
Siamo in quelle settimane della pallacanestro di fine stagione nella quale si definiscono i dettagli dell’annata. Si recupera negli atleti, ancora impegnati nelle ultime gare, l’ultima stilla di energia fisica e si fa appello soprattutto ai residui mentali che permettano di affrontare le prove.
Di contro chi non ha ottenuto quanto sperato, malgrado avesse profuso energie, enunciato programmi ambiziosi, investito anche molto, deve fare i conti con una delusione che …tornerà utile nelle esperienze future. A volte poi i risultati degli eventi sportivi sembrano anche ingenerosi verso il movimento cestistico che, per il proprio rilancio, avrebbe bisogno del ritorno nelle piazze importanti di quelle società il cui seguito è nutrito e competente. Due esempi su tutti.

Il San Severo, presentatosi a Montecatini nella final four di Serie B alla quale partecipavano la Piacenza del veterano Rodolfo Rombaldoni, Cassino del centro Simone Bagnoli, Cento con quel Nelson Rizzitiello da tanti punti nelle mani, e l’Allianz Pazienza San Severo di Giorgio Salvemini, miglior coach LNB di serie B e Massimo Rezzano.

Delle quatto partecipanti tre sarebbero salite in A2 e a Montecatini erano pervenute centinaia di tifosi pugliesi fiduciosi in una promozione sicuramente alla portata della loro squadra. La formula prevedeva due incontri ed uno spareggio tra i perdenti dei primi due incontri. San Severo ha però solo fatto incetta di grandi complimenti sia nella prima gara, persa contro Cento, che nella seconda di spareggio in cui Cassino ha vinto rintuzzando l’iniziale esuberanza di San Severo forte dei 14 punti di Di Donato nella sola prima parte della gara. Tutti i complimenti incassati forse serviranno a mitigare la delusione del presidente Amerigo Ciavarella che tornerà a provarci non fosse altro perché le competenze e la passione cestistica che, a San Severo, meriterebbe sicuramente maggiori soddisfazioni.
Altra delusione certamente non annunciata riguarda la Fortitudo Bologna in A2 che, per blasone e con coach Boniciolli pronto ai nastri di partenza fin dallo scorso luglio con un programma già completato, ha incontrato disavventure impreviste magari ingigantite da una piazza dalle esigenze ambiziose e di difficile gestione. Non sono mancati problemi di salute a rendere più difficoltoso il percorso ai quali si è pensato di ovviare con avvicendamenti più dal sapore romantico, il ritorno di Gianmarco Pozzecco non in campo ma alla guida della Fortitudo, che dalla efficacia sperata. Così anche il prossimo anno Bologna avrà nella massima serie solo una delle sue due squadre.

Per salire in A1 è in corso lo spareggio tra la Trieste di Dalmasson, apprezzato coach dai principi seri e rigorosi che lo portano a legarsi spesso in rapporti pluriennali con le società in cui approda, e la Casale Monferrato per la prima volta in finale con Niccolò Martinoni che ormai ne è capitano da 5 anni dopo le iniziali esperienze varesine. In gara 1 è risultata vittoriosa Trieste dopo aver dovuto rincorrere per lungo tempo e dopo che due blocchi, apparsi però non così chiaramente illegali, fischiati in momenti topici proprio a Martinoni, avevano reso più difficile il compito a Casale.
Per quanto riguarda lo scudetto di serie A, Trento e Milano si sono affrontate di nuovo in casa delle Aquile partendo dal chiaro 2 a 0 che l’Olimpia si era guadagnato nei primi due incontri ospitati al Forum di Assago. A Trento però due altre gare, con tutta un’altra musica nello spartito. In gara tre si ripropone l’atletismo contro la fisicità di Milano sotto le plance mentre dopo i primi due minuti trascorsi senza segnare da una parte e dall’altra, Andrea Cinciarini eguaglia i 73 assist di Terrell McIntyre collezionati nelle finali scudetto. Dopo torna ad accendersi Dustin Hogue che porta la gara in direzione favorevole a Trento anche grazie al contributo di Dominique Sutton. Finisce 72 a 65 ed il confronto torna nei suoi binari di imprevedibilità. In gara 4, sempre a Trento, si osserva un percorso ancora diverso. Intanto tornano in campo Luca Lechthaler e Marco Cusin. Per tre quarti della gara Trento è costretta ad inseguire costantemente. Quando poi Dominique Sutton e Dustin Hogue debbono essere preservati per aver commesso i 4 falli arriva la svolta per Maurizio Buscaglia e le Aquile. Il quintetto piccolo che Trento è costretto a schierare per scelta ed esigenza prende il volo e Milano appare frastornato dalla grande intensità profusa dagli avversari alla quale non riesce a rispondere adeguatamente. Sotto l’imperversare di ancora un grande Shavon Shields con i suoi 31 punti finali ed il prezioso apporto di Batu Gomes la gara si chiude sul 77 a 74 . Si torna adesso a Milano di nuovo in parità. Si vedrà!
Emidio Maria Di Loreto
Tabellino gara 4
DOLOMITI ENERGIA TRENTO – EA7 EMPORIO ARMANI 77-74
(11-13, 29-34, 52-55)
TRENTO: Franke, Sutton 13, Silins 9, Musumeci ne, Forray 3, Flaccadori ne, Gutierrez 2, Lovisotto ne, Gomes 3, Hogue 14, Lechthaler 2, Shields 31. Allenatore: Buscaglia.
MILANO: Goudelock 14, Micov 13, Bortolani ne, Pascolo ne, Tarczewski 8, Kuzminskas 4, Cinciarini 9, Cusin 2, Abass, Bertans 8, Jerrels 10, Gudaitis 6. Allenatore: Pianigiani.
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