
“Centro”: una serie di mostre per favorire l’incontro fra artisti; un punto d’incontro fra linguaggi e sensibilità diverse lungo un percorso che si snoda dal Tirreno all’Adriatico. Un calendario che si allarga con nuovi appuntamenti e altre esposizioni in Umbria, Marche e in Veneto.
Il criterio di riferimento per creare le condizioni di un dialogo e uno scambio fra un gruppo di artisti potrebbe essere semplice nel caso di una manifestazione come “Centro”: dal Tirreno all’Adriatico, passando appunto per il centro.
Da un mare all’altro, da uno sguardo all’altro, dall’Occidente all’Oriente in qualche modo; sembra un cammino quasi rassicurante.
Andare da “costa a costa” è una suggestione che, ad esempio, in letteratura e in particolare quella di viaggio, si esprime con potenza, determinando il coinvolgimento del lettore che si fa spettatore di luoghi, strade, vedute, intersezioni e convogli possibili.
Nella passione il lettore ha imparato poi a farsi anche attore per ripercorrere le strade che furono sulla strada: la strada dello scrittore, la strada del protagonista, la strada della storia.
Questa stessa passione si rinnova nell’incontro fra artisti che, pur provenendo da luoghi diversi e frequentando linguaggi diversi, partecipano al ciclo di mostre “Centro” (una formula già sperimentata nel 2018 e che ritorna per il 2019), promosso dall’Associazione Minerva-minervAArte e dall’Associazione Arte e Benessere e, di volta in volta, da una serie di soggetti istituzionali e associazioni, fra le quali ricordiamo l’associazione Forma & Colore.
In mostra possiamo trovare le opere di dieci artisti di quattro regioni dell’Italia centrale: Ugo Antinori, Lauretta Barcaroli, Alfredo Celli, Giò Coppola, Massimo De Angelis (Demas), Espressione Ceramica di Simona Marzio e Sergio Meloni, Claudio Michetti, Luigi Moriggi, Mauro Pulcinella, Luigi Riccioni.
La prossima esposizione è prevista dal 6 al 13 luglio a Mira, in provincia di Venezia, con l’aggiunta di altri artisti e altre opere. Dopo le mostre di Terni e Bomarzo, “Centro” farà poi tappa in Abruzzo in autunno e nelle Marche a primavera 2020.
Due modi, quello territoriale e quello concernente il linguaggio, per porsi al “centro” di un cammino che nel suo dichiararsi come centrale, ci spiazza inevitabilmente. Un centro che ogni artista propone come possibile e che, collocandosi dialetticamente con le opere degli altri artisti, si de-centra da sé, per mettersi in discussione.
Leggere, le ombre cambiano lungo il cammino e ogni luogo si può intendere come un centro da raggiungere e, in realtà, da superare. Un centro urbano appena superato; un centro che si annuncia con una stele; un artista che si propone come centro di riferimento per una ricerca, per un’analisi, per un ripensamento.
Da “costa a costa”, dunque, è anche la vocazione di un dialogo artistico che attraversa l’Italia dal Tirreno all’Adriatico, passando ovviamente per l’interno.
Esporre artisti di un’area così vasta, coinvolgendo linguaggi espressivi e forme tra loro a un tempo connesse e alternative, significa predicare un dialogo fra lembi, supporre un luogo d’incontro che non sia materiale, ma spirituale, silenzioso, attrattivo.
Pittura, grafica, ceramica, colore, forma: una serie di parole che costruiscono un ponte tibetano lungo il quale incamminarsi, assecondando il dondolio, l’oscillazione.
Insomma quando incontrate insieme tanti artisti, tante voci e tanti colori non attendetevi di poter trovare un punto d’equilibrio.
È, piuttosto, nello squilibrio che si può supporre un ordine.
Camminando, dunque, lungo la penisola da costa a costa non pensate di poter trovare un centro che vi dia un riferimento naturale o geografico.
Nelle mostre che sono alla base del progetto, la centralità del “centro” sta nel dialogo e nel rimando, nel gioco e nel colloquio.
Ed ecco che, infatti, l’asse di riferimento, quello che ci sembrava utile per definire la centralità, è nuovamente spostato quasi a costruire una croce, una partizione: dal Tirreno all’Adriatico con artisti e opere; dal sud al nord verso il Veneto e l’incontro con altri artisti ancora.
Una vocazione diversa, basata su saldi vincoli di amicizia e collaborazione, porta “Centro” a giungere in Veneto e precisamente a Mira, in provincia di Venezia.
Si tratta, allora, di rimettersi in cammino e comprendere che il “centro” suppone una precarietà e un divenire che aiuta a incontrare altre voci e altre sensibilità.
Antonio Fresa
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