
Abbiamo in precedenza più volte, nel riferire della diffusione del contagio da Sars CoV-2, sottolineato l’eccezionale attivismo in ogni laboratorio di ricerca del globo nell’individuare un’ipotesi di studio che possa dotare la collettività di una terapia risolutiva per l’attuale pandemia di Covid-19. Del resto questo, per la nostra storia ha un significato enorme, se pensiamo al tributo in vite date dal nostro paese, in disagi patiti ed ancora da patire in quello che per noi rappresenta il più grande problema dopo la seconda guerra mondiale.
Da un laboratorio d’oltreoceano, ad Austin nel Texas che è individuato come prima firma del lavoro di prossima pubblicazione dalla rivista CELL [1], ma al quale hanno contribuito in eguale peso un gruppo di dipartimenti e autori tra Europa e Usa [2], parte l’imbeccata per aver individuato una possibile soluzione agli studi più intriganti del momento per la comunità scientifica.
La notizia è che, grazie alla produzione anticorpale di un camelide andino, il lama, reso immune da Coronavirus, sono stati isolati anticorpi a dominio singolo (VHH) che si sono rivelati in grado di neutralizzare i virus Mers-Cov e Sars Cov-1. L’ipotesi dimostrata dagli autori è che questi anticorpi VHH chiamati anche nanobody, nel legarsi agli epitopi ne rivelano due tipi distinti ma entrambi i VHH interferiscono con il legame del recettore.
Le prove sperimentali ottenute da questo nutrito gruppo di scienziati mostrano anche una chiara cross- reattività tra il VHH diretto verso Sars CoV 1 e SarsCov-2 e che questa azione è in grado di neutralizzare i virus tipo Sars CoV-2 come “una fusione umana di IgG bivalente”. Il lavoro riporta infatti: “We also show cross reactivity between the Sars CoV-1 S directed VHH and Sars-CoV.2 S, and demonstrate that this crossreactive VHH neutralizes Sars Cov-2 pseudotype viruses as bivalent human IgG FCfusion”. È intuitivo che quanto affermato dal lavoro costituisca una solida base sulla quale poter formulare presto delle ipotesi su base molecolari che aiutino a neutralizzare agenti patogeni come i beta coronavirus.
Anche questo gruppo di scienziati era partito, come pure tanti altri, dall’interesse suscitato dallo studio della proteina Spike, presente sulla parete virale, che notoriamente si lega ai recettori della parete cellulare come l’Angiotensin Converting enzyme 2 (ACE 2). Questo tipo di recettore cattura l’interesse delle proteine Spike sia nel caso di Sars Cov 1 che Sars Cov 2. Nel lavoro gli scienziati descrivono anche l’isolamento degli anticorpi Single-Single (VHH) proprio perché la loro dimensione più piccola (circa 15mila dalton) consente un legame più agevole ad epitopi piccoli (la minuscola parte di antigene che lega l’anticorpo) e devono il loro nome alla dimensione molto piccola, cosa che gli conferisce una caratteristica preziosa che significa penetrazione agevole e clearance facilitata.
Gli anticorpi VHH sono corrispondenti alla regione variabile della catena pesante di un anticorpo di un lama ad esempio (camelide andino), l’animale usato per essere reso immune in questo lavoro. Il VHH, essendo a dominio singolo, consente un uso più robusto e più stabile di un anticorpo completo che invece ha quattro catene, due pesanti e due leggere per circa 150.000 dalton.
Alla elaborazione di questo lavoro si potrebbe additare una svolta risolutiva, o comunque una delle probabili, per avere chances concrete nella sconfitta della Covid-19.
Emidio Maria Di Loreto
[1] Il titolo provvisorio del lavoro è “Structural Basis for Potent Neutralization of Betacoronaviruses by Single-domain Camelid Antibodies”
[2] Department of Molecular Biosciences, The University of Texas at Austin, Austin, Texas, USA 78712 2 VIB-UGent Center for Medical Biotechnology, VIB, 9052 Ghent, Belgium 3 Department of Biochemistry and Microbiology, Ghent University, 9052 Ghent, Belgium 4 Department of Biomedical Molecular Biology, Ghent University, 9052 Ghent, Belgium 5 Vaccine Research Center, National Institute of Allergy and Infectious Diseases, National Institutes of Health, Bethesda, Maryland, USA 20892 6 Department of Microbiology and Immunology, Geisel School of Medicine at Dartmouth, Lebanon, New Hampshire, USA 03756 7 Infection Biology Unit, German Primate Center – Leibniz Institute for Primate Research, 37077 Göttingen, Germany 8Faculty of Biology and Psychology, University Göttingen, 37077 Göttingen, Germany.
Questo invece quello degli autori: Daniel Wrapp, Dorien De Vlieger, Kizzmekia S. Corbett , Gretel M. Torres , Nianshuang Wang , Wander Van Breedam, Kenny Roose, Loes van Schie, VIB-CMB COVID-19 Response Team, Markus Hoffmann, Stefan Pöhlmann, Barney S. Graham, Nico Callewaert, Bert Schepens, Xavier Saelens and Jason S. McLellan.
-----------------------------
-----------------------------
Se sei giunto fin qui vuol dire che l'articolo potrebbe esserti piaciuto.
Usiamo i social in maniera costruttiva.
Condividi l'articolo.
Condividi la cultura.
Grazie