Dalìland di Mary Harron

Barbara Sukova e Ben Kingsley - in Daliland di Mary Harron

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Da quanto tempo non vedo una performance del geniale Ben Kingsley? Dev'essere dal 2005. Era Fagin nell'Oliver Twist di Polanski. No, sbaglio, venti e cinque anni dopo è stato il dottor Cawley in Shutter Island (2010) di Scorsese. No, sbaglio ancora: è stato uno struggente Georges Méliès in Hugo Cabret (2011), sempre di Scorsese. Dopo, ha recitato in altri trenta film ma non ne ho visto nessuno. A 80 anni continua a recitare in film d'azione, prodotti più o meno mainstream (perfino in un Marvel, Shang-Chi) ma bisognerebbe averli visti, prima di parlarne. Comunque, scopro che è uscito un film biografico, Dalìland (2022) della canadese Mary Harron, dove incarna Salvador Dalì e mi attira molto vedere Kingsley, che recita sempre con un'economia di mezzi assoluta, misurarsi con un personaggio eccessivo, persino clownesco come il pittore catalano.

Dalìland è concentrato sul ménage di Dalì e Gala a metà degli anni '70, quando lui non ha più molta voglia di dipingere e lei ha sempre bisogno di soldi per mantenere un folle tenore di vita. Harron adotta lo stratagemma narrativo vecchiotto e tradizionale del giovane assistente di galleria, ammiratore di Dalì, che si introduce nel seno della coppia e, dal suo punto di vista, si vedono splendori (pochi, anzi nulla) e miserie (tante) del loro quotidiano. Qualche squarcio sul cinismo del mercato dell'arte è azzeccato, ma il resto è deludente: l'infantilismo di Dalì è risolto con un attacco di puerile ipocondria, la sua impotenza sessuale è detta e stradetta come un pettegolezzo, i flashback sulla sua giovinezza isterica sono orrendi (a cominciare dall'idea di visualizzarli in presenza dei personaggi invecchiati e di chi ascolta raccontarli).

Ben Kingsley e Christopher Briney in Daliland
Ben Kingsley e Christopher Briney in Daliland

In compenso, l'ambientazione anni '70, soprattutto se paragonata a quella dell'ultimo film di Avati, è da applauso a scenografa (Isona Rigau) e costumista (Hannah Edwards). E Kingsley? Kingsley, ahimè, è deludente: sembra recitare di rimessa, non incarna mai la follia buffonesca di Dalì, ha lo sguardo che sembra assorto in altri pensieri. Un'interpretazione decorosa ma senza scintille, senza smalto. No, la vera, bella sorpresa (l'unica) è la Gala di Barbara Sukowa, avida dollars [*] e anche di sessi maschili, con la bocca feroce (che sembra sempre sul punto di mordere), autoritaria, perfida, lady Macbeth senza spargimenti di sangue, con il cinismo spietato di chi ha sofferto la fame e la miseria ed è pronta a far firmare al marito anche dei fogliacci in bianco dove ciclostilare i suoi dipinti pur di guadagnare. Magnifica Sukowa.

Roberto Chiesi

Dalìland - locandinaDalíland
Lingua originale: inglese
Paese di produzione: Stati Uniti d'America
Anno: 2022
Durata: 104'
Regia: Mary Harron
Sceneggiatura: John C. Walsh
Produttore: Daniel Brunt, Chris Curling, Edward R. Pressman, Sam Pressman, David O. Sacks
Produttore esecutivo: Max Burger, Monique Burger, Charlotte Colbert, Philip Colbert, Jerry Daigle, Marc Iserlis, Jon Katz, Hannah Leader
Casa di produzione: Magnolia Pictures, Pressman Film, David O. Sacks Productions, Zephyr Films, Popcorn Films, Serein Productions
Distribuzione in italiano: Plaion Pictures
Fotografia: Marcel Zyskind
Montaggio: Alex Mackie
Musiche: Edmund Butt
Scenografia: Isona Rigau, Tanya Bowd
Costumi: Hannah Edwards

Interpreti e personaggi
Ben Kingsley: Salvador Dalí
Barbara Sukowa: Gala Éluard Dalí
Ezra Miller: Dalí da giovane
Christopher Briney: James
Rupert Graves: Cap. Moore
Andreja Pejic: Amanda Lear
Alexander Beyer: Christoffe
Mark McKenna: Alex Cooper
Zachary Nachbar-Seckel: Jeff Fenholt
Avital Lvova: Gala da giovane
Suki Waterhouse: Ginesta

[*] Come noto, Avida Dollars – che si potrebbe rendere con: ingordo di denaro – è l'anagramma del nome di Salvador Dalì, coniato sarcasticamente negli anni '30 dallo scrittore André Breton nella polemica tra i due sul surrealismo.

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