Damien Hirst alla Galleria Borghese: un sogno ad occhi aperti.

ARCHAEOLOGY NOW_Damien Hirst_
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Varcare la soglia di in occasione di Archeology Now, la personale di , equivale ad entrare in un'altra dimensione. La realtà lascia spazio ad un mondo di sogno in cui il confine tra possibile e impossibile diventa un lontano ricordo.

Damien Hirst, coadiuvato dai curatori Anna Coliva e Mario Codognato, con la mostra Archeology now ha realizzato un vero e proprio incantesimo. Come se, salendo le scale che conducono all'ingresso della Galleria, lo spettatore, come un moderno Dante, entrasse in un universo parallelo, magico. All'interno del museo, infatti, la sensazione è quella di essere deprivati delle tradizionali categorie attraverso cui solitamente elaboriamo la realtà, secondo un dilatarsi e restringersi dei principi di razionalità che sembra obbedire alla volontà dell'artista.

Sicuramente il maggior senso di spaesamento e déjà-vu è dato dal completo ribaltamento della categoria del tempo che, all'interno della Galleria, cessa di scorrere secondo l'asse lineare che tutti noi conosciamo per diventare materia duttile e flessibile, plasmata dall'artista. Il bello è che, nell'intervenire sul tempo esterno, l'artista incide anche su quello interno dello spettatore. Attraverso l'esposizione di opere che, senza soluzione di continuità, rimandano all'antica Grecia, all'entico Egitto, passando per la mitologia, l'archeologia fatata degli unicorni fino ad arrivare ai robot, senza dimenticare i bellissimi dipinti della serie Colour Space che si inseriscono perfettamente nella pinacoteca tanto da sembrarne endemicamente parte, memoria storica, memoria collettiva e memorie individuali degli spettatori si intrecciano e si confondono, sino a diventare un tutt'uno impossibile da districare.

ARCHAEOLOGY NOW_Damien Hirst
Ratto di Proserpina Gian Lorenzo Bernini 1621-1622 Marmo bianco / White marble
e/and Grecian Nude [Nudo dall'Antica Grecia] 2013 Bronzo / Bronze
Collezione privata / Private collection
Ph. by A. Novelli © Galleria Borghese – Ministero della Cultura © Damien Hirst and Science Ltd. All rights reserved DACS 2021/SIAE 2021
ARCHAEOLOGY NOW_Damien Hirst
3. Fern Court [Verde sottobosco] 2016 Vernice lucida su tela / Household gloss on canvas
Collezione privata / Private collection
e/and
The Skull Beneath the Skin [Il teschio sotto la pelle] 2014 Marmo rosso e agata bianca /Red marble and white agate
Collezione privata / Private collection
Ph. by A. Novelli © Galleria Borghese – Ministero della Cultura © Damien Hirst and Science Ltd. All rights reserved DACS 2021/SIAE 2021
I ricordi personali si riflettono e risuonano nelle opere esposte. Per quanto mi riguarda, posso confessare che all'interno della mostra diverse certezze hanno vacillato. Tuttavia, l'iniziale sensazione di disagio provocata dallo smarrimento ha, poco dopo, ceduto il passo ad un piacevole senso di appagamento e libertà generato proprio dal rapimento estatico irrazionale prodotto dall'abbacinante sequenza di capolavori. Non c'è alcun dubbio sul fatto che, a volte, fare a meno della razionalità aumenta il benessere. Quindi, appena ho messo a tacere la “ragione” mi sono ritrovata archeologa extratemporale in un mondo incantato, …ed è sbocciata una personalissima memoria di sirena.
Damien Hirst riprende, sviluppa e porta alla massima potenza il concetto di arte anche come “gioco, come palestra della mente, costretta a muoversi in un vivace via vai di nessi e rimandi. Lo spettatore non può sottrarsi o rimanere indifferente. Una volta entrato, deve necessariamente partecipare.
Inoltre, Damien Hirst mi ha confermato ulteriormente che lo sconosciuto, il diverso non è il nemico o, più in generale, qualcosa da cui scappare, al contrario è qualcosa da abbracciare e, forse, addirittura rincorrere, perché proprio in quanto sconosciuto è refrattario al giudizio e, dunque, innocuo.

Con la mostra Archeology now la Galleria Borghese recupera a pieno la sua essenza di Villa delle delizie, preziosissimo scrigno delle meraviglie, in cui ogni stanza diventa una gioiosa scoperta per l'occhio e la mente che non smettono mai di vagare, di accarezzare febbrilmente ogni superficie per assorbirne, solo attraverso la vista, tutte le qualità tattili. Damien Hirst sviluppa all'ennesima potenza l'attenzione barocca per i dettagli, facendo a gara con il cardinal Scipione Borghese per la preziosità dei materiali impiegati. Marmi policromi, marmo di carrara, marmo nero, bronzo, oro, argento, una profusione di coralli e gemme preziose, ancora sculture interamente in lapislazzulo e rifinite con agata bianca. Una ricchezza tale da far arrossire anche il più audace collezionista, cui peraltro l'artista dedica un busto.

Reclining Woman Damien Hirst
Reclining Woman [Donna distesa] 2012 Marmo rosa / Pink marble
Collezione privata / Private collection
Ph. by A. Novelli © Galleria Borghese – Ministero della Cultura © Damien Hirst and Science Ltd. All rights reserved DACS 2021/SIAE 2021
Rido pensando a coloro che in modo superficiale bollano Damien Hirst come un prodotto del mercato o come un furbetto, senza cogliere l'intelligenza e la conoscenza di cui vivono le sue opere. Ogni lavoro in mostra denota una raffinatissima esperienza dei materiali; un'approfondita conoscenza della storia, della storia dell'arte e della mitologia. Infine, una cristallina ironia nelle particolari scelte allestitive dona leggerezza all'insieme, rendendo ancora più piacevole frizzante e affascinante il percorso espositivo.
Insomma, una volta entrati è molto difficile uscire.

Ludovica Palmieri

Damien Hirst. Archaeology Now
a cura di Anna Coliva e Mario Codognato
Galleria Borghese – Roma
8 Giugno 2021 –  7 Novembre 2021

 

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