
Il docufilm Dallamericaruso. Il concerto perduto porta alla luce le riprese integrali del concerto tenuto da Lucio Dalla al Village Gate di New York il 23 marzo 1986, realizzate all'epoca dal tour manager Ambrogio Lo Giudice, andate incredibilmente perdute e ora ritrovate, restaurate e rimasterizzate in 4k Dolby Atmos.
Il film, prodotto da Nexo Digital e da Sony Music per la regia di Walter Veltroni, dal punto di vista strettamente musicale è straordinario: ci riporta indietro di 37 anni, ci immerge nell'atmosfera calda e fumosa di uno storico nightclub situato in Bleecker Street, nel cuore del Greenwich Village, che ha ospitato, dal 1958, anno della sua apertura, alla chiusura del 1994, un numero incredibile di musicisti (mi limiterò a citare John Coltrane e Miles Davis per il jazz e Jimi Hendrix per il rock) e ci presenta un Lucio Dalla in forma strepitosa nell'ultima data di una breve tournée in Canada e Nordamerica.
Una performance vigorosa e ispirata durante la quale Dalla non si risparmia ed esegue alcuni dei suoi più grandi successi (da Anna e Marco, L'ultima luna, Balla balla ballerino a Cara, Futura e Stella di mare) in versioni sempre particolarmente energiche e trascinanti.
Il gruppo degli Stadio, capeggiato da Ricky Portera alla chitarra e da Gaetano Curreri alle tastiere, lo supporta con entusiasmo e precisione rivestendo i brani con arrangiamenti live estremamente efficaci e funzionali.
Ma Dallamericaruso non si limita a presentarci le immagini e il sonoro di un concerto imperdibile. Veltroni, nella sua veste di autore del soggetto e della sceneggiatura oltre che di regista, ha pensato di raccontarci, all'inizio del film e quasi a introdurre lo straordinario concerto, la genesi di Caruso, il brano più famoso di Dalla e tra i più famosi dell'intera musica italiana. Inciso nel 1986, Caruso ha venduto oltre 36 milioni di copie in tutto il mondo, è stato inciso da innumerevoli interpreti ed è stato tradotto in decine di lingue.
La storia è piuttosto nota: Dalla, in vacanza sulla sua barca nell'estate del 1986, è costretto a fermarsi a Sorrento per un guasto dell'imbarcazione. Soggiorna all'Hotel Excelsior dove gli viene assegnata la camera occupata nel 1921 dal grande tenore Enrico Caruso durante gli ultimi giorni della sua vita. Il barista dell'hotel, Angelo Leonelli, racconta a Dalla la leggenda secondo la quale Caruso, ormai gravemente malato, si innamorò di una giovane alla quale insegnava musica.
Ispirato da questo fantasioso quanto improbabile episodio e dal pianoforte di Caruso presente nella stanza, Dalla compone una melodia struggente e malinconica e la riveste con alcune strofe di grande e sofferta poesia («Sentì il dolore nella musica, si alzò dal pianoforte ma quando vide la luna uscire da una nuvola gli sembrò più dolce anche la morte […]. Così diventa tutto piccolo, anche le notti là in America, ti volti e vedi la tua vita come la scia di un'elica»). Il brano, che nel ritornello richiama un classico della tradizione partenopea (Dicitencello vuje, composto nel 1930 dal musicista Rodolfo Falvo e dal poeta Enzo Fusco) quasi a voler celebrare la canzone napoletana di cui era grande conoscitore e ammiratore, è davvero un assoluto capolavoro.
È quindi bella e meritevole l'idea di parlarci di questa indimenticabile canzone, di farne una sorta di introduzione al concerto-evento di pochi mesi prima e di omaggiare in questo modo il cantautore bolognese a 80 anni dalla sua nascita. Purtroppo la lodevole intenzione viene sviluppata nel film in maniera banale e con soluzioni quanto meno discutibili e a volte involontariamente ridicole.
Il film si apre mostrandoci la prua di un'imbarcazione che fende il mare. Sentiamo il rumore del motore e all'improvviso il fragore di un'esplosione. Compare Angela Baraldi (cantante e attrice all'epoca ospite sulla barca di Dalla, cliente del medesimo Hotel Excelsior di Sorrento e testimone diretta della nascita di Caruso) la quale, rivolgendosi al supposto interno dell'imbarcazione, chiede a Lucio cosa sia successo. E fino a qui siamo nel campo del discutibile.
Entriamo nel campo dell'involontariamente ridicolo quando seguiamo la Baraldi in una lenta e circospetta camminata lungo i corridoi dell'hotel fino a raggiungere la camera di Caruso, e quindi di Dalla, che ci viene mostrata con le finestre aperte e le tende mosse dal vento. La cantante si siede quasi con timore sul letto e ricorda, con poco convincente commozione, di aver ammirato da lì la nuca e le mani di Dalla seduto al pianoforte e intento a comporre il famoso brano.
Veltroni non ci fa mancare poi la voce di Caruso che canta l'aria E lucevan le stelle dalla Tosca di Giacomo Puccini mentre la cinepresa spazia sul golfo di Sorrento illuminato da mille lucine. Un momento di banale romanticismo che non mi pare significativo per illustrare la grandezza del brano composto dal cantautore bolognese.
Dalla è poi il protagonista di una sorta di videoclip nel quale interpreta Caruso (ovviamente in playback) su uno scoglio davanti al mare. Il video è stato girato nel 2010 da John Turturro per il film Passione, con il quale l'attore e regista newyorchese racconta, con canzoni, aneddoti e interviste, la storia e la cultura musicale di Napoli. Il video non è poi entrato a far parte del film, la qual cosa potrebbe già essere considerata indicativa della sua riuscita non particolarmente felice.
Resta da citare infine la presenza del jazzista Danilo Rea che, su una tastiera installata sulla prua della barca con la quale si è aperto il film, suona una sua interpretazione solo strumentale di Caruso. Un momento di cinema che voleva essere evocativo e che, a mio modesto avviso, appare ridicolo per l'ambientazione e molto poco significativo dal punto di vista strettamente musicale. Veltroni qui non rende un buon servizio né al brano né al musicista che forse avrebbe meritato uno spazio maggiore e più adatto. Del resto Danilo Rea deve essere considerato correo perché ben avrebbe potuto rifiutare di prestarsi a una rappresentazione che non gli fa onore.
In conclusione, consiglio a tutti l'acquisto dell'album Dallamericaruso. Live at Village Gate, New York 23/03/1986 che sarà disponibile dal primo dicembre in formato doppio cd, doppio vinile e in Dolby Atmos e che testimonia un momento particolarmente felice nella lunga carriera musicale di Lucio Dalla.
Il docufilm diretto da Walter Veltroni può essere tranquillamente trascurato salvo che vogliate godervi anche visivamente la notevole performance di Dalla e della sua band. In tal caso potrete eventualmente decidere di entrare in sala con una mezz'oretta di ritardo senza il timore di aver perso qualcosa di importante.
GianLuigi Bozzi
Dallamericaruso. Il concerto perduto
Regia: Walter Veltroni
Produzione: Nexo Digital, Sony Music
Distribuzione: Nexo Digital
Durata: 116 minuti
Paese: Italia, 2023
-----------------------------
-----------------------------
Se sei giunto fin qui vuol dire che l'articolo potrebbe esserti piaciuto.
Usiamo i social in maniera costruttiva.
Condividi l'articolo.
Condividi la cultura.
Grazie