
Giovanni Montini, giunto con Cuore di serpente alla sua terza pubblicazione, è nato a Torino nel 1974 e vive a Roma dove lavora nel campo della moda. Avido lettore e appassionato di cinema, ha scritto questa sua ultima opera approfittando del periodo di solitudine e silenzio al quale ci ha costretto la recente pandemia.

Come lui stesso scrive nei ringraziamenti finali, questo momento così buio e intimo gli ha consentito di riversare nelle pagine di Cuore di serpente turbamenti e passioni, velleità e speranze, facendone un romanzo che parla di vita, e soprattutto d’amore, la più grande delle nostre ossessioni.
La storia è ambientata, verso la fine degli anni ’70, in una lussuosa villa posta sul promontorio del Circeo. Ne sono protagonisti la bella e vanesia Francesca, in perenne lotta contro l’avanzare dell’età e costantemente desiderosa di ritrovarsi al centro delle attenzioni; Andrea, il mite e succube marito, incapace di superare il dolore per la scomparsa della prima moglie e di instaurare un rapporto affettivo con il figlio; Giulio, scrittore in crisi creativa, invitato da Francesca a passare qualche giorno in villa per ritrovare tranquillità e concentrazione; Gabriele, giovane e anticonformista figlio di primo letto di Andrea, di ritorno da Londra per un periodo di vacanza, inaspettatamente in grado di assumere un pericoloso comportamento seduttivo e manipolativo nei confronti di Giulio.
Montini, con una scrittura semplice e diretta, adotta verso i lettori un comportamento simile a quello di Gabriele: ci seduce e ci manipola, con continui cambi di prospettiva, a volte all’interno di uno stesso capitolo. Ci rende partecipi dei pensieri dei diversi protagonisti e, quando ci ha catturato e convinto del carattere e delle intenzioni, spesso subdole e nascoste, di uno di loro, ci ribalta il punto di vista, ci offre una nuova e altrettanto convincente spiegazione di fatti e comportamenti, mischia le carte, ci confonde, ci sorprende e ci spiazza.
Così la crisi di Giulio, che inizialmente sembra motivata dall’incapacità di scrivere un nuovo romanzo, diventa ben presto una crisi esistenziale che lo costringe a fare i conti con l’ormai insoddisfacente rapporto con il compagno e ad affrontare il dramma del nuovo e dirompente amore nei confronti di Gabriele. E lo pone di fronte alla scelta tra il rispetto delle convenzioni che sente incombere su di sé come un pesante dovere e il desiderio di lasciarsi andare per vivere in libertà questo torbido sentimento e godere di quella che potrebbe essere l’ultima occasione che la vita gli offre per essere veramente se stesso.
E Francesca, che nel suo patetico tentativo di riuscire a indirizzare e governare la vita degli altri ci appare inizialmente un’egoista ed egocentrica manipolatrice, ci viene in seguito mostrata come vittima delle sue stesse fragilità e insicurezze, bisognosa, come tutti del resto, di affetto, comprensione e accettazione da parte delle persone che la circondano. Per poi tornare a essere dipinta, con sorprendente credibilità, come un’amante senza scrupoli e senza pudori.
Montini utilizza questa modalità di composizione e scomposizione di carattere e personalità anche nei confronti di Gabriele, di volta in volta innocente, spensierato e libero adolescente e, poche pagine dopo, infido, insidioso e ambiguo seduttore.
In una manciata di giorni di vacanza, complici il caldo torrido e l’ambientazione claustrofobica della villa con piscina, Montini mette in luce la difficoltà, forse l’impossibilità, di porre in essere rapporti sinceri e simpatetici tra persone che pure sembrerebbero legate fra loro da amicizia. E vengono a galla invidie, falsità, malesseri inespressi, contraddizioni nascoste, risentimenti sottaciuti per deleterio e mal riposto rispetto delle convenzioni sociali. E non tragga in inganno l’ambientazione del romanzo negli anni 70. I personaggi del libro e le loro ambiguità e inquietudini appaiono del tutto attuali e credibili anche al giorno d’oggi.
Cuore di serpente è dunque un romanzo di sentimenti e passioni, di stati d’animo, di disagi sentimentali ed esistenziali. Ma Montini, nelle ultime pagine, riesce a trasformarlo in un noir, con un sorprendente colpo di scena che porta alle estreme conseguenze il torbido intreccio di rapporti venutosi a creare e offre un inaspettato finale alla vicenda.
Montini compie solo l’errore, a mio avviso e gusto, di lasciarsi andare a descrivere un paio di scene di sesso in modo eccessivamente e inutilmente esplicito. Niente di cui scandalizzarsi, beninteso, ma lo stesso Giulio afferma in Cuore di serpente che “in fondo un romanzo o un’armonia sono la stessa cosa, cambia solo il linguaggio”. Diciamo allora che l’utilizzo di un linguaggio improvvisamente volgare appare fuori luogo nel contesto del libro, ne turba l’armonia, come se la melodia venisse rovinata da alcune note sbagliate o stonate.
Ma si tratta di un peccato, ammesso che lo sia, veniale, che non inficia il valore di un romanzo che sa catturarci e imprigionarci nelle sue pagine come le spire del serpente del titolo e ci offre interessanti spunti di riflessione sui rapporti amicali e amorosi. Il tutto senza volerci fare la morale ma con leggerezza e sensibilità.
GianLuigi Bozzi
Giovanni Montini
Cuore di serpente
Bertoni Editore, 2022
pagine 263
euro 17,00
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