
La domanda poteva essere: cosa ci fa un trio di musicisti dai Balcani insieme ad un'eccellenza della Scala di Milano?
Forse la curiosità ed anche la fiducia nelle proposte del Teatro Ciro Menotti, che a luglio trasferisce gli spettacoli presso il cortile della Biblioteca Sormani di Milano, fa si che si raccolga un nutrito e variegato pubblico, per assistere ad un concerto-spettacolo senza precedenti.
Sono pochissimi i musicisti, con prevalente repertorio classico, che hanno mostrato un tale interesse nella musica balcanica ma non solo, che hanno anche creato e realizzato un progetto concreto, mettendosi a disposizione e a “servizio” di qualcosa che appare così distante dal proprio; tuttavia dal primo momento l'originale formazione che si presentava sul palco, trasmetteva la sensazione comune forse a tutti i presenti, che ciò avvenisse in modo del tutto naturale, creando aspettativa.
Impossibile non sentirsi coinvolti dal primo istante dall'ensamble, che viene appunto proposto dal Maestro e prima viola della Scala Danilo Rossi, che con il linguaggio semplice che distingue i grandi, conduce il pubblico in un viaggio tra mondi, tra oriente ed occidente, ed è quasi un viaggio mistico. Agli spettatori viene narrato il suo incontro con la musica gitana circa trent'anni prima in Ungheria, la curiosità che l'ha resa materia di studio, l'assonanza che ritrovava con il repertorio più classico, e così brano dopo brano, tra arpeggi, corde, tasti, tra melodie della tradizione tzigana, e composizioni dei classici di Brahms, Bartok, Dinicu, si svela la potenza e la bellezza del quartetto musicale.

Fisarmonica, cymbalon e contrabbasso sono gli strumenti suonati dai Gipsy Balcan, musicisti di Bucarest che insieme a Danilo Rossi propongono un repertorio folkloristico della tradizione gitana popolare, dai ritmi incalzanti e dalle mirabolanti sonorità che incantano con accordi e forsennate scale.
È la musica il fil rouge che narra di come storia e percorsi musicali, apparentemente distanti tra loro, si possano unire e divenire arricchimento, unendo stile al genere ed alla discendenza.
È con la musica che in questa serata si vuole abbattere la “diversità”, seppur in forma simbolica, abbattere per includere.
Tra un brano e l'altro c'è la narrazione, la descrizione dei pezzi che si suoneranno, l'origine e l'uso, c'è il dialogo leggero con il pubblico con il quale Danilo Rossi esprime pensieri semplici e profondi, sottolineando altresì l'aspetto critico della storia del popolo Rom, di come sia stato e sia ancora lasciato ai margini della società, e sia oggetto di discriminazione, persecuzione, di come ad oggi la sua storia sia ancora avvolta da credenze, luoghi comuni e misteri.
Per lo più non si conosce davvero la profondità millenaria che conserva la cultura di questo popolo, né tutte le caratteristiche che lo hanno ritratto difficile da comprendere ed accettare. Originario dall'India del nord, il popolo Rom ha attraversato nei secoli periodi di spostamenti e migrazioni, mescolandosi a diverse culture e contaminandosi a sua volta di usi, costumi, linguaggi e naturalmente talenti, come quelli musicali.
La musica dei Gipsy Balcan è un pot-pourri dinamico e festoso, ma anche articolato, eclettico e fiero. Essi trovano il palcoscenico perfetto per esprimere le magnifiche sonorità di una cultura antica, che ha visto formare i suoi migliori musicisti in occasioni dei lunghissimi matrimoni ma anche dei funerali, ovvero nel momento più celebrativo e ad altissimo impatto emozionale.
Nella molto calda serata di luglio, il cortile della biblioteca Sormani ci accoglie e ci conforta attraverso i suoi spessi muri, che conservano un po' di frescura, il pubblico è rilassato ma attento e partecipe, e si lascia condurre in un viaggio di conoscenza e consapevolezza che ci trasporta virtualmente in un salotto, in un teatro di fine ottocento, con cappelli e merletti, ma anche nelle immagini di feste, delle fiere di cavalli, come a sentirsi quasi immersi quasi dentro un film di Kusturica.
La serata è stata possibilità di conoscere, vivendo nella magia della musica, ed anche quella di rivolgere un pensiero collettivo ma senza retorica alcuna, ad ogni forma di discriminazione e violenza, ricordando soprattutto ciò a cui stiamo assistendo negli ultimi mesi. Il Maestro Danilo Rossi ha creato uno spettacolo di grande effetto nella semplicità, negli intenti, che è una storia personale e la storia di tante altre persone unite dalla passione per la musica, e dal desiderio quotidiano di celebrare la vita.
Sara Facchinotti
Teatro Menotti – Milano
Corte D'onore di Palazzo Sormani
16 luglio 2022
Danilo Rossi & The New Gipsy Project
viola Danilo Rossi
fisarmonica Albert Florian Mihai
cymbalom Marian Serban
contrabbasso Nicolae Petre
-----------------------------
-----------------------------
Se sei giunto fin qui vuol dire che l'articolo potrebbe esserti piaciuto.
Usiamo i social in maniera costruttiva.
Condividi l'articolo.
Condividi la cultura.
Grazie