Teatro di sperimentazione e poesia: De infinito universo di Filippo Ferraresi

de infinito universo di filippo ferraresi

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Giordano Bruno si interrogava sull'universo. La sua indagine rompe con la tradizione del tempo, per questo è messo al rogo in Campo de' Fiori nel 1600. Con un salto temporale di 400 anni le sue domande sono le nostre stesse domande. Sono le domande portate in scena dallo spettacolo De Infinito universo di Filippo Ferraresi, regista, autore del testo, ideatore della parte visiva.

Che ne sarà dell'universo? Che ne sarà di noi che di questo universo facciamo parte? Saprà la dare risposte al nostro bisogno di senso?
Queste sono fondamentalmente le tre domande portate in scena.
La chiave interpretativa utilizzata è quella sperimentale. Quando sento parlare di sperimentazione a teatro iniziano a venirmi i brividi. Troppo spesso sperimentale è sinonimo soltanto di una ricerca estetica fine a se stessa, che rimane vuota di contenuti.
È merito invece di Filippo Ferraresi riuscire a mettere insieme sperimentazione e pienezza di senso. Cosa questa non frequente, piuttosto rara.
Le soluzioni adottate vanno da sbarre di luce che disegnano lo spazio scenico e irrompono improvvise, all'utilizzo di maschere che si trasformano in totem, alla presenza di sfere che disegnano lo spazio, fino alle performance del bravo Jérémy Juan Willi che volteggia nell'aria appendendosi a strisce calate dall'alto. Questi esercizi se non fossero stati ben calibrati potevano rappresentare una storpiatura. Ma così non è stato. Ci hanno coinvolto e convinto.
Gabriele Russo poi riesce a essere coinvolgente pur maneggiando una materia ostica per i più, me compreso, cioè le teorie fisiche sull'evoluzione e la fine dell'universo. Impeccabile il suo lavoro della memoria. Non ha tentennamenti, incertezze. Con le sue parole e le sue domande comprendiamo come l'universo sia destinato a finire. È un evento collocato in un futuro estremo ma non per questo meno agghiacciante.

De infinito universo di Filippo Ferraresi
De infinito universo di Filippo Ferraresi foto di Masiar Pasquali

L'universo raggiungerà la sua morte termica, la cessazione di tutti gli scambi di calore ed energia. Lì fuori sarà un vuoto totalmente omogeneo, incomprensibilmente grande e sconfinato, eternamente dominato dall'energia oscura. È ragionevole concludere che l'universo alla fine avrà raggiunto l'annientamento.

Se questo è il destino del macrocosmo, quale sarà il destino dei nostri microcosmi individuali? Quale sarà il nostro destino umano? Questi interrogativi ineludibili, appassionanti, terribili, sono espressi lasciando la parola a Leopardi, al suo Canto notturno di un pastore errante dell'Asia. D'altronde se non sono la scienza e la a poter dare risposte, spesso è la a poter formulare le domande.

Dimmi, o luna: a che vale
al pastor la sua vita,
la vostra vita a voi? dimmi: ove tende
questo vagar mio breve,
il tuo corso immortale?

De Infinito universo è una proposta elegante, interessante per i contenuti, per la musica ossessiva che ben sottolinea i passaggi salienti e tutto lo spettacolo. Grazie all'ideazione di Filippo Ferraresi e all'ottimo lavoro di Claudio De Pace alle luci.

La conclusione dello spettacolo non è da meno in fatto di qualità. Le parole finali sono lasciate alla brava Elena Rivoltini, che nella finzione scenica interpreta una collaboratrice di Ursula von der Leyen, e a lei si rivolge con un messaggio accorato.
A meno che non siamo soddisfatti di affidare il futuro delle nostre vite a analisi trimestrali sul fatturato del paese, c'è bisogno di una chiara idea del significato della vita. Questo e nient'altro è il compito della politica oggi.

Sì. La politica deve risposte. È merito di questa produzione del Piccolo Teatro di Milano-Teatro d'Europa in coproduzione con il Théatre National Wallonie – Bruxelles, aver portato in scena domande così importanti, alle quali attendiamo risposta.
Gianfranco Falcone

Piccolo Teatro – Milano
fino al 13 febbraio 2022
De infinito universo
testo, ideazione visiva e regia Filippo Ferraresi
scene Guido Buganza
costumi Giada Masi
luci Claudio De Pace
musiche Lucio Leonardi (PLUHM)
con Gabriele Portoghese, Elena Rivoltini, Jérémy Juan Willi
produzione Piccolo Teatro di Milano – Teatro d'Europa
coproduzione Théâtre National Wallonie – Bruxelles
Sabato 12 febbraio 2022 sovratitoli  in inglese

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