De Crescenzo, Avvenne a Napoli. Poesia della canzone napoletana

Edoardo De Crescenzo e Julian Oliver Mazzariello
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Eduardo De Crescenzo ci sorprende e ci incanta con Avvenne a , il suo ultimo progetto musicale dedicato alla Canzone napoletana e realizzato con la collaborazione del pianista Julian Oliver Mazzariello.
Si tratta di un progetto ambizioso con il quale De Crescenzo ha inteso riportare alla luce venti grandi classici napoletani ripercorrendo un immenso repertorio dagli esordi, databili intorno alla prima metà del 1800, agli anni immediatamente successivi alla fine della seconda guerra mondiale.

Il cd è accompagnato da un libro di grande interesse culturale, Storie del Canzoniere napoletano, scritto da Federico Vacalebre, giornalista, critico musicale e caposervizio Cultura e Spettacoli del quotidiano Il Mattino. Vacalebre analizza una per una le canzoni scelte da De Crescenzo contestualizzandone i contenuti e fornendoci una serie di preziose informazioni sugli autori dei testi e delle musiche. Stiamo parlando, giusto per fare qualche nome, di poeti quali Salvatore Di Giacomo, Libero Bovio, Vincenzo Russo e di musicisti del calibro di Mario Pasquale Costa, Francesco Paolo Tosti, Eduardo Di Capua, E. A. Mario. Il critico ne disegna ritratti vividi e appassionati ricchi di aneddoti.

Eduardo De Crescenzo, nell'introduzione al libro, ci racconta la genesi del progetto, teso a ridare dignità e veridicità alla canzone napoletana, manipolata e snaturata, negli ultimi 70 anni, da interpretazioni inutilmente ed erratamente roboanti e da orchestrazioni che ne cancellano il senso e disconoscono l'origine.

Avvenne a NapoliLa canzone napoletana è stata “sommersa sotto valanghe di retorica, la sua originalità artistica e la civiltà che seppe generare si sono stemperate nel folklore, nelle gole di urlatori sgrammaticati o di bisbigliatori colti a ‘tutto testo', ignari che una canzone ha anche uno spartito da eseguire. E' in questa scomoda posizione che si è consegnata, è in queste vesti pesanti che si presenta alle orecchie delle generazioni che si susseguono. Bisogna scavare molto per ritrovare il suono reale del suo tempo; bisogna lavorare di tecnica, di storia e d'istinto musicale, cercare nella memoria che resta di un giardino dopo mille tempeste.”

De Crescenzo ha deciso così di dar vita a un “restauro gentile”, ricercando tutti i materiali d'epoca ancora disponibili (spartiti, dischi, lettere, ritagli di giornale), riscoprendo la lingua napoletana originale, con tutti i suoi accenti, i suoi apostrofi, le sue elisioni al posto giusto, ripulita dalla sciatteria e dall'incuria che ne hanno fatto scempio.

Questo lavoro di scavo in profondità nella tradizione e nel passato, che ha conosciuto le difficoltà dell'isolamento imposto dalla pandemia, è stato condotto con la collaborazione di Julian Oliver Mazzariello, pianista jazz nato a pochi chilometri da Londra nel 1978 e innamoratosi della cultura partenopea al punto da trasferirsi in Campania, a Cava de' Tirreni, dove oggi vive. Mazzariello ha saputo affrontare questo repertorio, per lui del tutto nuovo, con grande rigore e rispetto, mettendo da parte il suo consueto vocabolario jazzistico e lavorando in sottrazione, trovando con poche note e con accompagnamenti sempre essenziali il giusto ed emozionante respiro.

Di Eduardo De Crescenzo, nato a Napoli nel 1951, basterà ricordare lo straordinario successo conseguito grazie alla partecipazione al Festival di Sanremo del 1981 con il brano Ancora; altre quattro partecipazioni al Festival; l'incisione di 11 album in studio (oltre ad altrettante antologie dei suoi brani di maggior successo e a un album registrato dal vivo); il suo sempre crescente impegno sociale nel campo della solidarietà e della beneficenza; il suo progetto Essenze jazz del 2013 con il quale ha riproposto in chiave jazz alcune delle canzoni che hanno segnato le tappe fondamentali della sua lunga carriera. Mi piace riportare le parole del grande trombettista Enrico Rava il quale, a proposito del progetto Essenze jazz, ha dichiarato: “Il mondo di Eduardo è come un giardino incantato, dove i fiori del blues si fondono con gli umori di Napoli dando vita a un canto poetico emozionante e irresistibile.”

Nella realizzazione di Avvenne a Napoli De Crescenzo ha modificato il suo consueto modo di affrontare le canzoni, trattenendosi e non lasciandosi mai andare a quelle improvvisazioni e a quei virtuosismi vocali che ne hanno sempre caratterizzato le interpretazioni. È così riuscito a mettere a fuoco il senso e la poesia di ogni brano e a restituircene la vera originale essenza.

La sua introduzione al libro di Vacalebre, scritta nel maggio di quest'anno, recita così: “Sono nato a Napoli quando la ‘Canzone napoletana' era già finita, ma imparai a suonarla da qualcuno che me la faceva leggere sugli spartiti originali e ho fatto in tempo a riconoscerla nel sentimento di chi l'aveva vissuta nei suoi anni migliori, quando la povertà non impediva di guardare alla bellezza e alla speranza. Ricordarla è stato un tuffo nel cuore. Ricantarla, un dovere di testimonianza, prima che il tempo cancelli ogni suono della sua antica grazia. Era un suono ‘dolcemente sussurrato', per voce e pianoforte, come si addiceva a un'umanità che scelse di ascoltare le voci di dentro.”

Vi invito pertanto all'ascolto di questo ultimo affascinante e coinvolgente lavoro di De CrescenzoAvvenne a Napoli è un soffio di malinconica poesia che ci rapisce, ci riporta a un passato di passioni e sentimenti dimenticati e ci conforta con la dolcezza di una struggente melodia.

GianLuigi Bozzi

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