallelamente anche in altre modifiche affinché gli organi trapiantati non rispondano agli ormoni della crescita. Una settimana di vita per l'uomo che ha beneficiato dello xenotrapianto è a seconda del punto di vista una settimana di vita guadagnata oppure un troppo breve periodo ottenuto come bonus. Sicuramente però l'esperienza ha portato a definire strade e nozioni propedeutiche per nuovi successi che portino a miglioramenti significativi.
Come si anticipava, e come molto spesso accade, la casualità ha voluto che la stessa molecola causa del rigetto, sia anche responsabile di allergie alimentari verso la carne rossa in quei soggetti che hanno dovuto considerare che, essendo stati punti da zecche, avevano dovuto fare i conti con la sindrome detta Alfa-Gal [2].
Per meglio comprendere si deve sapere che i soggetti che l'hanno sviluppata a causa delle punture dell'insetto, molto presente negli USA ed in Australia, in caso di ingestione di carne di mammiferi, dopo alcune ore (da 3 a 8) sviluppano sintomi come orticaria, vertigini, svenimenti, difficoltà nella respirazione con cali di pressione. Di fatto nell'organismo si osserva un sovraccarico di Immunoglobuline E, anticorpi antiallergici, che interagiscono con il galattosio-alfa-1,3 galattosio. I soggetti che ne soffrono sono quindi costretti a convivere con la possibilità di doversi iniettare della epinefrina, o adrenalina, per ovviare ai possibili shock anafilattici.
È quello che è accaduto, o meglio non è accaduto, durante una degustazione di carne di maiale durante un incontro gastronomico tra persone che sapevano di esserne affette. Soggetti che quindi avevano con se abitualmente le così dette “penne”, ben note ai diabetici insulino-dipendenti, che però nel loro caso avrebbero erogato le dosi necessarie di epinefrina (adrenalina) necessarie a combattere l'eventuale insorgenza di uno shock anafilattico. In quel barbecue che prevedeva carne di maiale proveniente dagli allevamenti della Revivicor, non vi fu bisogno di nessun erogazione di farmaci per contrastare un'emergenza anafilattica che non si verificò. Il bacon degustato proveniva da maiali geneticamente modificati, cioè maiali privi di un gene funzionale per la alfa galattosidasi che generava produzione di IgE specifiche che non si attivarono per il gene del suino modificato.
Inoltre questa allergia verso la carne rossa deve essere meglio spiegata poiché vi sono sensibilità diverse nei soggetti, alcuni dei quali, i più sensibili, possono subire reazioni allergiche importanti fino all shock anafilattico, finanche dai fumi degli arrosti, dalle particelle che si disperdono durante la cottura di una pancetta e pure dall'uso di gelatine, burro di cacao per le labbra, capsule utilizzate per i farmaci, caramelle, insomma anche da uso diverso da quello alimentare per i prodotti derivati. Ecco che convivere, avendo sempre la penna di adrenalina a disposizione per coloro che erano scampati da episodi di allergia, era una abitudine che però, durante l'evento casuale in cui era stata cucinata carne della Revivicor non era accaduto. Evidente il doppio utile uso della ricerca nei trapianti cardiaci, ma anche renali, ed anche per gli allergici che vogliono tornare a degustare carne senza pericoli perché proveniente da maiali geneticamente modificati, aveva regalato sviluppi interessanti per molti.
Emidio Maria Di Loreto
Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi necessità sul proprio stato di salute, su modifiche della propria cura o regime alimentare, si consiglia di rivolgersi al proprio medico o dietologo.
[1] https://doi.org/10.1038/d41586-022-00111-9
[2] https://www.theatlantic.com/science/archive/2022/04/alpha-gal-syndrome-tick-meat-allergy/629649/
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